Il mio pensiero aveva
lasciato l'assurdità
ed ora viaggiava nella dimensione
della mia realtà
Le stazioni della metropolitana
dove io mi ero immerso quella mattina
si avvicendavano in modo surreale
tutti i loro volti trasudavano una realtà
fatta di quotidiano sterile
Il mio pensiero sganciato nell'assurdo
ora poteva penetrare come un fulmine a cielo sereno
immagazzinava tutti i fotogrammi
il mio pensiero bombardato da queste immagini
si sdraiava sulla collina che mi fece da madre un giorno
La quercia amica
di un'infanzia che non c'è più
mi spronava a salire sulla prima nube delicata
ricordo del sole del mattino
e se l'assurdo mi riprenderà sicuramente
io sarò amico del mattino...
(Victor,http://stazionemilano.splinder.com/)
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