sabato, gennaio 23, 2010

Barattoli



Stiamo diventando tutti,o siamo già, degli antisociali. La parola d'ordine è: "tutela della privacy". La non ingerenza nel privato è diventata condizione della nostra libertà personale, ma è anche causa del crescente disinteressamento reciproco che conduce inevitabilmente all'isolamento, che crea solitudine. E' nella solitudine della famiglia che i problemi , quotidiani ed extra, si ingigantiscono, mentre una sana comunicazione saprebbe forse ridimensionarli, riconducendoli alla loro vera proporzione. Invece no, quello che avviene in casa resta nascosto ed incomunicato.Quando si esce, ognuno indossa la maschera concordata per non lasciar trapelare nulla, nè di buono nè di cattivo, avviene tra le mura domestiche. Le emozioni devono essere represse, separandole dai fatti.


Un tempo non era così: la casa era un via vai di parenti, amici e vicini. Era ben difficile nascondere gioie e drammi, perchè si viveva davanti agli occhi di tutti. Fastidioso, tremendamente imbarazzante, ma almeno si era costretti al confronto, alla comunicazione e perciò al ridimensionamento. Il rischio ora è che la casa diventi una pentola a pressione in cui comprimere tutto, senza però una valvola di sfogo che eviti l'esplosione finale. Senza arrivare alle tragedie che purtroppo le cronache sempre più spesso riportano, sono tante le relazioni familiari che esplodono in sordina: moglie contro marito, figli contro genitori, fratelli contro fratelli. Persino i nuovi nuclei familiari ancora in attesa di riconoscimento, ma già esistenti di fatto, subiscono sulla propria pelle le pesanti conseguenze dell'isolamento sociale della famiglia. Gestire le diverse dinamiche relazionali all'interno di un nucleo, che subisce comunque quotidiane, schizofreniche ed acritiche sfide dall'esterno, può diventare un'impresa al di sopra delle possibilità di chiunque. Che si tratti di famiglia tradizionale o famiglia di fatto.
Mi sa che dobbiamo rivedere il nostro concetto di libertà. Forse... Forse... Forse...
"Ehi, amico, dammi un apriscatole!".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ci crederai...proprio l'altra sera riascoltavo in macchina questa vecchissima canzone di Renato, inserita nel suo primo disco...madò, quanto tempo è passato! I temi della canzone sono ben descritti nel tuo post...che condivido in pieno...per questo mi piace l'idea della Comune...perchè non si possa più far finta di non vedere i silenzi e i dolori altrui...come anche le risate e le gioie...un bacio alias-

Anonimo ha detto...

Sono nato e vissuto in una piccola città dove le dinamiche che descrivi erano comuni, frequenti, vere. Spesso un confronto con i vicini che passavano a sapere novità vuoi per forma, vuoi per curiosità , vuoi per amore e/o dolore. Meglio o peggio oggi? Baci Dino

Thiago ha detto...

Cada día que pasa, estáis más guapos, cari, jajaj!

Bezos

Anonimo ha detto...

Forse sarebbe giusto avere una via di mezzo ..socializzare e condividere le propie emozioni con le persone giuste.. tre baci e uno grande a te Ser
Barbara
bella questa canzone

Dino ha detto...

Ieri non si era caricato il video di Renato . La canzone la conosco bene. Sono stato un sorcino e lo siamo tutt'ora anche se siamo invecchiati ...ma da dove è tratto questo video???? ora guardo meglio sulla pagina di youtube se ci sono ulteriori informazioni. Buona domenica e baci. Ippo non sono io

Anonimo ha detto...

La vita è fatta per essere compartita e vissuta assieme ad altre persone...
Da soli non si può condividere piaceri e gioia della vita...
Quindi non è giusto o meglio non consigliabile chiudersi ale altre persone...
Privacy si...ma si sta degenerando negli ultimi anni...

Nel mentre vi abbraccio forte e vi comunico che ho un regalo per voi sul mio blog...
Prendetelo e conservatelo...
;)