Oggi e' domenica, per me e' giorno di mercato. Camminando tra i banchi dove e' esposta la merce mi guardo attorno e osservo la moltitudine di gente che vende e compra. E' uno spazio di incontro e di scambio per la gente della citta'. Qui ci vengono tutti, benestanti e mendicanti. All'inizio facevo fatica a non pensare alle norme igeniche che ogni negozio o spaccio deve rispettare da noi. Poi ho fatto l'abitudine alle mosche, agli odori, ai bambini sudici che giocano per terra, ai cani che si aggirano alla ricerca di qualcosa da mangiare. Tutto sembra caotico, ma allo stesso tempo sembra seguire un ordine che si mantiene intatto da secoli. Si discute , si baratta, si tira sul prezzo. Accanto al mercato c'e' un piccolo "bennet" (chiamiamolo cosi'), di una catena di distribuzione all'ingrosso. Ci sono congelatori, prodotti in scatola ( quasi tutti Nestle'), i pavimenti sono limpidi, la gente parla sottovoce. Per me, che arrivo dalla linda Svizzera, dovrebbe sembare il paradiso, invece... .Gli impiegati sono pochi e il prezzo e' quello che sta scritto sulla confezione. Il rapporto tra merci e venditori e' molto diverso. Al mercato molta gente vende poco, qui pochi impiegati vendono tanto e di tutto.Mentre mi gusto un'orchata non posso fare a meno di pensare a quanta gente vive e sopravvive vendendo e comprando al mercato. Nessuno dei venditori e' ricco, ma questa piccola attivita' permette di mantenere moltissime famiglie, anche con attivita' collaterali. Fuori dal mercato ci sono taxisti e "tricicleros", che accompagnano a casa persone e merci acquistate, c'e' un "comedor" dove mangiano i venditori e i clienti delle bancarelle. Si spende poco e ci si sazia. Tutte queste attivita' permettono di mandare avanti l'economia del paese. Mi ricordo il racconto di un uomo incontrato a Bangkok. Mi diceva che dopo il crollo dei mercati asiatici sono stati i piccoli commerci, i venditori per le strade, le bancarelle improvvisate che hanno permesso ai thailandesi di non affogare nella poverta', di sopravvivere e di mandare avanti il paese.Qui e' lo stesso. Petrolio, cacao, gamberetti, fiori, sono tutti per l'esportazione.La fortuna e la sfortuna di queste merci ( e del paese che le produce) dipende dalle fluttauzioni del mercato. La gente , nella vita di tutti i giorni, invece vive dei piccoli commerci. Spero che i grandi magazzini non possano espandersi come da noi. Non per permettere ai turisti di vedere come si vive e si sopravvive in un paese povero, ma per dare una chance anche ai piu' poveri. Un abbraccio, a presto.
Isa
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