sabato, dicembre 22, 2007

Nonna Finis


Ci sono dei luoghi dove appena ci vai stai bene, indipendentemente da tutto e tutti. A noi è successo qualche anno fa di trovare, per caso, un angolo di paradiso.E’ andata così.


Estate 1988

Ser ed io stavamo percorrendo l’Aurelia per raggiungere Salerno dall’Isola d’Elba e, passando nelle vicinanze di Grosseto, ci colpì la zona di mare della bellissima Maremma (Orbetello, Talamone, Albinia). In particolare quel promontorio che è il Monte Argentario. Dissi a Ser: “Il prossimo anno si va lì.”. Sicuramente entrambi pensammo: “Se saremo ancora insieme...”.
Eravamo proprio all’inizio della nostra stupenda avventura. In fondo però la certezza che ci saremmo andati l’avevo già. Nonostante le lotte, le diversità, l’inesperienza, Ser ed io abbiamo da subito esercitato una grande volontà (grazie ad una forte attrazione e passione, che però non bastano) di costruire, di metterci in gioco, trovando sempre dei punti di equilibrio che ci proiettassero verso il futuro, uniti ed insieme. Come ha scritto ieri Moser, inconsapevolmente ci siamo preparati ad aprirci all’amore di Dan, pronti ad innamorarci e a ricominciare a scrivere una nuova, stupenda pagina della nostra vita. Mi sono perso un attimo, ancora coinvolto dal magnifico post di Moser di ieri.


L’estate successiva andammo realmente all’Argentario. L’approccio non fu dei migliori in quanto gli alberghi erano tutti pieni. Uscendo dall’Azienda di soggiorno di Porto S. Stefano un po’ sconsolati, decidemmo comunque di fare un giro in macchina lungo la strada panoramica che percorre l'intero Monte, godendo dei magnifici paesaggi. Ad un certo punto, al km 19, notammo una scritta su una tavoletta di legno: "Affittasi". Accostammo, scesi dalla macchina e mi avviai a piedi lungo una discesa in sassi. Arrivai ad una classica “baracca” immersa nel verde, circondata da ulivi e vigneti. Mi accolse un cagnolino e il pigolare delle galline, ma non c’era essere umano. Ad un certo punto sentii: "Chi è?chi è?" . Una voce lontana di donna, un pò tremante e coperta dal volume del televisore altissimo (scoprii poi che il volume era alto non solo perchè l'udito della signora non era più quello di una volta, ma perchè difettoso ed ogni tanto saliva al massimo), ma non vidi nessuno. Dopo qualche minuto finalmente sbucò da dietro la "baracca" questa splendida nonnona con il cappellino da cuoca, trafelata, circondata dai suoi cani. In particolare da un cucciolo meticcio che passandole tra le gambe rischiò di farla cadere. Si prese un pò di insulti in un toscanaccio romanizzato. Non avevo capito da subito l'accaduto e pensai che la signora ce l'avesse con me. Superato l'impatto, chiesi disponibilità per una notte e mi fu data. La signora mi disse di chiamare anche la mia fidanzata per farle vedere il posto e la camera. Naturalmente chiamai Moser, eh eh. Scherzi a parte, quando Ser mi raggiunse non esitò un attimo a dire che andava bene (io mi ero già espresso favorevolmente con la signora). Concordammo il tutto e la sola notte stabilita diventò una settimana, con tanto di lacrime alla partenza. Col tempo ed il susseguirsi delle vacanze (e degli anni) diventammo amici della nonnina, allora settantenne. I suoi racconti di vita, le sue esperienze, la sua forza ci hanno contagiato da subito. Pensate: sul letto di morte promise al marito di non abbandonare mai quella “baracca”, pur avendo la disponibilità di un comodo appartamento in paese. Vi assicuro che d’inverno nel giro di chilometri non c’è un' anima. Nonna Finis ha novant’anni ed è ancora là, nella baracca costruita dal marito che aveva amato (ed ama ancora)perdutamente. Fuori dal mondo, ma dentro nella vita di ricordi e di saggezza. L’ho chiamata proprio ieri per gli auguri di Natale. Mi ha un po’ preoccupato. L’ho sentita stanca. Mi ha salutato dicendomi:”Ciao bello, speriamo di vederci presto, presto.”. Con le nostre voci emozionate ci siamo lasciati così, con un arrivederci.

Non solo il luogo ci aveva contagiato, ma anche la nonnina Finis, un po’ burbera ma capace di tanta dolcezza.
Ora non ci resta che tornarci al più presto. Dobbiamo portare Modan e realizzare quella magia che spesso ci riesce: il nostro passato torna presente con una nuova luce ed emozioni diverse, avvolgendo anche il nostro "more". E le nostre fondamenta diventano sempre più forti, capaci di sostenere senza fatica gli eventi del nostro futuro insieme.


Mentre stavo scrivendo mi ha telefonato Modan, impegnato, povero mo, per tutto il weekend natalizio al lavoro, segnalandomi una notizia che ha sentito stamattina alla radio. Oggi è "la giornata dell'orgasmo globale"http://www.globalorgasm.org/. Alle 7.08 di questa mattina, 22 dicembre, 6,8 bilioni di persone (praticamente la popolazione mondiale matura) avrebbe dovuto sincronizzarsi per avere un orgasmo, sprigionando un energia positiva atta a far "girare" meglio questo pazzo mondo. Boh ,sarà, ma se dipendesse da noi tre avremmo già un' energia perenne in questo mondo così strano e malato. Ci proveremo l'anno prossimo, capiterà di domenica, a centrare il secondo. Ho la certezza che ci saremo: eccome se ci saremo! (En.)

Buon fine settimana amici!
Non può mancare una bella canzone di una toscanaccia doc.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sapere che è possibile durare nel tempo tranquillizza. Io e il mio compagno siamo circondati da coppie scoppiate e questo non ci aiuta a guardare al futuro.X fortuna ci siete voi...
Ciao

Medusaboy ha detto...

Non ha niente a che fare con il post, ma ZioMario e Tato Sbrindillo, vi augurano Buone Feste e un felice nuovo anno, pieno di Amore e Serenità

Anonimo ha detto...

Buon w-end! :-) Mel

El novio ha detto...

Auguri zio e sbrindy! Non riusciamo ad entrare nel vostro blog per cui siamo costretti a ricambiare da qui.
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