Ciao a tutti,
rieccomi a voi. Vorrei avere piu' tempo per poter scriverevi piu' spesso, ma tempo libero e computer funzionanti non sempre si possono coniugare. I lavori al centro sono quasi finiti. Mi prende un senso di felicita' e orgoglio quando al mattino entro a scuola e vedo quello che siamo riuscite a fare in due mesi.Speriamo di poter accogliere i bambini in dicembre, ma incrocio le dite perche' abbiamo dovuto spostare la data di apertura gia' due volte. Oggi qui e' giorno di elezioni politiche, si vota per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati all'insegna della demagogia e del populismo. I due candidati hanno cercato di superarsi a vicenda , promettendo cose che non potranno mai mantenere. Si sono gettati addoso fango a vicenda e nessuno dei due ha presentato un programma politico chiaro e convincente. Qui la gente piu' povera vota con la pancia e non con la testa. Infatti e' difficile ragionare quando si ha fame.L'esito e' alquanto incerto, ma ascoltare la gente che discute e' molto interessante. Chi votera' per Correa, paragonato a Ugo Chavez, dice che finalmente si potra' uscire dalla corruzione e che il paese potra' davvero cominciare a camminare con le sue gambe. Scopo di questo eventuale presidente e' quello di rendere il paese piu' forte economicamente per renderlo piu' indipendente dall'estero; in particolare dagli Stati Uniti. Nei prossimi quattro anni vuole anche reintrodurre la moneta nazionale, ora sostituita dal dollaro. Coloro che voteranno per Noboa, l'uomo piu' ricco del paese, sostengono invece che chi sa amministrare cosi' bene le sue aziende sapra' fare altrettanto con lo stato. Questa mi sembra di averla gia' sentita qualche anno fa dalle nostre parti.... Il fratello della collega che mi ospita dice che votera' per Noboa, perche', anche se rispetta i poveri, sostiene che quando questi vanno al potere rubano piu' degli altri. Queste elezioni, mi hanno dato modo di poter parlare di piu' con la gente,e di scoprire, con un po' di preoccupazione, che anche qui il razzismo e' fortemente radicato. I mestizos, discendenti degli spagnoli, sembra che si considerino superiori agli indigeni e alle persone di colore. Infatti questi ultimi occupano i gradini piu' bassi della scala sociale ecuadoregna. Lavorano nei campi e come operai, pagati a giornata. I *bianchi* invece occupano di solito i posti piu' importanti e meglio retribuiti . Forse un po' ingenuamente pensavo che nella difficolta' le persone ventaggiate riuscissero a unire le forze, ma devo ricredermi e prendere atto che qui il cammino per l'emancipazione delle minoranze e' ancora lungo.Come straniera e' piu' facile riuescire a mantenere una distanza e osservare la societa' di questo paese.Mi sento pero' molto coinvolta quando lavoro con le donne sole di qui. Condividere la stessa zappa, lo stesso sasso all'ombra e tenere in braccio i loro figli, mi rende felice, ma allo stesso tempo mi provoca una dolorosa frattura, e mi spinge a chiedermi che senso ha avuto la mia vita fino ad oggi. La ricerca della mia identita' e il mio outing, mi sembrano delle inezie paragonate alle prove che la gente qui deve quotidinamente superare. Forse e' vero che abbiamo bisogno di vedere e vivere la poverta' per riuscire a dare un senso alla nostra vita. Vita che a casa mi e' sempre sembrata perfetta. So che i miei sentimenti di questi giorni sono comuni a molte persone che hanno intrapreso il mio stesso viaggio. Ma sono comunque difficili da digerire, e il sentimento di inadeguatezza rimarra' ancora a lungo. Sono quasi arrivata a meta' del mio percorso come volontaria, e questi mesi sono stati per me fonte di crescita e di felicita', ma anche di sofferenza e di difficolta' di adattamento. A volte mi pongo la domanda se riusciro' a riconoscermi nei visi e negli sguardi degli amici che sono rimasti a casa.A presto.
Isa
4 commenti:
Le tue riflessioni giungono a scuoterci dal torpore in cui stiamo precipitando, complice l'inizio della promozione consumistica del Natale. Le tue parole semplici ed appassionate fanno crollare gli alibi dietro cui giustifichiamo la nostra indifferenza ed il nostro far nulla... Eppure in ciascuno di noi, in misura diversa e certo non paragonabile alla gente del tuo Sud, c'è l'esperienza della sofferenza, della non accettazione da parte degli altri: dovremmo essere più sensibili ed invece sembra che tanto dolore vissuto serva a nulla.
Da qui comunque cercheremo di seguire le vicende elettorali dell'Ecuador, sperando che il Brasile ed il Nicaragua servano da esempio. Ci contiamo poco, visto che noi qui siamo ancora alle prese con le sceneggiate dello straricco brianzolo che proprio non sa cosa significhi rispondere da uomo alle tante presunte (?) malversazioni politiche. Come possiamo pretendere che la giovanissima democrazia ecuadoregna faccia di meglio? Naturalmente per te e la tua gente vogliamo xò sperarlo!
Un abbraccio!
enserdan
sono finito per caso in questo blog cercando notizie sulle elezioni
in ecuador.
ti devo fare i complimenti per il blog, veramente interessante.
Io personalmente chedo che grandi siano le speranze che il popolo ecuadoriano ha quindi riposto in Correa. Un popolo che, con il voto di ieri, ha espresso il malcontento per un decennio di politiche extraliberiste che hanno messo in ginocchio l’Ecuador. Ora il compito nelle mani del neo-presidente sicuramente è un compito difficile: c’è da risanare un intero paese attraverso profonde riforme sociali ed economiche, per di più senza la maggioranza nel congresso. Le buone premesse sembrano esserci, il rifiuto del trattato di libero commercio, che avrebbe distrutto l’agricoltura e l’allevamento ecuadoriani, è un primo passo, visti i precedenti in altri stati latinoamericani. C’è anche l’esigenza, però, per il bene dell’Ecuador, di riforme sociali concrete e di una assemblea costituente che rispecchi realmente le intenzioni espresse da Correa in campagna elettorale, senza finire con un buco nell'acqua come già successo nella storia di questo paese.
un saluto ed un invito a visitare il mio blog, dove mi occupo in particolare di america latina.
ciao
Ciao Isa, in bocca al lupo per il tuo operato in quelle terre cosi lontane e difficili da capire per noi che viviamo senza preoccuparci di cosa mangeremo alla sera.
Ti ammiro molto perchè non so se avrei il tuo stesso coraggio, e forza di volontà per dare supporto a popolazioni meno fortunate di noi..
Un bacio e con l'augurio che esitano sempre persone come TE!!
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