martedì, gennaio 02, 2007

Sempre più lontani

Signor Presidente,
noi non ci allontaniamo dalla politica, da questo o quel partito, ma da voi, politici.
E non per le ragioni da Lei indicate ("Se la politica diventa un continuo gridare, un gareggiare a chi alza di più i toni, uno scontrarsi su tutto, su ogni questione, in ogni momento, ne soffrono le istituzioni, a cominciare dal Parlamento, e ne soffre il rapporto con i cittadini. Quando nel frastuono generale non si possono nemmeno più cogliere bene le diverse posizioni e proposte, allora molti finiscono per allontanarsi non da questo o quel partito, ma dalla politica."), ma per le vostre non posizioni e le vostre proposte che dimostrano, giorno dopo giorno, quanto poco vi importa di noi, di quello che pensiamo, della nostra vita, attenti come siete a non dispiacere altri poteri. Nel vostro modo di agire leggiamo la convinzione che noi, gente comune, contiamo proprio nulla, siamo solo il mezzo attraverso cui arrivare al vostro potere. Un mezzo un po' scemo, facilmente influenzabile, cui bastano quattro chiacchiere e un evento calcistico per essere messo a tacere, facendogli poi ingoiare ogni tipo di sacrificio, predicato come necessario per il bene della collettività.


E' sicuramente colpa nostra l'arroganza cui siete arrivati. Vi abbiamo lasciati soli per troppo tempo, delegandovi ciecamente la nostra intera vita. Adesso paghiamo le conseguenze della nostra pigrizia, occupati come eravamo a curare i nostri piccoli interessi personali. Ora che questi vengono meno nel panorama fallimentare generale, stiamo scoprendo lo scopo ed il valore della politica come cura del bene comune. Ma voi siete già su un'altra strada. Nemmeno stavolta sembra esserci possibilità di incontro.
Ci permettiamo una sola richiesta valida fino alla prossima tornata elettorale che speriamo rimedierà l'attuale empasse (se ci saranno uomini nuovi): ci risparmi la retorica delle parole che suona come insulto ormai inaccettabile alle nostre intelligenze.
Grazie.

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