sabato, dicembre 15, 2007

Ci vuole un fiore....

Ci siamo, tra una settimana è Natale e questa mattina anche la prima neve sta cadendo fitta. Oggi è giornata di acquisti. Prenderò Lupetto a scuola, poi puntatina al Mec prima di un giretto per le vie del centro per acquistare pochi ed utili regali.
In settimana il New York Tmes ha pubblicato un articolo sul nostro Paese (“Un Italia meno dolce”), dove in sostanza veniamo dipinti come un Paese immobile ed allo sbando, con poca fiducia nel guardare avanti. Mi ha fatto “incazzare” non poco. Non per i contenuti che purtroppo, anche se esasperati, corrispondono al vero, ma per il tempismo con cui quell’articolo è stato pubblicato. Guarda caso durante il blocco dei tir e l’ennesima questione giudiziaria del Nano mediatico (ma, ragazzi, vi rendete conto di quanto non siamo liberi e di come vengono ancora perpetrati proprio quei reati che hanno portato allo sfascio il nostro Paese?). La corruzione, la raccomandazione, fondi neri... ma basta! Veramente non se ne può più. Ci lasciano impotenti di fronte a questo scempio e a noi non va proprio giù, ma che fare? Esiste una risposta…non lo so. E’ il caso però di trovare la forza e di continuare a difendere quei valori che sono nostri, che ci hanno fatto grandi nel mondo e ci rendono unici. Dobbiamo necessariamente difendere le nostre menti dai continui attacchi e riuscire a mantenere una condotta onesta, di "buon senso", nel nostro piccolo, dove il rispetto per gli altri sia il comandamento principale. L’insieme di tanti “buoni esempi” alla lunga scalfisce anche i più restii e i più corrotti. I buoni esempi non li troviamo certo sui giornali o in tv, ma siamo noi: ognuno di noi eccelle in qualcosa, può tirar fuori il meglio. Mettere a fattor comune il meglio porta sicuramente ad un cambiamento di rotta. Si innesca un processo automatico, dove tutto poi viene da sè. Sono parole, forse un sogno. Ma ci credo, caspita se ci credo! E ci provo nel lavoro e nella vita privata di tutti i giorni. Se vogliamo anche la nostra magnifica storia d’amore, che è sempre più magnifica, è anche il frutto di un impegno costante ad esprimere il meglio che c’è in noi tre che, condiviso, ci sta unendo in modo indissolubile pur tenendo sempre presenti le variabili, comuni in tutte le storie d’amore.
Sarò un sempliciotto che crede ancora a Babbo Natale, per restare in tema, ma se ognuno di noi riuscisse ad esprimersi nel quotidiano anche solo attraverso semplici gesti, atti d’amore, o insegnamenti più profondi, potremmo finalmente uscire da quel quadro distruttivo che ci dipingono quotidianamente. Solo allora, con una coscienza collettiva equilibrata e pulita, potremmo pensare ai problemi ,quelli seri (terzo mondo, guerre e povertà) ,potremmo scuotere quei pochi che ci tengono in mano, disarmandoli per il troppo amore. Il tutto deve partire dalla base non aspettiamoci niente dall'alto, perchè niente accadrà.
Dette le mie cazzate quotidiane vi lascio con una canzone che mi riporta nel 1974, quando in quarta elementare il mio grande maestro Floris, che aveva già capito tutto o quasi di me, proprio con questa canzone mi faceva cantare da solista nell’ora di musica! Mi voleva tanto bene e sicuramente per questo non sentiva quanto ero stonato!Scherzi a parte, questa canzone ci riporta alla semplicità delle cose, cui val la pena ogni tanto far ritorno.
Buon fine settimana amici! Sarà anche freddo fuori ma dentro manteniamo quel calore che ci rende sereni! (En)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Meglio non tenere conto del filtro con cui ci vedono gli Stati Uniti; sicuramente l'Italia non è un paese "perfetto", come nessuno, d'altro canto, lo è. Efficientismo, arrivismo, sanità a pagamento, cause giudiziarie anche per un soffio di vento che disturba... E' questo il modello che dovremmo scimmiottare.
c'è da migliorare con l'impegno di ciascuno, impegno declinato pure nelle minime cose, quali una dolce canzone fanciullesca, le luci di Natale e il calore dell'amore.
Mel
Qui da me nevischio, si spera diventi neve.