mercoledì, novembre 28, 2007

Gerontofilia


Un amico ci ha bonariamente rimproverato di trascurare, tra i tanti argomenti di attualità, la terza età. E' vero, salvo di sfuggita in Senescenza, senza accorgercene, inseguendo quotidianamente le tante notizie non ci siamo mai fermati a riflettere sulla vecchiaia, che pure costituisce un problema sociale di questi tempi, tanto da evitare se possibile di parlarne. Una specie di nuovo tabù che si preferisce addolcire con eufemismi di vario tipo, per evitare l'immediata crudezza dei termini classici. In realtà, in qualsiasi stagione della vita, c'è in ognuno di noi, secondo la teoria multiegoica, l'io vecchio, espressione della saggezza esperienziale, che convive col resto di noi, dei nostri diversi io. Forse però anche questa parte di noi subisce i condizionamenti più o meno espliciti esercitati dal culto dominante dell'apparenza perfetta, perciò del mito dell'eterna giovinezza. Gli stessi vecchi proposti dalla pubblicità, benchè promuovano l'adesivo per dentiere piuttosto che i pannoloni per l'incontinenza, hanno nulla di decadente nel corpo. L'unico ad essere ripreso televisivamente per quello che era nella realtà, senza i capelli tinti d'improbabile colore,ma addirittura con gli effetti devastanti della malattia ( tremore e bava alla bocca) in primo piano, è stato Giovanni Paolo II. Probabile però che in quel caso abbia pesato non poco l'urgenza didascalica e la stessa mentalità ambiguamente masochista di un certo cattolicesimo. Ad ogni modo le immagini del vecchio papa malato rompevano il tabù della vecchiaia. Non voglio però annoiare con un discorso sociologico e tantomeno psicologico.
Mi pare invece interessante segnalare l'aumento soprattutto (ma non solo) nell'ambiente gayo che spesso brilla, almeno nell'immaginario mediatico, per superficialità e desiderio di apparire tutto lustrini e paillettes, di una certa attenzione dei giovani nei confronti dei daddies, i maturi. E' solo una constatazione la mia, nessuna pretesa di approfondire il fenomeno anche perchè, all'interno della troppia, vivo la disparità d'età amando, ricambiato, un omettino, Dan, di... usti!... troppi anni più giovane di me. Tra noi ognitanto se ne parla, qualche volta ci abbandoniamo anche a teorie psicanalitiche, ma non è il caso qui d'improvvisare tesi ben lungi dall'essere dimostrate. Posso solo testimoniare con En che, al di là di alcune differenze ovvie di mentalità, gusti, etc, non è affatto difficile e complicato condividere l'amore con Dan. Erano molte le paure che immaginavamo prima di abbandonarci alla straordinaria avventura che stiamo vivendo, ora invece godiamo delle diversità che risultano stimolanti per tutti e tre. Un nostro equilibrio evidentemente l'abbiamo raggiunto nel rispetto delle diversità appunto. Sempre precario, per carità, ma solo della precarietà dell'amore stesso, non delle differenti età. Proprio alcuni giorni fa, rispondendo ad una interrogazione del nostro cucciolo, gli confidavo di sentirmi ancorato ad un pinnacolo altissimo in un cielo azzurrissimo, sferzato da venti gagliardi (straamo il vento), totalmente ebbro per l'altitudine cui l'amore mi ha spinto, ma ben consapevole del rischio di precipitare. Non è la condizione comune di un semplice innamorato? Le forze inesauribili della giovinezza possono trovare completa soddisfazione nell'esperienza consapevole della maturità che, a sua volta, recupera vigore ed entusiasmo magari un po'sbiaditi dal tempo. Purchè ci sia amore.

3 commenti:

Ulisse ha detto...

A parte la questione daddy a me preoccupa che in Italia non ci sia assolutamente niente per i gay anziani. Le nostre associazioni pensano solo a fare politica (e male) e se ne infischiano della società, non creano assolutamente niente, ad esclusione dei vari telefoni amici e qualche altra iniziativa.
Non esistono ad esempio convenzioni con ospizi dove i vecchi omosessuali possano essere ricoverati. Ve l'immaginate un gay alla Cà d'Industria? Appena si mette a parlare di cazzi e culi le brave suorine lo sedano e lo lasciano lì a dormire fino a quando crepa.
Non esiste nemmeno una forma di assistenza domiciliare, o attività ricreativa. Le uniche feste che i circoli arci organizzano sono ideate per i giovani. E mentre i vari capoccia di Arcigay entrano nei vari ministeri e siedono in Parlamento noi siamo abbandonati a noi stessi.

El novio ha detto...

Vero, avevo rinunciato a toccare questioni aperte e drammatiche. La vecchiaia che spesso è sinonimo di solitudine può diventare ancora più temuta nel nostro caso, non potendo contare su discendenti ed affini(che non sempre però risolvono il problema).Oltre alla solitudine degli affetti si è condannati persino a tacere il patrimonio di umanità e d'amore, accumulato come tutti, ai compagni di sventura nel ricovero. L'omovecchio risulta così concludere la sua esistenza privato, come nel resto della sua vita,del diritto di essere liberamente, serenamente se stesso.E' molto triste.

Bentrip ha detto...

scusate se mi inserisco con una richiesta che non ha nulla a che vedere con l'argomento in questione. sapete dirmi il nome dell'autore del fumetto gay che dà inizio al presente post? vedo le sue vignette ovunque ma non riesco proprio a risalire al suo nome. scusate grazie paolo