venerdì, gennaio 26, 2007

A Sud


Lunedì ,sul bus, al rientro dalla scuola , una vicina racconta che, due persone che si occupavano di sorvegliare l’area di svago della città , sono state uccise a sangue freddo durante la notte. Ognuno vuole dire la sua sul motivo della violenza, ma tutti concordano che chi ha commesso i due delitti non può essere di questa città. La gente di qui non farebbe mai una cosa così. Di solito si riduce in fin di vita un vicino o si picchiano moglie e figli, solo quando si è¨ ubriachi. A me viene in mente il delitto di Novi Ligure, e le prime interviste rilasciate dalla gente che vi abitava. Gli assassini dovevano per forza essere stranieri, perchè pensare di avere il male in casa non è certo facile da accettare, in nessuna parte del mondo. Eppure , come scriveva Hannah Arendt, il male può essere molto piùbanale di quanto si creda. La gente comincia a parlare dell’inefficienza della polizia, e inizia a raccontare di fatti violenti rimasti impuniti, perchè le vittime sono povera gente.Chi non si può permettere di pagare l’inchiesta, si rassegna e spera nella giustizia ultraterrena. Sempre che ce ne sia una...Io inizio a sentire un po’ di inquietudine al pensiero che tutte le mattine prima delle sette devo attraversare il quartiere del mercatoUn’amica della mia collega mi racconta che negli ultimi anni Catamayo è diventata parecchio violenta, poi si spiega meglio. Sono aumentati i crimini legati allo spaccio e all’alcool, ma quando le chiedo della violenza domestica, sorride e dice che quella c’è sempre stata , e che per cambiare ci vuole molto più di tre poliziotti in sella a una motocicletta della polizia; ci vuole un cambiamento di mentalità.Il fatto che chi viene da fuori, viene guardato all’inizio con sospetto, l’ho potuto provare la scorsa settimana sulla mia pelle. La mia collega era dovuta andare dal dottore con la sua figlia piùpiccola, così mi sono occupata io di incontrare mamme e bambini del nuovo gruppo ( le richieste di frequenza sono aumentate e così abbiamo rivoluzionato l’orario e ora lavoreremo con due gruppi di allievi). Tutto è andato bene, sembra che la scuola, a mamme e bambini , sia piaciuta . Sono rimaste solo due mamme e ci stiamo avvicinando all’uscita, quando una di loro mi chiede dei bambini rubati. Cerco di fare mente locale. Il quartiere dove stiamo è piuttosto pericoloso ed è meglio non avventurarvisi dopo le sette di sera, è pieno di ubriachi e la notte si spaccia, ma di bambini rapiti non ne ho mai sentito parlare. La mamma mi lancia un’occhiata strana, ma non aggiunge altro.A cena chiedo alla mia collega se per caso lei ne sa qualcosa. Si scusa dicendomi che avrebbe dovuto avvertirmi; anni fa girava la voce che gli stranieri volontari che arrivavano in questo paese rapivano i bambini. Non riesco a capire. Di solito i volontari scendono con buone intenzioni, anche se è vero che non sempre bastano per farsi accettare e capire. Mi dice che è una storia senza fondamento, dettata più dalla diffidenza verso ciò che non si conosce, che da fatti reali. La notte, prima di addormentarmi però penso alle adozioni fatte da gente del nord. Le buone intenzioni hanno creato un gioco perverso. Le procedure per le adozioni sono piuttosto lente, e nei paesi poveri si sa che la corruzione è un male che coinvolge tutto e tutti. Quindi funzionari compiacenti allungano spesso una mano e chiudono un occhio, e la coppia può tornarsene a casa con un bambino in tempi relativamente brevi. Da qui a generalizzare che i gringos che arrivano rubino i bambini il passo è molto breve. Ma come poter dare torto a queste gente, quando da noi è ancora diffusa la diceria che sono gli zingari a rapirli?
Isa

1 commento:

El novio ha detto...

Ciao Isa! Sinceramente non sono sconvolto dai tuoi racconti su violenza e uccisioni. Non lo sono perchè, noi qui al nord, stiamo vivendo un periodo di grande violenza. La gente si spara, si accoltella, si picchiano a sangue fino ad uccidersi. E' un periodo strano, qui secondo me siamo alla frutta. Il nord in cui viviamo sta saturando il recipiente della sopportazione. Viviamo stressati sempre tesi e pronti a scoppiare. La cosa ci accomuna. Probabilmente li a SUD le persone sono rimaste le stesse, ancorate ad una mentalità che li porta ad ubriacarsi e ad usare violenza. Sarà un loro sfogo un modo di tirare fuori quello che ognuno di loro ha dentro. Purtroppo ci fanno le spese i bambini e le donne nella maggior parte dei casi. Qui invece stiamo regredendo, facciamo la stessa identica cosa; sfoghiamo la nostra rabbia con gesti violenti e spesso ingiustificati. Viviamo in un benessere materiale estremo ma in testa cosa abbiamo? Secondo me abbiamo tanta confusione, tanta rabbia. Questo accomuna Nord Sud Est Ovest, ricchi e poveri tutti siamo dentro al pentolone. In quanti troveranno un benessere psicologico costante?
Un abbraccio a te Isa.
DAN triplenovios