Questa settimana abbiamo finalmente iniziato a lavorare con i bambini, e ho scoperto che la mia esperienza di maestra serve a ben poco. Devo reimparare a fare il mio lavoro.I bambini sono bambini in tutto il mondo, ma a dipendenza dal contesto socio-culturale nel quale crescono, cambia il loro modo di confrontarsi e di relazionare con i compagni e con l'ambiente scuola. I bambini che frequentano la scuola che abbiamo appena aperto sono cresciuti per strada o dentro al mercato e non sono abituati ad avere una persona adulta come compagna di giochi. Le dinamiche relazionali che mettono in atto sono lo specchio della loro vita. Prima di procedere con gli aspetti piu' educativi del progetto, dobbiamo costruire una relazione di fiducia con loro. Il tempo che mi rimane e' poco , meno di tre mesi, e temo che dovro' lasciarli proprio quando comincero' a conoscerli meglio. Venerdi' mattina uno dei bambini e' arrivato accompagnato dal papa'. Sebbene fosse mattina presto era gia' completamente ubriaco. E' stata un'impresa riuscire ad accompagnarlo all'uscita, nulla comunque a confronto di quello ha dovuto fare l'altro figlio piu' grande per riaccompagnarlo a casa. Io ho dovuto ascoltarlo e parlargli solo per una decina di minuti, ma i suoi figli e sua moglie devono costantemente vivergli accanto. Alcuni altri bambini non sono stati registrati all'anagrafe, perche' la madre aspetta che il padre li riconosca e gli dia il cognome, altri non vengono vaccinati perche' la famiglia crede che sia un male, altri sono abituati a girare senza vestiti e a fare i loro bisogni dove capita. A volte penso che non riusciro' mai ad adattarmi, e che l'impresa nella quale mi sono avventurata sia piu' grande di me. Inoltre il disequilibrio tra quanto sto dando e quanto sto ricevendo e' sempre piu' evidente. So che rientrero' a casa piu' ricca, ma non so quanto di quello che sto facendo sara' loro veramente utile. In questi giorni gli spunti di riflessione non sono mancati. Quello che vorrei raccontarvi oggi non e' molto allegro, ma riguarda un aspetto della vita di qui che spesso passa sotto silenzio, o peggio, come normalita'Un pomeriggio uscendo di casa, ho visto passare un corteo di persone che portava a spalle una bara. Camminavano molto velocemente, percorrendo la strada che conduce alla chiesa, forse perche' il sole era molto forte, forse perche' la cassa non era molto pesante, visto che conteneva il corpo di una giovane donna uccisa dal marito. La violenza domestica, come in molte altri parti del mondo, e' un fenomeno diffusissimo qui in Ecuador. A farne le spese di solito sono le donne e i bambini. La maggior parte delle volte non viene sporta una denuncia, perche' la paura e' troppo forte, o perche' con un marito o un padre in carcere il guadagno sarebbe ancora minore , e il rischio di patire la fame piu' concreto. Il percorsoper il riconoscimento dei diritti di donne e bambini e' ancora molto lungo. Il governo si impegna a promulgare leggi che pero' nella realta' non hanno unriscontro. Mancano i finanziamenti per progetti di recupero delle vittime, e per una efficace sensibilizzazione della popolazione piu' povera. Che il nuovo corso politico possa finalmente portare a una svolta? Lo spero tantissimo. A presto.
Isa
5 commenti:
Ciao carissimi,
leggere i vostri commenti sul blog, mi preoccupa un po'. Non
pensavo che i miei interventi avrebbero potuto portare a lasciare una
strada comune per iniziare percorsi diversi. Mentre scrivo, purtoppo,
non mi preoccupo delle reazioni che le mie parole possono causare. Il
bisogno di comunicare non mi ha permesso di considerare la
sensibilita' dei potenziali lettori.Credo di capire quello che sta provando ser, perche'
penso sia cio' che mi ha spinto a partire. Una volta qui pero' non ho
trovato delle facili risposte ai miei dubbi e alle mie curiosita'.
Devo quotidianamente confrontarmi con situazioni che mi toccano
profondamente, e a volte credo che alle mie domande non trovero' una
risposta, semplicemente perche' non c'e'. Ritornero' a casa
sicuramente piu' forte e con una coscienza della vita molto diversa, ma questo percorso e' tutto in salita. Stupendo, ma tutto in salita.
Nella mia esperienza non
c'e' nulla di eccezionale, solo la scelta di confrontarmi con me
stessa lontano casa e dalla sicurezza che da la routine. Spero di avere presto vostre notizie. Vi mando un abbraccio forte.
Isa
Ciao Isa! Non farti problemi di alcun tipo e continua a scrivere come stai facendo che ci fa un sacco bene. E non solo a noi.E' inevitabile che la tua esperienza ci costringa a metterci in discussione. E' positivo xkè siamo stimolati a crescere continuamente, a non fermarci mai compiaciuti del cammino percorso fin qui.
La nsa troppia è giovane, ha solo 1 anno e 3 mesi e quindi è ancora in rodaggio e necessita di conflitti, verifiche e scossoni. Tranquilla, il sentimento che ci lega è forte e cresce sempre di più, anche nelle tensioni. La strada è sempre unica e comune, ciascuno di noi tre xò la percorre con le sue proprie caratteristiche che devono adattarsi al cammino in tre.Un po' alla volta, aiutandoci l'un l'altro, riusciremo a tenere lo stesso passo. Qualche volta ci capita già!
E poi hai tre nuovi amici in più che ti saranno vicini!
Non scoraggiarti, se puoi, x le difficoltà oggettive che racconti. Come scrivi tu, forse non c'è una risposta nemmeno ai bisogni immediati e urgenti della tua gente lì, ma ci sei tu con loro, a condividere un pezzo della tua vita reale. Non risolverà le situazioni, ma è un tassello importante che in qlke modo si porteranno dentro tutti quelli che avranno la fortuna di conoscerti.
Buon lavoro, Isa, ti abbracciamo forte!
sergio enzo daniele
Che bello leggere i racconti di Isa.. descrive così bene,conparole semplici,che se si chiudono gli occhi sembra di essere li presenti e di vivere con lei le emozioni che lei stessa prova. Grazie Isa!!!
Ciao isa sergio ha ragione e le mie parole confuse scritte nel post prima erano solo la dimostrazione delgli scossoni che viviamo ogni tanto.
Sono contento dell'apertura dell apertura della scuola. Questa e la prima realtà che hai contribuito a far nascere. Purtroppo ora ne vedrai a decine di scene come quella che ci hai raccontato e sara sempre peggio riviverla. Devi però considerare che il bambino entrando entrando nella scuola potrà lasciare, almeno per qualche ora, i problemi degli adulti e vivere la sua vita da bambino. In quelle poche ore dimenticheranno il dolore della vita vera e faranno i loro giochi di fantasia entrando nel giusto mondo che meritano. E' importantissimo il tuo operato perchè quei bambini quando diventeranno grandi ti porteranno dentro, magari non ricorderanno il tuo nome, ma saranno sicuramente segnati,in maniera positiva, dal tuo amore che hai fatto provare a loro e dai tuoi insegnamenti.
Bacioni. Dan
Ciao ZioMario,
mi fa piacere che ti piacciano i miei racconti. Prima di partire
non avrei mai di riuscire a scrivere. Forse la lontananza mi ha
aiutato a fare quello che prima credevo impossibile.
Carissimi Comaschi,
spero di riuscire amandarvi qualcosa di nuovo in settimana, ma
forse mi prendero' tre o quattro giorni di vacanza. A presto.
Isa
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