venerdì, settembre 14, 2007

DARFUR: don't look away now!



Grande disponibilità di Prodi nei confronti di Omar Hassan El Bashir , il Presidente sudanese in visita nel nostro Paese, col quale ha discusso la questione Darfur. El Bashir, dopo aver dichiarato la disponibilità del suo governo "per un cessate il fuoco dall'inizio dei negoziati, che coinvolga anche i ribelli che finora non hanno accettato le trattative " ,ha chiesto all'Italia di intervenire presso i paesi europei che ospitano i ribelli, soprattutto la Francia, perché appunto si adoperino per convincerli a partecipare ai negoziati. "Il Sudan ha manifestato la sua disponibilità ad andare a un negoziato con i gruppi ribelli - ha detto il presidente sudanese - ma occorre fare pressione per convincere tutti a partecipare." (Corriere della sera).
L'incontro col Presidente sudanese fa seguito al recente interesse italiano per il continente africano. Lo scorso luglio il ministro degli esteri D'Alema ha scritto per Il Sole24ore il manifesto della “Nuova politica per un continente in movimento”, poi, dal 9 al 12 luglio, accompagnato dalla collega Emma Bonino, è volato in Sudafrica, Mozambico e Repubblica democratica del Congo per firmare accordi e patti. A Johannesburg i due ministri sono stati scortati da 150 imprenditori, guidati dal leader di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, e dai rappresentanti di una decina tra i più importanti gruppi bancari italiani.
In quegli stessi giorni, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, era ad Accra, in Ghana, per i festeggiamenti del cinquantesimo dell’indipendenza dell’ex colonia britannica. E anche il Quirinale si è espresso in giudizi carichi di attese sulle nuove forme di collaborazione.
Nigrizia,il sito dell'Africa e del mondo nero, si è interrogata sui motivi reali della nuova attenzione italiana per l'Africa criticando le intenzioni nascoste :
"L’impressione - scrive il più documentato sito italiano sull'Africa-è che le dinamiche reali delle Afriche continuino a interessare poco alla nostra politica e, men che meno, alla nostra economia. Delle Afriche si preferisce ignorare il caotico, contraddittorio e tuttavia originale affacciarsi alla modernità (che non è solo mercato, ma stili di vita e cultura), lo scandalo delle migrazioni (che mettono sotto accusa molti loro governanti, ma anche il nostro modello di sviluppo), l’inventiva delle società civili che tessono partecipazione e ampliano la sfera dei diritti, la capacità di resistenza culturale di tanti gruppi sociali, il faticoso emergere di nuove leadership capaci di superare le logiche identitarie.
Il sospetto inacidito è che da noi sia in atto semplicemente un’operazione cosmetica per esorcizzare vecchi fantasmi: quelli che alimentarono l’immagine di un’Africa da compatire, adorare o sfruttare. L’Africa in soccorso, suo malgrado, dell’Occidente è uno slogan duro a morire.".
La società civile aveva chiesto alle Istituzioni italiane di affrontare con El Bashir in maniera approfondita la questione dei diritti umani in Darfur . A questo appello si sono associati 25 europarlamentari, che nei giorni scorsi hanno indirizzato una lettera a Prodi e a Napolitano, chiedendo anche di sollecitare il dispiegamento nel paese della forza di pace ibrida Onu-Ua, come stabilito nell’accordo raggiunto con le Nazioni Unite.
Finalmente pare che oggi Prodi abbia assunto un impegno chiaro :"Faremo la nostra parte con la partecipazione non solo finanziaria alla missione ibrida Nazioni Unite-Unione Africana. Una missione che ci trova appunto tra i maggiori contributori finanziari. Metteremo a disposizione mezzi di trasporto e strutture logistiche, come richiesto dalle Nazioni Unite. E che si aggiungono ai programmi di addestramento del personale".
Il 16 settembre si celebra la quarta giornata mondiale per il Darfur.

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