sabato, dicembre 09, 2006




Passo dopo passo qualcosa sta cambiando nel Paese e se anche i nostri pavidi politici a Roma si barcamenano intimoriti dall'isteria oltreteverina, qua e là, a livello locale, si manifestano prese di posizione più vicine alla volontà popolare che ormai riconosce alle coppie di fatto, amiche o vicine di pianerottolo, il diritto all'esistenza e perciò il conseguente riconoscimento civile e giuridico. Prima o poi anche il Parlamento avvertirà l'esigenza di porsi sulla stessa lunghezza d'onda della maggioranza, pena il ripudio popolare. Non si può fermare l'evoluzione, si può rallentare, frenando e puntando i piedi come la gerarchia cattolica ha sempre fatto nella sua secolare storia, ma poi, a suole consumate, anche lei dovrà rassegnarsi alla realtà. E a un po' di potere in meno. Credo che questo scotti veramente alla gerarchia, la perdita del potere sulle coscienze che è stata la sua forza e la sua ricchezza fino allinizio del fenomeno della secolarizzazione che ha coinvolto i Paesi occidentali a partire dalla fine degli anni '50 del secolo scorso. Mentre lancia anatemi e invettive, probabilmente la diplomazia vaticana sta già pensando al caro prezzo che farà pagare allo Stato italiano per aver ceduto sulle famiglie tradizionali. E non sarà un risarcimento morale chè non mitiga la perdita di potere: sarà qualcosa di più concreto, nella logica del do ut des , quello sì sempre classico e tradizionale.


Intanto andiamo avanti con questo teatrino finchè laggiù, nelle due capitali romane, non raggiungeranno un accordo soddisfacente, pegno della mancata laicità dello Stato italiano.

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