lunedì, novembre 26, 2007

La fiammella della speranza



E' tornato a splendere il sole, dopo quasi una settimana di pioggia (necessaria) in questo ultimo lunedì di novembre. Siamo già ormai a dicembre: arrivare a Natale è un attimo.


Continua la maretta nella ex CdL: la risposta del ciellino Cesa,segretario dell'Udc, all'accusa di Berlusconi di avergli fatto perdere le ultime elezioni, è una dichiarazione compromettente:" La sconfitta della Cdl sta nel fatto che molte volte invece di problemi generali ci siamo occupati di problemi personali.(...)Ciascuno di noi può aver commesso degli errori, ma le principali responsabilità sono le sue perché troppo spesso ha anteposto i propri interessi privati a quelli generali del Paese". Finalmente qualcuno lo ammette. Saranno proprio loro, gli ex alleati, a risolvere il conflitto di interessi, vergogna tutta italiana che mina alle radici la democrazia, inficiando la politica. Speriamo vadano fino in fondo, magari con l'aiuto del centrosinistra che avrebbe dovuto intervenire fin dal primo governo Prodi.


Abbiamo trascorso il finesettimana con le amiche toscanacce (che in realtà sono liguri della punta estrema) di Fabri: abbiamo quindi tirato l'alba in questi giorni non per colpa degli immancabili giochi troppiani. Fatto è che siamo sempre a corto di sonno dall'inizo della settimana.
Ma siamo sempre più innamorati e legati l'uno all'altro all'altro e le poche ore di riposo passano in secondo piano. Con En c'è stato qualche scatto di insofferenza che come il solito ha rischiato di trascendere, ma credo sia da attribuire anche ai disagi riflessi del trasloco dei suoi. Mai come in questo periodo la casetta troppiana appare per quello che è: troppo piccola per le ormai non nuove esigenze. Eppure ci siamo troppo affezionati e ci piacciono gli immancabili complimenti relativi alla sua accoglienza e calore che arrivano puntualmente dai nuovi visitatori (le toscanacce ultime in ordine di tempo). Devo poi ammettere che gli scontri con En non mi dispiacciono del tutto: dopo 21 anni sono il segno che non possiamo più fare a meno l'uno dell'altro, nemmeno delle diversità che ci caratterizzano e che sono sempre state la nostra "risorsa", come si usa dire oggi. Dan, in tutto questo, continua a muoversi con intelligenza, assorbendo però come una spugna, sempre pronto a recuperare in qualche modo i tanti anni insieme dei suoi compagni.
Domani comincia la conferenza di Annapolis. Indubbiamente è un momento importante per il Medioriente, come i tanti che l'hanno preceduto negli ultimi 20 anni, finiti poi quasi sempre con un nulla di fatto o addirittura un peggioramento della situazione. Dopo il '92 qualche speranza si era accesa, ma è durata troppo poco. La ragione pretende che si arrivi a compromessi accettabili per entrambi i popoli, ma finora sono prevalsi unicamente gli interessi di una parte. Noi continuiamo a credere nella necessità non più rinviabile della nascita dello Stato palestinese che da più di mezzo secolo attende il riconoscimento del suo diritto all'esistenza. Accendiamo idealmente una fiammella, sperando si trasformi in faro per i Palestinesi, apolidi della storia. Ne guadagnerà l'intero Medioriente e, di conseguenza, il mondo intero.

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