domenica, maggio 06, 2007

Inventare la vita


Domenica tranquilla, dopo una settimana "impegnata" nonostante la festività infrasettimanale. Siamo comunque riusciti a trascorrere una serata tra amici che non vedevamo da un po' (venerdì) e stasera ci ritroveremo con altri a cena a casa di Lucy, amico di vecchissima data.

Tanta tranquillità (si fa per dire, Dan e il lupetto alla playstation schiamazzano in continuazione), chissà per quale motivo, mi martella in testa il tema della coppia, la sua storia nei secoli fino a costituire il nucleo familiare, oggi disperatamente difeso da alcuni, specie dalla gerarchia cattolica (ma non solo), costituita da uomini che mai hanno sperimentato e vissuto in prima persona l'amore coniugale. Forse nemmeno l'amore di cui parlano tanto. Non è un caso che il priore di Barbiana, il grande Lorenzo Milani, era solito ripetere ai suoi ragazzi di "non amare come i preti e le puttane", che lo sanno fare solo a chiacchiere, passando da un fedele (o cliente) all'altro, senza mai un reale coinvolgimento affettivo. Ma non è necessario essere sposati per parlare di coppia, lo so bene.

Quello che mi lascia perplesso è che nessuno dice mai che la famiglia, così come è arrivata a noi, è frutto di una evoluzione continua, in cui certamente il cristianesimo ha dato un significativo contributo che gli va riconosciuto. La coppia monogamica è frutto di un lungo processo culturale. L'amore all'interno della coppia, che costituisce il cosiddetto nucleo familiare oggetto di tanta attenzione e sollecitudine, è addirittura relativamente recente. Fino ad una cinquantina di anni fa i matrimoni erano decisi dalle famiglie di origine, ci si sposava persino per procura in certi casi. E l'amore poteva anche non venire col tempo, forse una rassegnata abitudine alla convivenza dovuta anche alla presenza dei figli, nel migliore dei casi. Soltanto successivamente si è arrivati alle coppie liberamente costituite, fondate sull'amore. Ma la famiglia non ha smesso di evolversi. Con l'introduzione del divorzio, anche in Italia il modello cui oggi si vuole restare forzatamente ancorati ha subito un'accelerazione ed oggi non è più l'unico. Tutti lo sappiamo perchè viviamo in questa società. La situazione sta cambiando velocemente.

Cambierà anche per i gay, ma non solo per l'introduzione, prima o poi, di un riconoscimento inevitabile da parte degli Stati. La coppia gay, che in assenza di modelli di riferimento si è sempre ispirata all'unico modello conosciuto, cioè quello etero dei propri genitori, dovrà coraggiosamente cercare proprie strade, riconoscendo che è altra rispetto alla non più tradizionale uomo-donna. E' possibile la coppia omo, noi stessi l'abbiamo vissuta per 19 anni, ma da subito En ed io, abbiamo capito che per "durare"non avremmo dovuto scimmiottare quella etero, perchè le difficoltà e le esigenze erano diverse e chiedevano perciò soluzioni nuove, nel rispetto di noi stessi e del nostro stesso amore.
Soprattutto ora che il popolo gay è uscito dalla clandestinità e che socialmente comincia a chiedere ed ottenere spazio, occorre studiare nuovi modelli. Mi piacerebbe aprire una discussione sull'argomento.

Noi, novios, abbiamo imboccato una nuova strada che elimina molti dei problemi che spesso sono all'origine dei fallimenti, ma che soprattutto ci appaga completamente. Sarà la strada giusta? Da più di un anno e mezzo stiamo sperimentando la troppia, non facile ma straordinaria. Quello che ci manca è non trovare realtà simili con cui confrontarci: dobbiamo costruirci il nostro modello da soli, sbagliando e riprovando continuamente. E' sicuramente eccitante trovarsi ad inventare exnovo la vita, anche quella di tutti i giorni, ma sarebbe rassicurante e renderebbe più spedito il cammino scoprire che altri prima di noi si sono abbandonati a questa meravigliosa realtà.
Nella foto, cipresso e bambù troppiani agitati dal vento levatosi ora.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ci avevo mai pensato prima,ora sto mettendo insieme i tasselli del mosaico che sono le mie storie."Scimmiottare" le coppie etero senza saperlo può essere stato l'errore di fondo che rendeva necessario costruire falsità per coprire le diversità. E' vero siamo diversi e lo devono essere anche le nostre coppie.
lorenzo

Roberto ha detto...

Ciao Ragazzi
Lorenzo parla di diversità della coppia. Mi ha fatto riflettere. E' dato di fatto che noi gay non abbiamo una modello di riferimento, spesso guardiamo i nostri genitori, gli unici modelli a cui riferirsi. Questo è il problema! Non esiste un modello di coppia gay. Ma lo vorremmo? L'unica risposta onesta che mi so dare è: Boh, non lo so. Ho sempre sostenuto che mancano i modelli i punti di riferimento o comunque che ci spiegassero come puo' essere una coppia gay. In questi mesi ho maturato che la differenza tra gay e etero è molto sottile e, spesso, non esiste. Io penso che bisogna parlare di persone: due persone entrano in relazione tra loro: Uomo-donna, uomo-uomo, donna-donna. Perfino Steinberg ( vedete sul mio blog il post di riferimento) spiega un modello che va bene sia per gay ed etero. Il concetto sono le persone. Pensate che le coppie gay sono differenti?
Siamo gelosi, tradiamo, siamo traditi, subiamo la gelosia, ci annulliamo per amore, idealizziamo il partner ecc... le coppie etero non sono così? Io credo che l'unica differenza sono gli attori della coppia: uomo-uomo. Essendo due uomini possono scattare dei meccanismi differente tra uomo e donna, ma se parliamo di profondità di rapporto, sentimenti, impegno, progetto di vita ecc.. siamo tutti uguali. Forse mi fa piacere pensarlo.
Comuque sono daccarodo con te quandi dici che come "troppia" non esiste un modello. Beh, voi lo state costruendo e non è poco, credetemi!
Con grande stima ...
Roberto

El novio ha detto...

Concordo sul fatto che gli attori della coppia siano prima di tutto persone, uomo-donna, uomo-uomo, donna-donna. Non credo invece sia così sottile la differenza tra coppia etero e omo. Steinberg(che ho letto attentamente sul tuo blog)non si è posto il problema,semplicemente perchè pensava alla coppia etero. Si limita a definire un modello che potrebbe essere valido anche per le coppie omo, ma solo dopo aver preso atto delle "diversità" tra i generi.Maschio e femmina sono certo persone, ma diverse tra loro, ciascuna con proprie caratteristiche peculiari.L'integrazione maschio-femmina è psicologicamente,storicamente, culturalmente e socialmente "altra" rispetto a quella omo, le cui caratteristiche di genere (uguali) inevitabilmente saranno "esaltate" nel rapporto, con risultati non sempre positivi.La diversità cioè sta a monte e finisce per condizionare la coppia. L'errore sta nel "copiare" pedissequamente un modello "altro" senza "riadattarlo" alla propria situazione.Se, per assurdo, la coppia etero scimmiottasse quella omo i guai, sono certo, non tarderebbero ad arrivare. Ciao!

Chiarachemistry ha detto...

Ciao a tutti,
per quanto riguarda l'avere un modello, necessariamente tutti quanti ci ispiriamo a ciò che vediamo in famiglia, nelle serie televisive, nei film, perché ci hanno fatto pensare, fin da piccoli, che il lieto fine, il vissero per sempre felici e contenti abbia luogo nel momento in cui nell'ordine: si compra casa insieme, si dice sì, arriva un figlio, non ci si tradisce, si riesce ad invecchiare insieme. Alcune di queste cose a noi non sono permesse legalmente, per cui è necessario trovare altri modi per inventarsi continuamente, per unirsi di più, un cane, un terzo (nel caso di una troppia), una capatina in Belgio a scegliere lo sperma di un biondo sconosciuto. Insomma ci stiamo già inventando, in parte, è vero, per imitare la coppia etero, in parte perché è nella natura umana desiderare un figlio, la stabilità, qualcosa che unisca sempre più e reinventi in modo sempre diverso.
Una differenza cruciale presente nella coppia lesbica rispetto alla coppia etero è il rischio della morte del letto lesbico (esiste una ricerca americana sul fatto). Questo fenomeno scaturisce dall'intima sorellanza e simbiosi che due donne possono raggiungere, e questo a volte porta al fatto di non desiderarsi più sessualmente, ma vivere come un tutt'uno con l'altra. Credo sia un grave rischio e sfido qualunque coppia gay o etero a dire che è possibile anche per loro. Di norma sono le donne che hanno meno bisogno fisiologico del sesso e nelle coppie etero spesso è l'uomo, dopo tanti anni, ad insistere, se no alla donna non verrebbe nemmeno più in mente. Bè quando le donne sono due si può immaginare che ciò possa accadere...
Ho voluto riportare questa teoria in quanto mi sembra proprio ciò che Ser intende riguardo ai modelli di coppia gay, non sempre assimilibali a quelli di coppia etero.
Soluzioni? Non so, trovarsi nuovi stimoli, non chiudersi nella coppia, creare situazioni nuove che possano mantenere sempre vivo l'interesse.
Io, personalmente spero non mi capiti:-)
Chiara

Anonimo ha detto...

cmq Roby mi sorprendi......La penso come te anche io.....
Paolo

Anonimo ha detto...

Non sapevo del rischio della "morte del letto lesbico" (usti!)e Chiara ha compreso benissimo il mio pensiero. La stessa coppia etero è in evoluzione continua e soltanto Ratzi e i suoi accoliti difendono ostinatamente un modello che forse ha fatto il suo tempo e che nella società di oggi finirà molto probabilmente con l'essere minoritario. Normale quindi che gay e lesbo, ora che sono più liberi e tra poco anche "protetti" socialmente,prenderanno le loro strade, superando ed inventando continuamente nuovi modelli in assoluta autonomia calibrandoli sulla loro realtà.A pensarci bene ogni coppia, omo o etero, proprio perchè unica e composta da persone uniche che vivono insieme anche superando gli inevitabili conflitti,finisce per trovare un proprio personalissimo equilibrio che "esportato" in un'altra coppia non funzionerebbe.Quello che mi infastidisce in certi ambienti omo è lo scimmiottamento (fasullo)senza riflettere, che è poi segno concreto di scarsa considerazione per la storia che si sta vivendo e sfiducia nel suo futuro, di mancanza di assunzione di personali responsabilità (tipo la stessa fedeltà, puntualmente dichiarata, ma non vissuta)dietro cui ci si ripara infantilmente per non restare soli.ser

Chiarachemistry ha detto...

A proposito di modello omo diverso da etero è l'attribuzione dei ruoli. I primi modelli di coppie gay, vedi il Vizietto, erano costituiti da una "checca" che portava la borsetta e si atteggiava da donna e dell'uomo che portava i pantaloni in tutti i sensi; quella lesbica era costituita dalla camionista (come l'idraulica del film bound) e la donnina similetero. Credo però si tratti della preistoria delle coppie omo, giustificabili solo pensando al fatto che esse si ispirassero al modello dominante. Ora, a parte qualche caso, non esiste nella coppia una definizione precisa dei ruoli, ad esempio quando io e Isa balliamo il tango io faccio la parte dell'uomo, ma poi è lei ad usare il trapano in casa, io mi commuovo per i film mentre lei no, io cambio le lampadine dell'auto e lei fa il bucato. Credo che ci siamo tutti evoluti in questo senso, ed anche le coppie etero per certi versi stanno seguendo le nostre orme, perché in molti casi è la donna a decidere, a volte anche a portare a casa i soldi, e l'uomo aiuta nei lavori di casa e nella cura dei figli.
Per quanto riguarda la fedeltà, la paura di rimanere soli affligge molte persone, indipendentemente dall'orientamento sessuale, e ciò implica il fatto che molte coppie stiano insieme nella menzogna oppure nell'apatia dell'abitudine (non si sa quale sia il migliore). Ciò che un individuo dovrebbe imparare è a convivere con se stesso in pace e a trovare un equilibrio nella solitudine, in tal modo sarà possibile vivere in coppia perché lo si desidera e si potrà dare alla coppia molto di più che il fardello della propria incapacità di viver per sè.