Si trovano in tutte le grandi città e probabilmente non solo in quelle. Ne abbiamo sentito parlare ogni volta con un certo imbarazzo, cercando di cambiare immediatamente discorso perchè troppo delicato. Sono i "ragazzi di vita",spesso minorenni, " Si possono anche "affittare". Per un giorno o il week-end, per una settimana, un mese intero"(Repubblica). Molti, la maggior parte, sono immigrati, tanti i romeni.Pare riescano a guadagnare molto, perchè sono tanti i clienti disposti a pagare per un po' di compagnia. Non è un lavoro come un altro, come spesso si dice per tacitare la coscienza. Specie se ad esercitarlo sono ragazzini, poco più che bambini. Hanno subito individuato una delle tante debolezze dell'opulenza, trasformandola in guadagno offrendo l'unico bene che possiedono: se stessi. Difficile non incappare nella retorica e, peggio, nel moralismo ottuso, ma di loro e dei loro clienti occorre parlare. Almeno ogni tanto. Non possono restare relegati nei bassifondi dell'esistenza solo perchè noi ci vergognamo di noi stessi, delle nostre debolezze che assecondiamo contro ogni legge e buon senso morale. Usati ma nascosti, perchè il solo parlarne è portare alla luce il peggio di noi.
Lo stesso vale naturalmente per la prostituzione femminile, più sfacciata forse, ma ugualmente indegna, ancor più quando le protagoniste sono ragazzine-schiave. Il fenomeno si va espandendo, anzichè ridursi: l'offerta cerca di accontentare le richieste del mercato.
E mentre di giorno si manifesta contro la presenza degli immigrati, la sera si ricorre agli stessi per riempire i vuoti che l'ipocrisia incrementa. Una veloce sosta in auto per gettare la rete e si è di nuovo pronti per affrontare famiglia e mondo "normale". Ad uscirne sconfitti tanto sono loro: la nostra coscienza è a posto perchè abbiamo pagato il dovuto.
1 commento:
e chissà anche quanti di quei "clienti" che han pagato quei corpi di ragazzine e ragazzini poi sono andati con orgoglio al "Family Day" o sentenziano al bar contro gli extra-comunitari, le "puttane" e i "froci". ma su questo si preferisce sempre sorvolare, perfettamente in linea col peggior difetto del peggior cattolicesimo romano: l'ipocrisia assunta a modello di comportamento.
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