mercoledì, marzo 31, 2010

A casa!

Naturalmente la penso anch'io come Massi e Barone (v.commenti al post di ieri).Da qualsiasi angolazione la si osservi, la situazione italiana si presenta drammatica e destinata, se possibile -e lo è- a sprofondare sempre di più. Già mi basta lo spettacolo dei tronfi vincitori, non vorrei  assistere ancora all'ennesimo teatrino dell'opposizione. A mio giudizio occorre fare tabula rasa, una volta per tutte, della vetusta, incancrenita classe dirigente. Tutti a casa d e f i n i t i v a m e n t e a partire dal presunto genietto col baffetto che, per quanto ricordo io, non ha mai azzeccato una, che sia una, scelta politica. Basta, non se ne può più. Ci saranno pure personaggi politicamente alternativi, no? I "vecchi" hanno una responsabilità enorme nell'aver lasciato che la situazione evolvesse fino allo stato attuale. Non c'è più tempo per i giochini di potere: abbiamo aspettato troppo ed inutilmente. Si ricominci da Vendola!

Ierisera la mia insalata di cous cous ha avuto successo. Ecco la ricetta:
-Cous cous già pronto, solo da "rinvenire" (seguite le istruzioni della confezione che variano)
-1 peperone rosso e uno giallo
-Pomodorini confit (dopo averli tagliati a metà stenderli su una teglia oliata a faccia in giù, cospargerli di sale  -meglio fior di sale- zucchero, poco pepe, uno spicchio d'aglio tagliato a fettine e basilico. Infornare a 100/150° per 2 ore)
- Olive nere
- Capperi
-Pinoli
Far ammorbidire in olio fino quasi a formare un inizio di crosticina  i peperoni , dopo averli naturalmente lavati, privati dei semi  e tagliati a piccoli pezzi. Unire a fine cottura olive, capperi, pinoli e salare leggermente (dipende dai capperi).
Mescolare al cous cous, precedentemente sfarinato con la forchetta con l'aiuto di un po' d'olio, i peperoni, le olive, i capperi e i pinoli con tutto il condimento. Aggiungere infine  i pomodorini confit e abbondante basilico fresco (o menta se preferite un gusto più mediorientale). Lasciate riposare in frigorifero: si serve freddo. Il piatto è semplice, fa la sua bella figura e piace.

martedì, marzo 30, 2010

Su, su!

Dai, mica ci intristiremo per le scelte elettorali, chè ormai dovremmo esserci abituati. Come dice Dinodoc, la maggioranza degli Italiani è davvero contenta così. Poco importa se ha confermato  al potere bande o cricche che arricchiscono oltre loro stesse  anche mafie, compagnie delle opere o chissàchi. Ciò che conta è che quei nostri connazionali possano continuare a sognare, perchè  sono dei grandi sognatori ed io, pur non condividendo gli stessi sogni che ritengo anzi incubi tremendi, ho un gran rispetto per chi ancora è capace di  far volare la fantasia, librandosi sopra le sozzure in cui ci dibattiamo. Non lo scrivo con ironia. Stamattina ho visto nei miei colleghi ciellini, manovalanza non vertici, quella luce particolare negli occhi, tipica  di chi vede quasi già realizzata la  Gerusalemme celeste  che Formigoni annuncia. Inutile tentare di trattenerli sulla terra con miserie di appalti taroccati o roba del genere: loro vedono già oltre. Saranno ingenui, saranno fanciulleschi, ma ci credono, sono davvero convinti. Dai, tiriamoci su e consoliamoci pensando che l'Italia è ancora un Paese di sognatori.
Piuttosto c'è una cosa di cui vorrei scrivere  che mi turba da ieri e che non ha nulla a che fare coi risultati elettorali. E' una questione un po' complessa, almeno per me, tanto che mi piacerebbe sentire qualche parere, o forse liberarmi anche solo scrivendone.Purtroppo non 'cè tempo, perchè stasera arrivano per una pizzata le amiche di Lerici e con loro non so quanti altri amici. Mica possono venire qui solo per mangiare una pizza ordinata in pizzeria, no? Così sperimento una nuova ricetta: insalata di cous cous con peperoni gialli e rossi, olive nere, capperi, pinoli e pomodorini confit. Se sarà apprezzata ve la passerò. Considerate che Temi è chef in un noto ristorante ligure, acc! E' arrivata con Marzia ieri, per cui  la sera siamo andati tutti a festeggiare da Papos, il risto-pub messicano che a loro piace molto. Ci siamo abbuffati all'inverosimile, bevendo caipirinha (che poi credo sia brasileira) senza ritegno. Ognitanto si può fare, anche perchè c'era da affogare il dispiacere dei risultati. Vabbè, mi metto al lavoro altrimenti combino nulla. State su. Se potete.

Disfatta

Mi pare che peggio di così, stando ai dati dell'ultima ora, non potesse andare. Il Paese è sempre più ferocemente diviso.E' la conferma che la Verità non è bene prioritario e necessario. Peccato.

lunedì, marzo 29, 2010

Ora speriamo!

Ieri nonostante la bella giornata siamo rimasti a casa. Lupetto era impegnato a studiare altrove e perciò...Beh, siamo in primavera ma le nostre abitudini son sempre le stesse. Usciamo poco e non credo sia un bene. Con la scusa che durante la settimana, per lavoro, siamo costretti tutti e tre a macinare kilometri in auto, non si ha più voglia di uscire.In tre poi non è mai abbastanza il tempo che ci si dedica durante il frenetico tempo lavorativo.Quando eravamo coppia -ormai 5 anni fa usti!- non era così: c'era la voglia di distrarsi, di evadere dalla routine. Ma in effetti non eravamo, allora come ora,assidui frequentatori di locali gay. 2/3 volte l'anno al massimo.Non so perchè non ci attraggono molto.

Forse perchè preferiamo stare con gli amici (che sono come noi), non riuscendo a lasciarci coinvolgere dal mondo fashion e brillante di certi ambienti. Ognitanto ci viene la smania di allargare la cerchia delle amicizie per non rinchiuderci in un piccolo ghetto su misura, ma si fa più presto a dirlo che a realizzarlo.Non è un mondo facile quello gayo , come non lo è quello più  generale di cui fa parte.Soffre , forse, delle nevrosi che sono conseguenza del limbo in cui siamo a tutt'oggi costretti socialmente, cui si aggiungono quelle comuni e tipiche  di questo tempo fantastico ma insieme complesso. Mi prende ancora male, per esempio, che l'essere in tre venga facilmente interpretato come potenziale disponibilità di un certo tipo.In questi anni abbiamo conosciuto tanta gente che ci ha frequentato finchè non ha finalmente compreso che quanto sostenevamo a parole corrispondeva perfettamente al nostro vissuto. Gente sparita nel nulla dopo due, tre, quatto uscite, che per noi cominciavano ad assumere i contorni della simpatica amicizia. Bah, non è un dramma però è brutto.
Per oggi non ci resta che disporci all'attesa, sperando che il Paese  ci offra l'occasione per fare festa stasera con risultati elettorali che manifestino la voglia di cambiare.Your Love is all I need !


domenica, marzo 28, 2010

sabato, marzo 27, 2010

Fantasie mute

E a proposito di fantasie, ditemi se anche a voi  viene mai la voglia di legare ed imbavagliare i vostri due compagni per poi farne ciò che ... vi detta il cuore. O anche solo per sedarli momentaneamente  in modo del tutto naturale . Succede in ogni  relazione, quando i giochi offrono libero spazio alla fantasia e questa   trova  in quelli la sua piena realizzazione. L'amore è anche questo. E' anche gioco.A volte competitivo, a volte semplicemente liberatorio. Brutalità e tenerezza si accompagnano  senza contraddizione. I conflitti sono altrove, nelle diversità che la quotidianità finisce necessariamente per svelare,  perchè differenti personalità confliggono inevitabilmente. Non c'è modo di evitarlo e nemmeno gioverebbe alla relazione, che cresce, paradossalmente, grazie  allo scontro. Certo che però è pesante: mica è sempre facile gestire i conflitti, ma , per fortuna, grazie ancora alla  fantasia (e col tempo) si affinano strategie per appianare tutte quelle questioni che il vivere insieme solleva. Dal che si deduce - beh, io deduco- che la fantasia è  una delle qualità  indispensabili al buon vivere comune, di relazione ma anche di polis. Qui però mi devo bloccare chè vige il silenzio elettorale e non voglio che qualcuno mi multi come ha fatto con la  Rai1 e Canale 5 (sigh!).Non avendo legami di parentela con Bertolaso, non posso nemmeno aspirare ad un posto nella Protezione Civile per pagare eventualmente l'ammenda.
In silenzio mi applicherò a fantasticare sulle scelte che gli Italiani consegneranno alle urne.Speriamo bene!

venerdì, marzo 26, 2010

In bilico

Non dovrei dirlo  ma la  coda alla vaccinara come la cucino io, polentone padano doc, neanche la sora Ferminia saprebbe farla meglio! E' stata un successo con la coppia indigena ospite. Chissà com'è che mi riesce così bene? L'ho vista fare una volta in TV e da allora è diventato un mio piatto preferito.Nemmeno l'ho mai  mangiata  a Roma o altrove! Probabilmente mi hanno attratto le sue umili origini: "il piatto nasce da una "cucina di quartiere", condizionata dalla presenza dell'antistante mattatoio, da una gastronomia povera, a base di frattaglie, considerate scarti e regalate ai "vaccinari", o "scortichini", come integrazione della paga.Si doveva trovare il modo di rendere appetibile una carne a buon mercato ma difficile da cucinare, dato il sapore molto carico per l'eccessiva concentrazione di sangue" e così, dopo vari tentativi, è nata l'originale coda alla vaccinara di cui mi sono  appropriato, a differenza di tanti Romani che sembrano snobbarla. Tipo Oscar, che dice testualmente :"Sei la prima persona che conosco che cucina la coda!! ci crederesti?". Sarà che lui è un radical chic di una certa levatura, ma sono certo che la piemontesissima Emma, cresciuta a bagna cauda, tra un digiuno, un sit-in e un'occupazione apprezza moltissimo  il prodotto della fantasia culinaria del popolo che si prepara a sposare. A proposito , leggo come segnale positivo l'avvicinamento della mamma dell'amico romano, simpatizzante finiana, alla candidata Bonino: mi sa che gli Italiani cominciano ad aprire gli occhi.
Naturalmente dopo cena ci siamo sintonizzati su Raiperunanotte e solo al termine, rimasti soli, ci siamo dedicati ai giochi troppiani d'amore.
Fatto sta che forse galvanizzato dalla trasmissione,augurata  la buonanotte dopo le 02 all'ultimo novio che andava a dormire, mi sono attardato  ancora un'oretta prima di seguirli, benchè come tutte le mattine la mia sveglia fosse alle 06 in punto. Ah, nessun problema di digestione. Per nessuno!
C'è che stiamo camminando su un filo, in bilico: o dimostriano equilibrio e buon senso almeno stavolta, o la caduta ci precipiterà in un orrido cui non voglio nemmeno pensare.
Concludendo voglio rassicurare Barbara che  la mia cucina è varia e fantasiosa e contempla anche piatti a base di pesce (con una particolare preferenza per i molluschi, mitili e affini). E quando scrivo che la nostra casa è sempre aperta, non è per una formula di vuota cortesia, ma corrisponde a realtà. Chi davvero si trovasse a passare per questa remota zona di confine non ha che da preannunciarsi, via email o telefono (se ce l'ha), per  sperimentare  la tradizionale accoglienza troppiana che è  una delle poche salde  regole della nostra famiglia."In una stanza quasi rosa" !Mira y escucha este vídeo!

giovedì, marzo 25, 2010

Ricetta d'amore

Tutti sono predestinati all'amore, ci mancherebbe! La bellezza in amore è questione del tutto soggettiva e, per fortuna,l 'attrazione ha  regole che svicolano dai canoni estetico-culturali del momento. In amore è bello ciò piace e non ciò che è bello in sè. La premessa è la risposta all'ultimo commento al post di ieri: i protagonisti del film(video) sono certamente belli, ma l'amore resta appannaggio di tutti. E' democratico, perchè non guarda al portafogli, al ceto sociale, alla cultura,al colore della pelle, alla religione e nemmeno, incredibile, all'età. Se così non è, beh chiamiamolo "altrimenti", ma non amore."Non possumus amare nisi pulchra" ( Agostino,De musica, VI, 13, 38) : quel "pulchra" è ciò cha attrae ciascuno di noi.Se qualcuno non fosse convinto, io son qua a testimoniarlo coi miei due compagni fighi, oltretutto molto più giovani di me.
Oggi però niente discorsi impegnati, che già c'è Formigoni che spunta per ogni dove col suo messaggio ossessionante e, permettete, paraculo (ma quanto ha speso per la campagna elettorale?). Sono occupato ai fornelli, perchè stasera mangiamo alla romana.Cioè, non che ciascuno si paga il suo che tanto stiamo a casa. Intendo proprio  cucina capitolina.Nessun motivo particolare, è capitato così. Coda alla vaccinara, che è il mio piatto di battaglia da quando ho imparato a cucinarlo (benchè poco amato tra gli amici) e carciofi alla giudìa romanesca. Come primo naturalmente bucatini al sugo della coda predetta. Quindi  ho da spadellare. Dovrebbe venire a cena un nostro amico o forse due , quei  pochi "indigeni" appunto che amano il genere, ma se qualcuno di voi passasse  di qui sappia per certo che sarà gradito ospite.

mercoledì, marzo 24, 2010

Latter Days

Ieri si attendeva la decisione della Corte Costituzionale in merito ad alcune norme del Codice Civile che di fatto discriminano le coppie di persone dello stesso sesso, ma è rinviata a dopo Pasqua.
A portare l' argomento all'attenzione dell'Alta Corte erano state  state le ordinanze del tribunale di Venezia e della Corte di Appello di Trento relative alle vicende di tre coppie gay, alle quali l' ufficiale giudiziario aveva impedito di procedere alle pubblicazioni di matrimonio. Nei due provvedimenti si ipotizza il contrasto tra gli articoli del codice civile sul matrimonio e gli articoli della Costituzione 2 (diritti inviolabili dell' uomo), 3 (uguaglianza dei cittadini), 29 (diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio) e 117 primo comma (ordinamento comunitario e obblighi internazionali). I ricorrenti affermano che nell'ordinamento non esisterebbe il divieto espresso al matrimonio tra persone dello stesso sesso, perciò il divieto viola il principio di uguaglianza  scontrandosi anche  con le norme comunitarie. Non solo: ci sarebbe disparità di trattamento anche tra omosessuali e transessuali, visto che a questi ultimi, dopo il cambiamento di sesso, è consentito il matrimonio tra persone del loro sesso originario.

Delle sempre più deliranti esternazioni di colui che ancora per poco è a capo del Governo italiano meglio tacere: gli sono consentite giusto perchè siamo in Italia e i media son quasi tutti suoi. L'ANM fa sapere saggiamente che non risponderà alle continue velenose aggressioni per non farsi trascinare sul terreno di uno scontro politico, che non appartiene all’Istituzione che rappresenta. E, per quanto riguarda gli insulti gratuiti... Beh, leggete qui:  "Un amico che fa il direttore di un grande albergo (non ne farò il nome neppure se torturato) mi ha raccontato di avere visto Berlusconi alle 4 del mattino nel corridoio dell'hotel.
Gli si è presentato dinanzi, per uno di quei contrattempi che a volte accadono nel suo mestiere, un vecchietto rotondo e basso, non calvo ma spelacchiato, scolorito e stinto, la pelle tostata e avvizzita... " (L'insulto speculare). L'aneddoto è illuminante:"C'è la paura di incontrare se stesso nel corridoio di un albergo, di vedersi, appunto, allo specchio che è un tribunale senza Ghedini. È questo l'epilogo del Berlusconi che si sta disfacendo: dopo avere in ogni modo truccato se stesso, adesso - al mattino a mezzogiorno e a sera - trucca gli specchi, lucida la superficie convessa dei suoi Minzolini.".
Intanto i topi (o maiali-ni che dir si voglia) cominciano ad abbandonare la nave... 
 
Un bel video musicale tratto da un noto film per concludere serenamente.
 

martedì, marzo 23, 2010

lunedì, marzo 22, 2010

Voglia di popolo

Più che la primavera sembra iniziato l'autunno, ma va bene uguale chè tanto il tempo prima o poi migliorerà. Quante nevicate potranno esserci ancora? Una, due al massimo, perchè l'inverno è superato e l'esplosione della natura non può tardare a lungo.Un tempo si diceva: "San Benedetto la rondine sotto il tetto", ma da quando hanno spostato la festa del fondatore del monachesimo nostrano a luglio, le povere rondinelle pare siano rimaste disorientate.Prima o poi torneranno anche loro: da qualche anno hanno ripreso a frequentare i nostri siti proprio come un tempo. Noi comunque abbiamo festeggiato il cambio di stagione con la festa di san Pepìto giusto ierisera.C'eravamo tutti, il gruppo storico dgli amici di sempre.
C'è voglia  di uscire dall'isolamento che, complice il lungo inverno, ha creato solitudine, depressione e in certi casi persino disperazione. C'è voglia di fare popolo attorno a Roberto Saviano che ha lanciato un grido di amore disperato per questo nostro Paese, prostrato dalla pesante stagione che si vorrebbe finisse al più presto. Per non restare alla finestra e fare "qualcosa di tangibile" ho aderito subito a "Siamo tutti osservatori". E' solo uno dei 99 modi, di certo non esaustivo, per essere cittadino consapevole ed interessato alla vita della Res publica. Sulla carta (Costituzione) il nostro Stato ci assicura diritti inalienabili, ma poi, nell'applicazione, sembra quasi che noi si debba chiedere favori per ottenere ciò che è già nostro e ci spetta di diritto. E' esattamente quello che denuncia Saviano: "Solo quando la politica smetterà di somigliare al potere mafioso, solo quando cesserà di essere identificato con favori, scambi, acquisti di voti, baratto di morale, solo allora sarà possibile dare un'alternativa vera e vincente".
Si può cambiare. Al di là dell'oceano un signore nero di origini africane è riuscito  a far approvare la più grossa estensione dell'assistenza medica negli Stati Uniti negli ultimi 40 anni! Chi l'avrebbe mai immaginato o anche solo sperato fino a poco tempo fa? "Questa notte abbiamo dimostrato al mondo che siamo un popolo ancora capace di grandi cose", ha poi commentato il Presidente Obama.
Anche noi possiamo essere  un popolo capace ancora di grandi cose. Occorre crederci prima di tutto E poi volerlo: mettiamoci in fila da subito.

domenica, marzo 21, 2010

Luci, eroe nostrano

Finalmente sono andato al cinema! L'ultimo film che ho visto è stato “La vita è bella”, pensate un po' quanto tempo è passato. Ci volevano delle “Mine vaganti” per stimolarmi e convincermi ad entrare in una multisala. Ero curioso di vedere come sono e mi hanno un po' deluso: mi sembrano sale (scatole) un po' fredde e asettiche che diventano magiche solo quando la pellicola inizia. Ad ogni buon conto che film! Fantastico. Ambientato nel Salento mi ha fatto ritornare in quei posti, in quelle spiagge dove con i Novi ho passato una delle più belle vacanze. C'erano perciò i miei ricordi recenti che si intrecciavano con le immagini del film. Un racconto che poco aveva a che fare con il mio vissuto, ma mi è bastato vedere il mare, gli ulivi, i paesi bianchi per ritornare ancora laggiù. Il film è davvero bello. Leggero quanto basta, recitato da attori strepitosi. Persino Scamarcio riesce ad essere credibile. Dopo la proiezione in compagnia di Luci,ci attendevono a casa i Novi con Fabri e Mau per una piacevole serata in compagnia. Tornando dal multisala, siamo passati a prendere le pizze e, vista l'ora tarda, per accelerare i tempi, abbiamo dato una mano al pizzaiolo, rimasto solo nel locale, facendo una consegna a domicilio, mentre preparava le nostre pizze. Mai ci era capitata una cosa simile. E' stato simpatico portare delle pizze a domicilio, ma mi aspettavo almeno una mancia, invece niente, nemmeno un centesimo. In compenso il pizzaiolo ci ha fatto lo sconto di ben 20 centesimi!



Ieri sera poi sempre Luci ci ha raccontato la sua avventura di novello tutore dell'ordine collaborando all'arresto di un rapinatore braccato da ben otto poliziotti. E' andata così. Rientrando dalla messa ( che non perde mai) è stato fermato da una pattuglia della polizia ed interrogato su dove si stesse recando. Capito al volo però che non poteva essere lui il malfattore che cercavano, l'hanno immediatamente lasciato proseguire per la sua strada . Luci, un pò deluso dalla mancata perquisizione (tutti e otto gli agenti erano bellissimi, a suo dire) ha perciò ripreso il cammino, ma presto, nascosto tra le colonne della vicina basilica, ha scorto un ragazzo non molto alto con una giacca verde che corrispondeva perfettamente alla descrizione captata tra le volanti. Il novello eroe non ci ha pensato due volte: con uno scatto è tornato sui propri passi raggiungendo in un baleno gli agenti per segnalare la presenza sospetta. E così è stato: in un attimo il reo è stato catturato ed assicurato alla giustizia . Altro che poliziotti di quartiere e pattuglie padane! Qui abbiamo il nostro Luci Montalbano a terrorizzare chi sgarra. Era successo anche all'Happy di domenica scorsa, ma questa è un'altra storia.

In ogni caso ,di questi tempi molti avrebbero fatto finta di non vedere, per paura di trovarsi immischiati , ma non Luci. Si è lanciato, contribuendo al trionfo della giustizia. Bravo!

Venendo a noi Novios tutto procede abbastanza bene. Ser, molto lentamente si sta riprendendo, e dal numero di antibiotici che ha preso e che sta prendendo sicuramente riceverà un premio fedeltà dalla casa farmaceutica. Ci vuole tempo in queste cose, ma piano piano ritornerà alla normalità. Dan è sempre molto stanco per il lavoro. Ora lo aspettano tre giorni di ferie per assistere i muratori che rifaranno un bagno della casa di famiglia. Lavorerà un po', ma almeno stacca dalla pesante routine della sua attività. Io sono sempre io. Un giorno su, uno giù. Una potenziale “mina vagante”. Un sognatore che testardamente vuole trovare nell'amore quello che gli manca. Non sempre sono appagato. Si sa l'amore è anche irrazionale ed io sono portato a vivere il nostro amore sempre sulla cresta dell'onda. Ci sarebbero tante cose da progettare, da decidere. Ma spesso mi scontro con quei due musoni che purtroppo sono due gocce d'acqua. Vero è che se con uno ci sono stato ben 24 anni vuol dire che entrambi rappresentano la giusta compensazione al mio modo di essere. Però quella “mina vagante” è sempre pronta ad essere innescata. Stasera nuova festa a casa di Pepìto (sanPepìto). Polenta e baccalà. Il tempo autunnale si presta alla serata. Nel pomeriggio staremo a casa "tranquilli". Lupetto è molto impegnato nello studio ed andrà da un compagno a preparare una tesina. Noi staremo qui a ritrovarci e magari a reinventarci e far sì che quella “mina vagante” sia solo lo stimolo per proseguire senza mai adagiarsi, puntando sempre in alto.

Buona domenica e alla prossima!
En
PS: un caro saluto ad un mio amico con il quale ogni tanto chatto. Non capita spesso ma quelle poche volte sono all'insegna della leggerezza e dell'allegria. Da poco legge il blog e condivide con noi la nostra avventura. Ciao Daniele!

Tutto inutile?

"La diserazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. E questa disperazione avvolge il mio paese da molto tempo". È una riflessione che Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca, scrisse alla fine della sua vita. E io non ho paura a dirlo: è necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un'affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un'esagerazione, sappia che l'Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?
Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano: dai più piccoli Comuni sino alla gestione delle province e delle regioni, non c'è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L'ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l'orgoglio. Ma come è potuto accadere?
Il solo dubbio che ogni sforzo sia inutile, che esprimere il proprio voto e quindi la propria opinione sia vano, toglie forza agli onesti. Annega, strozza e seppellisce il diritto. Il diritto che fonda le regole del vivere civile, ma anche il diritto che lo trascende: il diritto alla felicità.Il senso del "è tutto inutile" toglie speranza nel futuro, e ormai sono sempre di più coloro che abbandonano la propria terra per andare a vivere al Nord o in un altro paese. Lontano da questa vergogna.
Io non voglio arrendermi a un'Italia così, a un'Italia che costringe i propri giovani ad andar via per vergogna e mancanza di speranza. Non voglio vivere in un paese che dovrebbe chiedere all'Osce, all'Onu, alla Comunità europea di inviare osservatori nei territori più difficili, durante le fasi ultime della campagna elettorale per garantire la regolarità di tutte le fasi del voto. Ci vorrebbe un controllo che qui non si riesce più a esercitare. Ciò che riusciamo a valutare, a occhio nudo, sono i ribaltoni, i voltafaccia, i casi eclatanti in cui per ridare dignità alla cosa pubblica un politico, magari, si dovrebbe fare da parte anche se per legge può rimanere dov'è. Ma non riusciamo a esercitare un controllo che costringa la politica italiana a guardarsi allo specchio veramente, perché lo specchio che usiamo riesce a riflettere solo gli strati più superficiali della realtà. Ci indigniamo per politici come l'imputata Sandra Lonardo Mastella che dall'esilio si ricicla per sostenere, questa volta, non più il Pd ma il candidato a governatore in Campania del Pdl, Stefano Caldoro. Per Fiorella Bilancio, che aveva tappezzato Napoli di manifesti del Pdl ma all'ultimo momento è stata cancellata dalla lista del partito e ha accettato la candidatura nell'Udc. Così sui manifesti c'è il simbolo di un partito ma lei si candida per un altro.
Ci indigniamo per la vicenda dell'ex consigliere regionale dei Verdi e della Margherita, Roberto Conte, candidatosi nuovamente nonostante una condanna in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica e per giunta questa volta nel Pdl. Ci indigniamo perché il sottosegretario all'economia Nicola Cosentino, su cui pende un mandato d'arresto, mantiene la propria posizione senza pensare di lasciare il suo incarico di sottosegretario e di coordinatore regionale del Pdl. Ci indigniamo perché è possibile che un senatore possa essere eletto nella circoscrizione Estero con i voti della 'ndrangheta, com'è accaduto a Nicola Di Girolamo, coinvolto anche, secondo l'accusa, nella mega-truffa di Fastweb. Ci indigniamo, infine, perché alla criminalità organizzata è consentito gestire locali di lusso nel cuore della nostra capitale, come il Café de Paris a via Vittorio Veneto.

Ascoltiamo allibiti la commissione parlamentare antimafia che dichiara, riguardo queste ultime elezioni, che ci sono alcuni politici da attenzionare nelle liste del centrosinistra. E ad oggi il centrosinistra non ha dato risposte. Si tratta di Ottavio Bruni candidato nel Pd a Vibo Valentia. Sua figlia fu trovata in casa con un latitante di 'ndrangheta. Si tratta di Nicola Adamo candidato Pd nel Cosentino, rinviato a giudizio nell'inchiesta Why not. Di Diego Tommasi candidato Pd anche lui nel Cosentino e coinvolto nell'inchiesta sulle pale eoliche. Luciano Racco candidato Pd nel Reggino, che non è indagato, ma il cui nome spunta fuori nell'ambito delle intercettazioni sui boss Costa di Siderno. Il boss Tommaso Costa ha fornito, per gli inquirenti, il proprio sostegno elettorale a Luciano Racco in occasione delle Europee del 2004 che vedevano Racco candidato nella lista "Socialisti Uniti" della circoscrizione meridionale. Tutte le intercettazioni sono depositate nel processo "Lettera Morta" contro il clan Costa ed in quelle per l'uccisione del giovane commerciante di Siderno Gianluca Congiusta.
(...)
Quando la politica diviene questo, le mafie hanno già vinto. Poiché nessuno più di loro riesce a dare certezze - certezza di un lavoro, di uno stipendio, di una sistemazione. Certezze che si pagano, è ovvio, con l'obbedienza al clan. È terribile, ma si tratta di avere a che fare con chi una risposta la fornisce. Con chi ti paga la mesata, l'avvocato. Non è questo il tempo per moralismi, poco importa se ci si deve sporcare le mani.Solo quando la politica smetterà di somigliare al potere mafioso - meno crudele, certo, ma meno forte e solido - solo quando cesserà di essere identificato con favori, scambi, acquisti di voti, baratto di morale, solo allora sarà possibile dare un'alternativa vera e vincente.
Anche nei paesi dominati dalle mafie è possibile essere un'alternativa.
Lo sono già i commercianti che non si piegano, lo sono già quelli che resistono, ogni giorno.
Del resto, quello che più d'ogni altra cosa dobbiamo comprendere è che le mafie sono un problema internazionale e internazionalmente vanno contrastate.
L'Italia non può farcela da sola. Le organizzazioni criminali stanno modificando le strutture politiche dei paesi di mezzo mondo. Negli Usa considerano i cartelli criminali italiani tra le prime cause di inquinamento del libero mercato mondiale. Sapendo che il Messico oramai è divenuto una narcodemocrazia la nostra rischia di essere, se non lo è già diventata una democrazia a capitale camorrista e ndranghetista.
Qui, invece, ancora si crede che la crisi sia esclusivamente un problema legato al lavoro, a un rallentamento della domanda e dell'offerta. Qui ancora non si è compreso davvero che uscire dalla crisi significa cercare alternative all'economia criminale. E non basta la militarizzazione del territorio. Non bastano le confische dei beni. Bisogna arginare la corruzione, le collusioni, gli accordi sottobanco. Bisogna porre un freno alla ricattabilità della politica, e come per un cancro cercare ovunque le sue proliferazioni.
Sarebbe triste che i cittadini, gli elettori italiani, dovessero rivolgersi all'Onu, all'Unione Europea, all'Osce per vedere garantito un diritto che ogni democrazia occidentale deve considerare normale : la pulizia e la regolarità delle elezioni.
Dovrebbe essere normale sapere, in questo Paese, che votare non è inutile, che il voto non si regala per 50 euro, per un corso di formazione o per delle bollette pagate. Che la politica non è solo uno scambio di favori, una strada furba per ottenere qualcosa che senza pagare il potere sarebbe impossibile raggiungere. Che restare in Italia, vivere e partecipare è necessario. Che la felicità non è un sogno da bambini ma un orizzonte di diritto.

©2010 Roberto Saviano/Agenzia Santachiara:
Per un voto onesto servirebbe l'Onu (articolo integrale)

sabato, marzo 20, 2010

Non lasciamoli soli!

Le mafie sono viscide, codarde. Uccidono le persone sole, abbandonate a se stesse .Quando non  possono eliminarle fisicamente, lo fanno moralmente seminando veleno che crea  il vuoto intorno a loro.Non è una novità: è sempre stato così. Oggi eravamo in tanti a Milano a sostenere la lotta  di magistrati e forze dell'ordine contro le mafie.Ma da soli non possono farcela.Devono fare la loro parte anche i politici, le banche, gli industriali e noi, società civile. Tutti. Le mafie sono fenomeno umano e perciò non invincibile e se solo ci fosse la volontà di tutti, ciascuno per la sua parte... Evidentemente sono in gioco interessi che coinvolgono una parte non secondaria di questo Stato, ma finchè i magistrati avranno le mani legate non potranno rovistare seriamente nel marcio del cosiddetto 3°livello.Ora poi che nuovi progetti di legge affideranno maggiore autonomia alla polizia, che è alle dirette dipendenze del potere esecutivo, diventerà praticamente impossibile approfondire i legami che sono all'origine dello strapotere mafioso. C'è un  disegno, nemmeno tanto velato, che si propone di concentrare l'attenzione  delle forze dell'ordine sulla microcriminalità, la bassa manovalanza, evitando così che energie ed intelligenze si impegnino nelle fitte trame  del cancro mafioso. Già oggi magistrati e poliziotti devono perseguire il "reato" di clandestinità dei tanti derelitti che per disgrazia approdano nel nostro Paese,  la cui colpa è solo l'estrema povertà. Poco importa, anzi meglio se non hanno più tempo per inseguire i complicati  giri di capitali che comunque , grazie al recente "scudo fiscale", sono tornati in patria "ripuliti", senza nemmeno bisogno di giustificazione e  denuncia.
Finchè resteremo indifferenti a ciò che si consuma nei Palazzi del potere, convinti che non sia un nostro problema, perchè "qui al Nord la mafia non c'è o, al più, non si vede",  finchè continueremo a credere ciecamente alle false informazioni che i media subdolamente distribuiscono , gli Uomini onesti che ancora ci sono in questo Stato potranno ben poco e la loro stessa vita sarà in pericolo.  Siamo in tanti a voler sradicare davvero il fenomeno mafioso, siamo in tanti a credere ancora nella Giustizia e nell'Onestà: apriamo gli occhi di fronte alla realtà e facciamoci sentire. E, soprattutto, non lasciamoli soli!

P.S. Oggi  ho stretto finalmente la mano a Rosario Crocetta ( e a tanti altri), ora deputato europeo: c'è nulla da fare, quando mi fisso prima o poi riesco a realizzare i miei propositi!

venerdì, marzo 19, 2010

XV Giornata contro le mafie

Ci siamo: domani, in anticipo di un giorno rispetto la data tradizionale che coincide con l'inizio della primavera,appuntamento con la XV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie a Milano. La capitale finanziaria è stata scelta quest'anno da LIBERA proprio perchè il tema proposto è la dimensione finanziaria delle mafie.

"Troppo spesso si licenzia frettolosamente ancora oggi il problema mafie come qualcosa che riguarda solo alcune regioni del Sud Italia. Sappiamo per certo che non è così, che oggi le mafie investono in tutto il mondo e che nel Nord Italia ci sono importanti cellule di famigerati clan, che riciclano denaro sporco, investono capitali nell'edilizia e nel commercio, sono al centro del narcotraffico, sfruttano attraverso lavoro nero.
La corruzione, oggi nuovamente a livelli altissimi come sottolineato dalla Corte dei Conti, è un fenomeno presente in misura crescente dove ci sono maggiori possibilità di business: è dunque il Nord tutto a doversi guardare da questi fenomeni di penetrazione di capitali illeciti.".

Con la speranza che tutto il Nord, Padania compresa, si accorga finalmente della subdola presenza mafiosa, infiltratasi ovunque circola denaro, io ci sarò!

giovedì, marzo 18, 2010

Servizi mutuabili

E' morto Pingping. Povero: sballottato in giro per il mondo,  il suo cuoricino non ha retto. 74 cm di vita che hanno dato un senso alla "anormalità", esibendola nel grande circo dello spettacolo.E' una storia triste e tenera nello stesso tempo.C'è chi fa carte false per mettersi in mostra e c'è invece chi è costretto ad esporsi  per vivere. Per molti la vita è davvero matrigna, terribilmente ingiusta soprattutto se paragonata a quelli di altri che invece  se la godono, arraffando senza scrupoli più che possono. Come l'ex vicepresidente della Regione Puglia, pieddino,arrestato poco fa  per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta.Per non parlare del solito "capo" degli  Impuniti, le sue cricche, bande ed affini. E' di fronte a simili contrasti che si vorrebbe credere e sperare in una Giustizia superiore. Per riequilibrare le sorti. Almeno "dopo", se non si riesce e non si fa in tempo "prima".
Sessoterapia, ecco quello che ci vuole quando l'umore sprofonda: fa bene al corpo e allo spirito. 
E' un tuffo nella vita che, per tutto il tempo che impegna,  esclude  magicamente problemi e  tristezze dalla mente. Dovrebbe essere a carico del Servizio Sanitario come i farmaci salvavita. O almeno giustificare ritardi sul lavoro, uscite improvvise,assenze... E aggiornamenti, perchè no? Sono necessari per una buona e serena vita relazionale di coppia /troppia! Il "Fate l'amore, non la guerra", ormai  pare sia praticato alla lettera e con grande successo solo dai Bonobo  : " essi fanno molto amore, e lo fanno in ogni modo immaginabile. Oltre ciò, essi sono anche molto amorevoli, mostrando sollecitudine e compassione vicendevole in molti modi. Nella società bonobo, come in quella umana, il sesso trascende la riproduzione. Serve come mezzo per legami, per scambiare energia e condividere il piacere". Lo praticano  "frequentemente faccia a faccia, guardandosi negli occhi a vicenda". Non è stra-bello? Ma anche questi dolci e amorevoli primati, così pacifici e carini tra loro, si trasformano in mostri aggressivi e violenti nei rapporti con gli "altri", i diversi da loro (Altro che pacifisti!).
Sembra proprio non ci sia equilibrio in natura: è inutile sperare in un Eden già pronto e su misura per tutti.Ognuno deve fare quel che può e sa: in ogni caso cominciamo o riproviamo dal sesso, mutuando quel che c'è di buono dai cugini scimpanzè.

mercoledì, marzo 17, 2010

Solo sesso senza amore?

Appena si muove nell'aria qualcosa che ha a che vedere con il nostro vissuto è ovvio che mi precipiti a sapere. Non è solo curiosità, ma continuo bisogno di conoscenza e di nuovo apprendimento, perchè potersi confrontare e godere delle ricchezze altrui può facilitare la vita  rendendola più spedita.Ecco perchè tengo d'occhio Lo specchietto delle allodole, che racconta ciò che sta capitando all'interno di una relazione dal punto di vista di uno dei tre soggetti protagonisti, l'amico L'Impertinente. L'ultimo post ha suscitato una divertente discussione sulle diverse "modalità" del sesso a tre, grazie ai simpaticissimi Oscar e Massi. Tra i commenti mi ha colpito quello di Enrico che manifesta il pensiero dei più: "Mmm, che bello!! Solo che sì, anche io fatico ad immaginare una troppia, al di fuori dalla sfera sessuale...". Perchè è vero, della troppia si ha esclusivamente l' immagine offerta da una letteratura parziale, destinata a  stimolare le fantasie sessuali più o meno inconfessate di molti, credo non solo gay. Si riconosce senz'altro al "trio" una carica erotica eccitante, che però resta rigidamente confinata nei margini delle potenzialità sessuali, senza che venga anche solo  il sospetto che uguale ricchezza di  intensità possa riversarla anche nei sentimenti,   in una completa ed autentica vita relazionale a tre.Come mai? E' a causa del potere esagerato della libido che concentra nel sesso i bisogni e le aspettative più urgenti, o  la troppia rappresenta  un vero tabù culturale che mina pericolosamente la rassicurante coppia, fulcro della famiglia tradizionale?
Nel lasciare aperta la questione, mi defilo con  un dolce e tenero videomusicale di amore (gayo) di coppia, sperando nel futuro di poter godere anche "produzioni" che abbiano per protagonista l'amore di troppia.

martedì, marzo 16, 2010

Scampato

Torno a casa ora dopo essere stato sottoposto al bombardamento del fastidioso calcoletto. Adesso devo solo aspettare che i frammenti seguano il loro corso naturale, possibilmente senza nuove coliche. Speriamo. Va detto che la Sanità pubblica funziona: lunedì della settimana scorsa la decisione di procedere, qualche giorno dopo gli esami preliminari e già oggi l'intervento. Davvero velocissimi! Ero un po' preoccupato perchè nessuno mi aveva spiegato chiaramente cosa mi aspettava, ma, come sempre quando vado verso l'ignoto, ha prevalso l'eccitazione per la nuova avventura ,per cui stamattina  mi sono consegnato fiducioso e disposto a tutto al nosocomio lariano (peraltro prossimo al trasferimento nella nuovissima sede,  da anni oggetto di interminabili polemiche). L'ambiente accogliente (beh, come può esserlo un ospedale in dismissione), il personale simpatico e professionalmente rassicurante, i pazienti-utenti (e parenti e amici) disponibili alle chiacchiere hanno permesso alla mia naturale curiosità  di spaziare liberamente, quasi senza ritegno. Un pò, devo ammettere, mi sono vergonato nello sfilare lungo il corridoio, affollato di gente , col solo camice (aperto dietro, uff!) per entrare in "sala operatoria", ma i lusinghieri apprezzamenti della bella infermiera mi hanno aiutato a sostenere la parte con una certa dignità.Insomma è stato bello. Forse meno il bombardamento in sè, che però è sopportabile. Ora mi dispongo alla nuova attesa, sperando che la frantumazione sia avvenuta:  da certi segnali fastidiosi che avverto direi già che è andato tutto bene.
Poco fa ho letto che lo scorso 22 febbraio è morto p. Robert Carter, teologo gesuita e attivista gay.Non lo conoscevo, ma dal poco che ho potuto capire credo sia stato un Grande uomo coerente, oltre che cristiano e religioso coraggioso.Non riteneva ci fosse contraddizione tra omosessualità e cristianesimo:"Gesù si è relazionato con gli emarginati e i peccatori, con quelli, cioè, che l’establishment religioso della sua epoca rifiutava; mi sento un gesuita completo – un vero “compagno di Gesù” [il nome ufficiale dei gesuiti è “Compagnia di Gesù”, ndr] solo da quando ho fatto coming out: come gay appartengo ai “rifiutati” della nostra epoca". Penso sia giusto ricordarlo, perchè è grazie a persone così che la cultura si evolve e con essa quella  nuova mentalità sociale che tutti auspichiamo. E' notizia di oggi che la Suprema Corte di Cassazione considera reato "esprimere riprovazione per le tendenze omosessuali" .
E' già un grande passo in avanti contro l'omofobia che i politici non vogliono riconoscere.

lunedì, marzo 15, 2010

Happy hour elvetico

Ierisera divertente puntata nel Ticino . Quasi con  proverbiale puntualità svizzera abbiamo raggiunto l'happening chiassoso pochi minuti dopo le 19, trovando però il locale già stracolmo di gente. La nostra carovana di migranti della festa era composta, oltre che da noi tre, da Giulio & Eranani e Luci, reduce quest'ultimo da un tour partenopeo e ancora un po' contrariato dalla mia lettura dei delitti  che gettano ombra sul territorio lariano. (Nel corso della serata, complice qualche drink di troppo, ha però ammesso di aver adottato straordinarie misure precauzionali per tutelarsi da imprevedibili comportamenti dei pacifici vicini: nuovissimo sistema d'allarme con telecamere lungo tutto il perimetro balconato e classica catenella alla porta).A parte Mo, presente col fidanzato elvetico, credo fossimo gli unici Italiani presenti. Ciò spiega il motivo per cui ci è stata posta più o meno da tutti gli interlocutori la domanda: "Quando vi liberate del nanetto?", cui personalmente ho smesso di rispondere già alla terza richiesta, desiderando in cuor mio che fosse presente l'Anonimo lettore (e forse anche I'm so) a render conto della vergogna nazionale.Per il resto, tutto è filato liscio e la serata è stata simpaticamente diversa .Abbiamo subito incontrato  Simo  con Pa, con le quali abbiamo poi trascorso l'intera serata o quasi, tanto che mi era rimasto lo scrupolo di aver loro impedito la libera caccia, ma ho appena letto il post The L-Word Ticinese e mi sono subito tranquillizzato.In effetti le nostre due amiche avevano poco da spartire col "grosso" del pubblico femminile presente, eh eh: sono veramente due belle ragazze-ragazze, tanto che provocano anche a noi qualche scompenso d'orientamento. Abbiamo rivisto con molto piacere Isa, protagonista di una stagione di questo Blog con le sue Lettere dall'Ecuador e tutte le fondatrici e socie di Imbarco: Donatella, coordinatrice e anima del gruppo, la bella Al, il mio mito elvetico,nota  giornalista e conduttrice della TSI (Televisione Svizzera Italiana), Carla, etc. Mancando da un po' non sono riuscito a capire i nuovi assetti relazionali, perchè, si sa, le donne in questo sono estremamente frizzanti e volubili (non me ne vogliano!), per cui, nonostante la faccia tosta che mi ritrovo in certe situazioni, per non far gaffes ho preferito non indagare. Anche perchè un po'- devo ammettere- mi fanno  paura.
Comincia così una nuova settimana con lo spirito  rinfrancato e disponibile. Speriamo che valga per l'intero Paese e tutti si comprenda che è ora di puntare in alto . Sono stanco e mi vergogno per questa fissa della maggiornaza dei connazionali per il torbido, che ci porta tutti a puntare lo sguardo sempre più in basso , costringendoci innaturalmente a testa in giù. In fondo dobbiamo solo recuperare le giusta prospettiva: è così difficile?

domenica, marzo 14, 2010

Bioritmi e flessibilità

Tardissimo anche stanotte, quasi le 5.00! Dan,come il solito, si è addormentato sul divano svegliandosi solo dopo le 2, stranamente non imitato da En, che però aveva dormito nel pomeriggio.Ovvio che poi si fa l'alba volendo giocare.I miei compa hanno i bioritmi alterati: quest'è! Sono io che poi mi riduco a dormire 3 ore per notte.
 Fa nulla, che tanto oggi è una meravigliosa giornata di luce e sole. C'è ancora la gelata mattutina, ma è questione di poco.
En ierisera ci ha portato al turco-calabrese qui nel paesello, perciò siamo usciti senza auto. Succede talmente di rado potersi muovere a piedi che val la pena segnalarlo. Ci hanno raggiunti  Pepìto e anche i genitori di En incuriositi dalla fusion proposta dal ristorante recentemente scoperto. Purtroppo nei giorni scorsi il cuoco ha abbandonato la cucina per migrare in America, dove gli è stato offerto un posto allettante  in un atelier di moda come... stilista e così ci siamo dovuti accontentare della pizza, preceduta però da  un antipasto a base di  kebab. Mi pare il suo un ottimo esempio di flessibilità, oltre che di mobilità lavorativa: non tutti sanno e possono riciclarsi così velocemente e differentemente.Indubbiamente è questione di talento personale ma anche , credo,di mente davvero elastica. Come cuoco l'avevamo sperimentato ed apprezzato, chissà che  non lo vedremo presto sfondare anche come stilista!
Ad ogni buon conto, oggi relax relax e ancora relax. Spero.
Forse una puntatina, sempre a piedi, nel paese vicino dove c'è l'appuntamento mensile col proibitivo  mercato di prodotti di Forte dei Marmi.E' il sole che chiama ad uscire nella natura, tra la gente.
Buona domenica!

sabato, marzo 13, 2010

Antistress

Sabato col sole finalmente. E col sole l'aria si scalda, la temperatura comincia a salire. La primavera sembra più vicina: metereologicamente è lì, tra 8 giorni esatti.Siamo in dirittura d'arrivo e nessuna tempesta potrà più ritardare l'inizio della bella stagione. Gli unici sconvolgimenti seri che attendiamo sono quelli politici, stra-benvenuti naturalmente.
Domani  alle 19 saremo a Chiasso, al Silver Cafe di via Pasta, per il Sunday's Happy Hour, organizzato mensilmente da Imbarco Immediato in una diversa  città ticinese. Chiasso è proprio qui dietro l'angolo e sarebbe un peccato non andarci. Credo sia ben più di un anno che non frequentiamo i vicini imbarcati coi quali abbiamo condiviso diversi momenti di festa. Con noi dovrebbero venire anche alcuni amici milanesi ed allora la festa sarà davvero completa.
Fino a domani però sarà tempo esclusivamente di troppia: abbiamo bisogno di riposare e di giocare tra noi per scaricare lo stress accumulato in queste ultime pesanti settimane invernali.

En ha già annunciato che  stasera ci porterà fuori a mangiare per non sprecare tempo tra pentole e fornelli,Lupetto uscirà con gli amici e la casa, dopo, sarà tutta nostra...
Buon finesettimana!

venerdì, marzo 12, 2010

Peggio dello Zimbabwe

Parola di Mauro Masi (dg Rai): «certe pressioni non si ascoltano neanche nello Zimbabwe».
"La Guardia di finanza intercetta il premier mentre chiede a Innocenzi (Agcom) sanzioni contro Santoro. Nell’inchiesta Minzolini e Masi. In un’indagine della procura di Trani emerge un giro di telefonate nelle quali B. vuole bloccare le puntate sul caso Mills e il pentito Spatuzza. Nel mirino anche Floris e la Dandini.".(L'Antefatto).
C'è bisogno di aggiungere altro se non le scuse al Paese africano che ha già dimostrato molta più dignità del nostro?

PS La foto è volutamente provocatoria.

Quel ramo rosso sangue...

Uff. Anzi, ri-uff. Punto esclamativo. Sembra io sia l'unico in tutto il comasco a vedere dietro gli omicidi che si consumano con incredibile frequenza in questa terra (l'ultimo ieri, per fortuna la vittima stavolta è sopravvissuta) un campanello d'allarme cui si deve prestare attenzione. Quali i mali lariani (8 gennaio 2007)il primo post sull'argomento  e Nulla (4 febbraio 2010), l'ultimo. Dall'inizio dell'anno sono già tre i delitti: a Como un armaiolo ha  ucciso il suo strozzino e lo ha decapitato per poi infilare la testa  nel forno a legna della pizzeria del suocero nel tentativo di farla sparire.Domenica scorsa, 7 marzo, a Bellagio,un tranquillo signore di mezzetà ha strangolato la sua convivente con un filo elettrico. Infine ieri, la tabaccaia di Albavilla, indossata la maschera di Scream invenduta a carnevale, ha accoltellato la vicina, pare per rapinarla. Magari più avanti si scoprirà che anche in questo caso c'è una storia d'usura nello sfondo. Ora, caro Luci, questi non sono più episodi sporadici: la percentuale di delitti nella nostra provincia è superiore di gran lunga a quella dell'intero interland milanese, Quarto Oggiaro compresa. Superiore persino a certe zone del sud, dove comunque i crimini sono opera di quel cancro virulento che sono le organizzazioni  mafiose.Qui i responsabili sono cittadini come noi, persone normali (beh, si fa per dire vista l'efferatezza dei delitti) di una provincia per bene, bigottamente cattolicissima. Che sta succedendo? C'è nell'aria , stra-inquinata grazie alla cricca che finge di amministrarci,  qualche agente estremamente nocivo che diffonde germi di violenza sanguinaria? In questo caso  siamo tutti in pericolo, potenzialmente carnefici o vittime. O è piuttosto lo "sporco", nascosto gelosamente in tutti questi anni sotto il tappeto dell'agiatezza economica, che sta venendo alla luce nel momento in cui la spaventosa crisi del teziario  ha messo in ginocchio ditte un tempo floridissime e con loro migliaia di lavoratori? Non è solo storia di usura (che è già ben grave): è storia di ordinaria disperazione di gente che col tempo ha perso di vista qualsiasi riferimento valoriale in nome dei danè (soldi).Emblematica è l'avventura dei "passatori": dal contrabbando di sigarette e cioccolata a quello attuale di persone (clandestini), passando per la droga, le armi, i diamanti e l'oro, la varia tecnologia, l'esportazione dei capitali ed il riciclaggio di denaro. Già ai tempi delle leggi razziali (1938) tanti contrabbandieri senza scupoli, dopo aver intascato soldi da poveracci che speravano di salvarsi oltre confine, vendevano gli stessi ai fascisti, consegnandoli così ai carri merce in partenza per i campi si sterminio. Senza scrupoli pur di arricchirsi, questa è l'amara verità che ha fatto di Como e della sua provincia, finchè è stato possibile, una delle terre più ricche del Paese.Certo non tutti si sono lasciati trascinare in questa mentalità perversa. La maggioranza di noi ha sudato e faticato onestamente per avere quel poco che ha. L'errore però è stato quello di consegnare ai senza scrupolo, ai delinquenti,le sorti dell'economia e della politica di questa terra. Delega in bianco, senza sorvegliare, senza controllare, presi com'eravamo dal nostro lavoro.  Ora si pagano con la disperazione di tanti le scelte sbagliate che hanno concentrato nel terziario l'intero sviluppo, mortificando qualsiasi altra possibilità, prima tra tutte il turismo. Perchè questa terra è malata, riconosciamolo, ma è ancora una gran bella terra, ricca di patrimoni naturali, storici ed architettonici. E' questo a rendere ancora più penosa l'agonia  che ora ci tocca.

giovedì, marzo 11, 2010

Tipicità delle diversità

Quando scrivo che due maschi non possono vivere come marito e moglie non mi riferisco ovviamente a ruoli tradizionalmente predefiniti, piuttosto al modo  di affrontare insieme  la vita, dagli aspetti più quotidiani e secondari a quelli più sostanziali, che maschio e femmina, per una sorta di complementarietà psicologica, sociologica e perfino storico-culturale hanno sviluppato nel tempo. L'appartenenza allo stesso sesso (con tutto il complesso di elementi caratterizzanti) potrebbe determinare in alcuni casi  la sclerotizzazione interpretativa con conseguente inasprimento delle tensioni nella relazione. Non è un rischio remoto se si considera che  la convivenza deve rispondere a quotidiane sollecitazioni di varia natura. Gli esempi rischierebbero di banalizzare la natura del problema, ma potrebbero essere tanti anche nelle coppie che non si trovano a gestire la crescita e l'educazione di figli. Semmai quest'ultima eventualità rende ancora più esplicita la complementarietà e  la differenziazione dei ruoli in ordine alle responsabilità nei confronti di terzi. L'attenzione  quindi è sulle modalità che  la coppia omo mette in atto per  valorizzare, o superare quando serve, quelle "affinità naturali" che, se trascurate, rischiano di trasformarsi  in asperità e tensioni, convertendole invece in patrimonio comune. In realtà ciascuna coppia/troppia vivendo, senza rendersene conto, affronta e supera di volta in volta il problema, quando alla base c'è un sentimento forte che cresce di pari passo con la convivenza. Mi pare che la troppia in questo sia forse facilitata ,perchè essendo in tre si presenta la possibilità che, a seconda della situazione, uno funga da catalizzatore o mediatore tra gli altri due.Non potendo contare su alcun tipo di protezione sociale assicurata dal riconoscimento giuridico, ogni esperienza finisce con  l'esaurirsi all'interno della coppia che   è costretta ogni volta  a ricominciare da zero o almeno da 2 ,se si  tiene  conto delle esperienze precedenti dei soggetti,non sussistendo  l'eventualità di  patrimonizzare per il bene di tutti anche solo alcune dritte che potrebbero avviare un modello culturale di riferimento.
 D'altra parte una bozza di modello culturale credo sia lecitamente richiesta dalla società civile nel momento in cui è chiamata a riconoscere la validità dell'unione omo, volendo comprenderne la ricchezza peculiare ,che è  diversa dalla tradizionale maschio e femmina, affermandone così la conseguente rilevanza sociale e valoriale, come richiesto dalla Costituzione.
Noi ovviamente come troppia non ci aspettiamo a breve un riconoscimento giuridico, ma siamo ovviamente solidali con le coppie che pretendono la parità di diritti e doveri delle coppie etero.Il 23 Marzo p.v. la Corte Costituzionale si pronuncerà proprio sulla "costituzionalità" di alcune norme del Codice Civile  che di fatto discriminano le coppie di persone dello stesso sesso. E' un appuntamento da non perdere e per il quale è bene   firmare l' Appello che trovate sul Blog di Fabio.

mercoledì, marzo 10, 2010

L'ultimo reality show

"Pietro Marongiu, operaio della Vinyls di Porto Torres ricorda così il primo giorno dell’iniziativa di protesta che ha attirato l’attenzione sulla situazione di stallo (gli impianti dovevano ripartire 15 dicembre e sono ancora fermi) della loro azienda chimica: "E’ il primo giorno su quest‍’isola deserta, l’Asinara, o meglio ora isola dei cassintegrati. Chiuso nella cella di questo carcere abbandonato sembra sia già passato un mese. Mi guardo intorno e penso a quando c’erano i capimafia qui dentro, e ora noi. Gente onesta che ha lavorato una vita, io ho 56 anni e faccio 30 anni di lavoro. Facevo, anzi. Sono venuto qui con coetanei e ragazzi che potrebbero essermi figli, spinto dalla rabbia dei silenzi della politica e dell’Eni, dalla voglia di fare sapere. Ma ora qui dentro, al freddo… mi chiedo se servirà. Dalle sbarre vedo la macchia mediterranea fuori e il mare, tutto sembra così deserto e silenzioso… come l’isolamento in cui ci siamo ritrovati noi, col sindacato nazionale che ci ignora. Però quest’isola è anche incredibilmente bella, e questo ci darà forza. Vale ancora la pena di lottare".
                                                                                                                                          (da L'Antefatto)

Nuovi riferimenti


La neve è arrivata e, se non fosse che è marzolina, ci avrebbe già sepolti, visto che vien giù ininterrottamente da ieri pomeriggio. Stranamente mi eccita così tardiva,  probabilmente perchè non ci sono i disagi delle nevicate invernali e le strade restano immacolate o quasi.O anche perchè la primavera è appena dietro l'angolo e mi fa tenerezza il colpo di coda di questo inverno lunghissimo che sembra non volerci lasciare.
E' rimasta in sospeso la mia provocazione di ieri. E' da molto che mi piacerebbe discutere con il maggior numero possibile di persone l'argomento che mi sta davvero a cuore, tanto che periodicamente ci torno  sul Blog."La coppia gay, che in assenza di modelli di riferimento si è sempre ispirata all'unico modello conosciuto, cioè quello etero dei propri genitori, dovrà coraggiosamente cercare proprie strade, riconoscendo che è altra rispetto alla non più tradizionale uomo-donna. E' possibile la coppia omo, noi stessi l'abbiamo vissuta per 19 anni, ma da subito En ed io, abbiamo capito che per "durare"non avremmo dovuto scimmiottare quella etero, perchè le difficoltà e le esigenze erano diverse e chiedevano perciò soluzioni nuove, nel rispetto di noi stessi e del nostro stesso amore".(6.05.07) .E ancora:"In qualche modo eravamo già dei pionieri senza saperlo come dice d.F.Barbero:"C'è una tradizione secolare che ha eretto il modello eterosessuale ad unico modello. Gli omosessuali sono stati e sono una rivoluzione. Fanno vedere che fuori dal modello esistono diverse possibilità di amore, ma chi ha il potere vuole un modello, solo perchè si governa più facilmente.Quando però l'amore esplode non lo governi più". ("E io vi dichiaro..." in La Sicilia, 20.09.2006)".(27.10.06).
Il problema non è il matrimonio o il tipo di riconoscimento che lo Stato, prima o poi, sarà costretto a concedere alle cosiddette famiglie alternative, ma come noi, coppie/troppie omo, concepiamo e viviamo il nostro amore omo-sessuale, posto che la relazione maschio-maschio (o femmina-femmina) è necessariamente diversa  da quella etero maschio-femmina.Non sto a spiegare le ragioni di tale diversità perchè credo siano sotto gli occhi di tutti, il problema  è piuttosto a quali modelli culturali riferirsi, se già esistono, evitando di "scimmiottare" quello etero che è appunto sostanzialmente "altro". Naturalmente la questione non si concentra sulla sessualità che da sola non esaurisce la relazione, essendo questa ben più complessa ,comprendendo le diverse componenti la persona (psichica, affettiva, intellettulae, sessuale,etc).Da qualche altra parte del Blog sostenevo che proprio lo scimmiottamento di una realtà che non può appartenerci perchè "altra" nella sostanza, è causa di conflitti, nevrosi  e fallimenti nelle relazioni dell'amore gayo. E' sulla base delle esperienze vissute da più coppie (troppie) omo che si può costruire un nuovo modello, che sia anche  di riferimento per le coppie/troppie future che godranno così del pieno affrancamento  dal prototipo etero.
 L'interesse (e anche  la curiosità) della società civile ( e non religiosa!) maggioritaria (che è etero) non può che essere sollecitato positivamente da un altro modello  che si afferma sul campo e a quel punto non potrà che prenderne atto, riconoscendone giuridicamente la validità a tutti gli effetti. Questa è per me l'unica  strada per arrivare alla conquista paritaria di diritti e doveri per le famiglie oggi ancora considerate "alternative".

martedì, marzo 09, 2010

Verso quali modelli?

Un po' alla volta i cambiamenti sociali diventano evidenti ed allora costringono a riflettere anche controvoglia. Succede anche per la famiglia, sacra istituzione nazionale, che molti vorrebbero ancora ferma a prima dell'avvento del divorzio che  ha però introdotto nuovi stili di vita con l'allargamento parentale e con la migrazione dei figli, ridotti a fare la spola da un genitore all'altro. La mobilità lavorativa introduce ora il concetto di "famiglia pendolare", quella che si riunisce tutta insieme, quando va bene, il fine settimana. D'altra parte il lavoro è necessario e se ne afferra l'occasione come e dove  si può, anche se ciò costringe alla separazione fisica del nucleo familiare.Il vivere insieme sotto lo stesso tetto ormai non basta più a definire la famiglia che , intesa come “società naturale” fondata sul matrimonio, rimane istituzione cardine per la specifica rilevanza sociale e valoriale come detta la nostra Costituzione. Ai significativi mutamenti riguardanti la fisionomia della famiglia tradizionale si devono aggiungere le (relativamente) nuove "pretese" di riconoscimento di altri modelli   di unione che, proprio sulla base della "naturalità", esigono riconoscimento e perciò  la tutela dello Stato. Troppo preoccupati (giustamente) di raggiungere il desiderato obiettivo, le "nuove" unioni alternative sembra non stiano rendendosi conto che il veloce cambiamento della società impone significative evoluzioni anche al loro modo di concepire e vivere la famiglia. L'ansia di normalizzazione induce purtroppo la riproposizione (un tempo scrivevo più brutalmentre " lo scimmiottamento") di modelli familiari tradizionali, che, come si è visto, non solo sono ormai superati, ma subiscono continue pressioni di trasformazione.Diventa forse più urgente che mai discutere quali modelli di relazione sono oggi percorribili nell'universo gayo, non solo per la credibilità necessaria ad ottenere il consenso sociale, ma anche per la vita stessa della coppia, troppia o altro. Una volta finalmente affrancati dal modello etero. Naturalmente.