domenica, maggio 20, 2007

Alla scoperta dell'Arte e della Vita


Ieri sera siamo andati a Menaggio, bella località turistica dell'Alto Lario sulla sponda occidentale, per il vernissage della mostra "Arte in fiore", il fiore raccontato da 5 artisti contemporanei tra cui l'amico Davide con le sue attualissime visioni cyber e sua mamma, Patrizia, con i suoi armonici e delicatissimi acquerelli. Interessantissima ed affascinante, da visitare, ma spero vi racconterà Modan nel suo esordio di critico d'arte. La seducente cornice del lago ci ha introdotto ed accompagnato nella ricerca e nel godimento del Bello.

Il ricordo della serata attenua solo un poco le sensazioni violente della brutta notizia appresa poco fa, leggendo quanto è capitato ad un amico, già molto caro benchè solo virtuale. Credo non ci sia nulla di peggio in amore che scoprirsi traditi non solo fisicamente, ma nella profondità dei sentimenti. Accorgersi per caso che nella coppia ognuno va per la sua strada e le scelte consapevoli dell'uno sono vissute come semplici compromessi adolescenziali dall'altro, inevitabilmente costringe a una revisione radicale ed è forte la tentazione della rottura con ciò che è stato e quindi anche con una parte importante di se stessi. Il problema è antico: condividere la vita comporta l'assunzione di responsabilità precise che a volte, sull'onda della passione, possono sembrare facili, ma che tali non sono mai, richiedendo giorno dopo giorno continue scelte faticose e difficili perchè le opportunità sono sempre molte.
Già la convivenza offre lo spunto a screzi e piccole questioni: in questo preciso momento Moen (stirante) sta lamentando che col mio bucato gli ho rovinato l'ennesima camicia... L'abitudine (non ai miei bucati sperimentali, ma allo stare insieme) può essere rischiosa ed invogliare alla continua ricerca di novità, così, tanto per sperimentare la novità o, peggio ancora, per continuare a sentirsi vivi e desiderati.
Occorre avere la forza di ricominciare sempre da capo se gli eventi non hanno intaccato l'amore, ma quante volte si può perdonare senza che la brutta esperienza vissuta si riaffacci poi subdola a turbare e compromettere la fiducia, condicio sine qua non di un abbandono totale?
Foto: La D'Art Visual Gallery di Menaggio, via Leone Leoni 21 .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho tradito e sono stato tradito (forse quale reazione) ma cè sempre stata la voglia e la forza di guardarsi e di guardare dentro uno nell'altro. Quindi capirsi e scoprire sempre del nuovo (il nuovo non è solo all'esterno), convivendo anche con il dolore.
Ci vuole tempo e forse una vita non basta nemmeno. Mai però gettare la spugna soprattutto nei confronti di se stessi, si rimane stupiti a volte di dove si può arrivare... L'abitudine è sempre li che fa capolino ma fintanto che le porte dei nostri reciproci sentimenti sono spalancate non mi fa paura. Se anche fossero socchiuse o sbarrate non esiterai a sbatterci contro fino ad esaurimento delle forze. Solo così, qualsiasi verità pur dura che sia, è nuova linfa per cambiare o costruire qualcosa di nuovo.
Solo a titolo di cronaca è il tessuto delle camicia che non è buono....così dice Moser..eh eh eh Questa è piccola cosa....è da anni che mi sento dire che il mio bucato me lo devo fare io....ma poi.... a me sta bene così con qualche camicia in meno ma un'attenzione in più! (En.)

Anonimo ha detto...

Siete talmente fatti l'uno per l'altro e per l'altro ,che una camicia puo' far tornare la pace tra di voi..
Paolo