lunedì, dicembre 25, 2006

A SUD

Catamayo, 24 dicembre 2006

"Di notte i cani abbaiano perchè vedono gli spiriti maligni che si aggirano per le strade. Abbaiando li spaventano e li scacciano" . Me lo dice guardandomi dritta negli occhi, e abbassando la voce. Quando don Manuel, il suocero della mia collega, ha in corpo un po' di aguardiente, inizia a parlare degli spiriti. Mi racconta di quella volta che , da piccolo, era riuscito a scacciarne uno colpendolo sulla testa con il calcio di una pistola. "L' ho fatto scappare, ma avevo i capelli tutti dritti sulla testa". Fantasia e realtà intrecciano i confini. A Don Manuel , quattro anni fa, e' morto un figlio di una malattia rarissima ( due casi censiti i tutto l'Ecuador), e lui e' convinto che l'abbiano avvelenato, o , peggio, che gli abbiano fatto un malocchio. Mi ritrovo sprofondata in una realta' fatta di magia a superstizione. Penso ai racconti di Manuel Scorsa e dei suoi personaggi magici. La magia degli scrittori sudamericani mi sembrava un modo per questa gente di frenare l'avanzata violenta irrispettosa del modello occidentale. Ora che in Sud America ci vivo, questo aspetto così forte e radicato mi fa quasi rabbia. Quando una persona sta male va dai curanderos o , alle volte, dai maghi. Se i primi possiedono conoscenze su erbe medicinali e possono sicuramente aiutare la gente, i secondi sono abili approfittatori della superstizione e dell'ignoranza . Quanta sofferenza si potrebbe risparmiare con una semplice visita dal medico ( e qui la sanità pubblica e' gratis), e con un po' di buon senso. Poi mi ritornano alla mente le immagini del processo alla Marchi, alla figlia e al mago brasiliano.... tutto il mondo e' paese. La mia parte razionale e quella più magica entrano in conflitto. Cosa può essere meglio, una visita dal medico e la medicina chimica, o rispettare le tradizioni e le conoscenze acquisite in secoli di storia? Potrei stare a combattere tutta una vita senza venirne a capo. Anche Terzani, una volta scoperto il cancro, e' andato a New York a farsi curare. Così cerco di pensare ad un equilibrio che permetta di conciliare le due cose senza pregiudicarne nessuna. L'esercizio richiede del tempo,ma ho ancora qualche mese per allenarmi. Guardando il calendario mi accorgo che la mia esperienza di volontaria a Catamayo ha già fatto il giro di boa, e che l'aereo che mi porterà (forse) a Buenos Aires si fa ogni giorno un po' più vicino. Non so se essere contenta per il lavoro svolto fino ad ora, e per il fatto che rivedrò alcuni amici che scenderanno dalla Svizzera, o se rattristarmi per il poco tempo che mi rimane e il tanto lavoro da fare. Forse e' solo l'avvicinarsi del Natale che fa riaffiorare le mie insicurezze e un filo di nostalgia.Poi penso all'intensa esperienza che sto vivendo qui, alla fortuna che ho di poter stare in questo paese, e l'ombra di tristezza se ne va. Buon Natale a tutte e a tutti. A presto.
Isa

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