martedì, dicembre 18, 2007

Contro TUTTE le morti




La festa per lo lo storico successo all'Assemblea generale dell'ONU della moratoria universale contro la pena di morte, di cui artefice è stato il nostro Paese che è tornato a splendere nel mondo come Patria del Diritto, è immediatamente gelata dalla notizia del suicidio di Loredana/Paolo, trans di appena 16 anni, avvenuto una settimana fa nel Centro d'accoglienza di Marina di Palma di Montechiaro (Agrigento), dove era ospite da tre mesi per essere "recuperata". La sua, per il poco che si sa, è la classica storia di emarginazione fin dall'infanzia. Era finita nel centro di accoglienza su ordine del Tribunale di Catania, unica "donna" in mezzo a "35 ragazzi, tutti maschi, extracomunitari, tunisini, marocchini, algerini tra i 15 e i 17 anni, tutti clandestini arrivati dalle coste nordafricane".
Nessun'altra comunità l'aveva voluta.
Non si conoscono le cause del suicidio, uno dei tanti tra gli adolescenti disperati di oggi, resta il fatto grave che nessuno, a parte la comunità che l'ha accolta anche se non specializzata ad affrontare i problemi della disforia di genere, le ha offerto un aiuto. Nemmeno l'Arcigay presenzialista di Mancuso, di solito così pronta ad intervenire (anche a sproposito): "Ma dov'era l'Arci Gay quando ho chiesto di darmi una mano?" lamenta l'assistente sociale Linda Lumia. Evidentemente la storia di Loredana con la sua sofferenza penosamente concreta, non era utile politicamente, perchè troppo relegata nei confini di una triste individualità. Al suo funerale, quattro giorni fa, c'erano tutti i ragazzi della comunità con Linda, "C'erano la madre e i suoi fratelli, ma nessuno dell'Arci Gay, neanche un fiore" .
Non c'era nemmeno lo Stato, oggi orgoglioso di essere ancora la Patria del diritto, che l'ha abbandonata a se stessa, ai suoi 16 anni. Non c'eravamo purtroppo nemmeno noi che ignoravamo persino la sua esistenza. Mi chiedo quante altre vite conosceremo soltanto dopo la tragedia e se la nostra solidarietà ed il nostro impegno si debbano necessariamente sprecare in battaglie sbagliate, risolvendosi puntualmente in chiacchiere. Eppure ci vantiamo di essere in tanti, sparsi capillarmente su tutto il territorio! Dobbiamo recuperare, come uomini e cittadini, i più elementari valori civili e applicarli finalmente. E' in gioco la nostra stessa credibilità di uomini e cittadini appunto.Ci sono troppi disperati, forse anche vicino a noi, che chiedono solo un aiuto concreto. Forse anche solo che ci accorgiamo che esistono...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ennesima riprova dell'ipocrisia latente in Italia e nella società occidentale; anch'io inneggio alla storica moratoria contro la pena di morte. Mi chiedo, sebbene la mia esperienza di vita non ne sia intaccata, con quale coraggio le stesse società, che additano i Paesi della morte come carnefici, possano contemplare nelle loro leggi la facilità con cui si pratica, ad esempio, l'aborto, altre l'eutanasia...
davvero addolorato per la vicenda che racconti, resa ancora più disumana dal silenzio ipocrita.
Mel

Anonimo ha detto...

Ebbravi tutti, caduti come pere cotte nella trappola tesa dalla sinistra-PDdista de La Repubblica, che non perdona ad Arcigay il casino fatto nel feudo personale di Veltroni!?!?

Anonimo ha detto...

Caro arcianonimo (poi mica tanto), fosse solo questo l'unico grave sbaglio della tua lobby...