domenica, gennaio 31, 2010

Ultimo della merla



I novi si stanno svegliando dal sonno pomeridiano uno alla volta. Stanotte abbiamo fatto tardi :rincasati dopo la mezzanotte ed atteso il ritorno di Lupetto (poco dopo), ci siamo dedicati a noi stessi fino all'alba. Alle 5.00 finalmente sono andato a letto anch'io, dopo aver spento le luci e chiuso La Troppiana, per essere di nuovo in pista poco meno di 3 ore dopo per i bucati settimanali , profittando del magnifico vento che soffiava dalla sera precedente. Ora purtroppo spira solo una leggera brezza, ma c'è speranza che riprenda vigore nel corso della serata. Ciò che dovevo fare l'ho fatto e sono soddisfatto, anche se i novi ,paralizzati dal gelo , non se la sono sentita di attuare la mia idea "innovativa" all'aperto.Non è grave.

La festa di Pepìto è stata un bel momento di mondanità, con più gente del previsto che ha cominciato ad arrivare a cena ufficiale conclusa. C'erano anche nomi noti, ma per discrezione mi tocca il silenzio, uff. Ci siamo resi conto che Pepìto ha 2 o 3 spasimanti che ci aveva tenuto segreti: forse presto si deciderà al gran passo e sarà di nuovo occasione di festa.

Stasera i nostri amici vogliono sperimentare il nuovo nippo-cinese che abbiamo scoperto una settimana fa.L' appuntamento è alle 20.00. Se anche voi uscite, ricordatevi che è il 3° ed ultimo giorno della merla.

sabato, gennaio 30, 2010

Roghetti casalinghi



La tradizione della Giubiana si va diffondendo:Pier Pierlu la rilancia nel suo Blog alimentandone il rogo con tre personalissimi simboli. E' proprio questo lo spirito giusto. Passi se poi traduce novio con l'arcaico pretendente e non con il più semplice fidanzato/innamorato. L'amore a ben guardare è una pretesa, una richiesta, quando non addirittura una presunzione, che accompagna la vita di tutti, nella speranza che venga accolta ed addirittura condivisa.
Quando c'è, o si presume ci sia, tutto va bene, si da per scontato. E' quando finisce che tutto sembra crollare e perdere senso: allora ci vorrebbe un bel rogo purificatore che bruci tutto un passato il cui ricordo non solo ci fa soffrire, ma ci impedisce di guardare avanti, al futuro. Senza fuoco purificatore e insieme propiziatorio che magicamente ci rimetta in vita, dobbiamo ricorrere al tempo, che molto più lentamente consente la necessaria rielaborazione del lutto .
Tutto questo discorso condito di luoghi comuni, lo ammetto, era per giustificare la foto che avrebbe dovuto avere l'effetto fuoco e che invece, pubblicata qui, rimane statica come qualsiasi altra. Uff! Beh, provate voi ad aprirla, dopo averla salvata: avrete la vostra Giubianella artificiale da casa, esente persino dall'obbligo di pre-avvertire i pompieri. Ci soffiate sopra i vostri pensieri negativi e ...pfuff, il gioco è fatto. Magari non avverrà il miracolo, ma almeno avrete sfogato l'umore negativo.
Stasera, come già scritto, c'è la festa di Pepìto.Probabile s'incontrerà qualche vip da lui "vestita", ci saranno però anche tanti amici che è sempre un piacere rivedere. Dovrebbe comunque essere un ricevimento abbastanza intimo, non più di una venticinquina di persone, per cui anche i personaggi assumeranno sembianze e modi umani, alla nostra portata.
Buona serata a tutti e ricordate che questo era il 2° giorno della merla!

venerdì, gennaio 29, 2010

Notte gennarina



Primo giorno della merla in attesa della prevista aria gelida siberiana. In realtà, escluse mattina e sera, la temperatura, grazie al sole, è piuttosto elevata (fino a 9°!), tanto che i miei ritorni dalla metropoli avvengono coi finestini dell'auto aperti. Non perchè io sia caloroso (tutt'altro!),ma perchè così mi riesce più facile l'illusione che la primavera sia dietro l'angolo. E pensare che in questo strano Paese c'è un sacco di gente sui tetti, notte e giorno, per difendere un posto di lavoro che non c'è più e per denunciare stipendi arretrati da mesi. Nessuno però se ne accorge: non i politici, ma nemmeno i media... Strana davvero l'Italia, coi suoi Italiani che fanaticamente rieleggono, votazione dopo votazione, personaggi cui non affiderebbero i propri magri risparmi (nel caso ci fossero). Ma il Paese sì, quello glielo affidano ciecamente. . E' venerdì per cui i tristi pensieri, per tacito accordo con me stesso, li tengo per me. E' l'ultimo venerdì di gennaio: 2 giorni e mezzo di tempo per la Giubiana. Ho già perso le più importanti in zona, l'ultima a Cantù solo qualche giorno fa. Mi pare ne rimanga ancora una, pubblica, domenica prossima, ma poi ci sarà la mia privata in cui brucerò gli oggetti simbolici accumulati, come scritto in un precedente post. So già dove fare il falò: ne ho già accesi una cifra in quel giardino in ogni periodo dell'anno, perchè ogni scusa era buona per dar sfogo alla mia piromania. Spero i novi vorranno partecipare, perchè ho in mente una innovazione (o forse è solo il ritorno alla vera tradizione)che richiede necessariamente la loro presenza...
Domani sera siamo invitati al compleanno di Pepìto,il decano dei nostri amici. Ci saranno molte persone, perchè sarà anche l'occasione per inaugurare ufficialmente la sua nuova casa. Sarà così un tuffo nella mondanità senza essere trascinato dai novi, ancora in astinenza da ballo, in una disco. Non posso chiedere di meglio, eh eh.

giovedì, gennaio 28, 2010

LiberaMente


La memoria di ciò che è stato, degli orrori di cui degli umani si sono resi colpevoli nei confronti di altri umani, dovrebbe vederci uniti nel guardare al presente e anche al futuro con occhi ed orecchie attenti, perchè ciò non accada più. A quanto pare non è così: i luoghi comuni, le generalizzazioni, i pregiudizi trovano ancora terreno fertile tra noi. Non voglio lanciarmi nell'apologia della gente islamica, ma almeno segnalare che l'eventuale arretratezza culturale, secondo ovviamente la nostra idea di cultura e civiltà, non va confusa col fondamentalismo, presente anche in diversi gruppi occidentali "cristianizzati", spesso strumento del potere politico-economico. Almeno per rispetto dei milioni di morti del passato, perchè non siano morti invano.

Il grande Bonhoeffer, impiccato nel carcere nazista di Flossemburg, ci ha insegnato che dietro un accecamento collettivo c'è sempre una potenza, politica o religiosa, che conta sull'istupidimento. Il fanatico non perde le proprie capacità intellettuali, ma la libertà interiore, per cui non è più in grado di ragionare autonomamente. Come quando, molto più in piccolo, ci innamoriamo e perdiamo quella lucidità che magari ci caratterizza in situazioni normali. Diventa quindi inutile pretendere dal fanatico risposte razionali, perchè opporrà solo frasi fatte del tipo :"I magistrati sono tutti comunisti, perciò mangiano i bambini"...

Fare Memoria è quindi anche liberarsi il più possibile da stereotipi e pregiudizi, per osservare e valutare criticamente la realtà contemporanea. Non è facile, perchè nel corso della vita esperienze e conoscenze si accumulano dentro di noi e, se non stiamo in guardia, finiscono col diventare falsi"miti" rassicuranti ed accomodanti per ogni occasione in qualche modo simile ad una già vissuta. La libertà interiore è davvero un bene prezioso, faticoso da mantenere.

Qui al Nord dobbiamo fare i conti quasi quotidianamente con certi fanatismi che, se appena appena non stiamo attenti, rischiano di fare breccia dentro di noi attraverso il linguaggio , certe manifestazioni apparentemente banali e superficiali o i soliti luoghi comuni,per poi occupare spazi via via più significativi e pericolosi. Ecco perchè condivido le paure manifestate da qualcuno nei commenti al post di ieri. Proprio perchè la persecuzione e la discriminazione storicamente sono stati scritti nei nostri dna, noi per primi dobbiamo liberarci da qualsiasi forma di pregiudizio e discriminazione. E' un nostro diritto, ma è anche un preciso dovere.

mercoledì, gennaio 27, 2010

Riscatto

S'intonava il nebbione fittissimo del risveglio con questa Giornata della Memoria. Pochi ormai ricordano al di fuori delle solenni giornate ufficiali, molti fingono di non vedere o non vedono i tanti Olocausti contemporanei, uno per tutti quelle Morti nel deserto segnalate solo pochi giorni fa.
Il tempo di prepararmi ed uscire e la nebbia era scomparsa. Almeno qui a casa: l'ho ritrovata a banchi decisamente meno fitti nel viaggio verso la metropoli. Viene e va la nebbia, così come il ricordo e consapevolezza.

Domenica sera noi 3 pianificavamo i progetti "materiali" guardando concretamente al futuro. Una delle preoccupazioni che vogliamo e dobbiamo risolvere da soli, perchè non tutelati dalla legge, è la questione ereditaria. Non è cosa da poco, anzi! Un incidente, uno sciupun (pr.s-ciupun, colpo apoplettico o altro) è nell'ordine delle cose, può capitare a chiunque di noi. Si spera rispettando l'anagrafe.
"Se avessi una qualche voce in capitolo mi impegnerei a cancellare PACS,DICO, CUS e poter così ricominciare da zero con una semplice proposta di legge che non chiama direttamente in causa l'equiparazione formale del matrimonio (che, come già scritto, è l'ultima cosa cui penso), ma che assicura un diritto fondamentale, puntualmente (e volutamente) trascurato nelle vergognose proposte partorite dai nostri politici: il diritto successorio. Basta, nient'altro. Farei in fretta a realizzare la mia proposta, soprattutto per quelli che, dopo un'intera vita accanto alla persona amata, ora vecchi e prossimi alla fine non si ritrovino ancora defraudati dell'unico vero diritto che, solo, può riconoscere la condivisione di una intera vita. Il resto, in questo momento in Italia, sono solo chiacchiere".( Ricominciare da zero).
"Sulla loro pelle (gli omosessuali) forse possono insegnarci qualcosa, non tanto con una ricerca spasmodica di visibilità, quanto ,come scrivono Paolo Rigliano e Margherita Graglia*, creando un linguaggio autonomo,autenticamente proprio, che li porti fuori da quegli scampoli terminologici, da quei luoghi comuni mediatici, da quelle rappresentazioni stereotipate che li confinano nei recinti delimitati da quelle espressioni, da tutti condivise ed utilizzate, che suonano: gay pride, coming out,outing. Espressioni simili servono solo ad offrire omosessuali e lesbiche alla curiosità morbosa e a costringerli a scambiare una pubblica manifestazione o una pubblica confessione come atto di sincerità, mentre di fatto si tratta solo di una sottrazione di quanto in ciascuno di noi c'è di più intimo, di più segreto, di più nostro: l'intimità. Cedere la propria intimità è spudoratezza che, offerta sul piatto nobile della sincerità, è il prezzo che gli omosessuali devono pagare per una semi-accettazione sociale, che poi serve solo ad inchiodarli al loro ruolo sessuale"(U.Galimberti,I miti del nostro tempo,Feltrinelli, Milano 2009,p.39).
Fare Memoria di ciò che è stato è , per me,mantenere alta la dignità di persone per riscattare i nostri simili sterminati fino a 65 anni fa, dopo essere stati ridotti a bestie senza più dignità umana e, affrancando loro, liberare noi stessi dai ghetti in cui volontariamente ci siamo lasciati rinchiudere.
*P.Rigliano,MGraglia, Gay e lesbiche in psicoterapia,Raffaello Cortina,Milano 2006.

martedì, gennaio 26, 2010

Quando finisce un amore



Ammutoliti. Siamo rimasti senza parole quando En, ierisera, ci ha segnalato l'ultimo post delle amiche LesDiMaSi che annunciava la fine del loro amore. Succede sempre così quando si assiste, increduli,alla fine di una storia. Tanto più se questo amore lo sentivamo molto vicino, perchè unico riferimento concreto per noi di amore di troppia con cui poterci confrontare. Spero ancora si tratti di un momento di ripensamento per loro, come i tanti che abbiamo avuto anche noi e non qualcosa di veramente definitivo. Il fatto di non avere vincoli sociali di alcuna natura spesso comporta che di fronte alle difficoltà si preferisca passare "oltre", evitando di sbatterci la testa. "Finito un amore si passa ad un altro": questa la filosofia di chi non dovendo rendere conto ad altri che a se stesso, non alla legge, non al diritto, preferisce tagliar corto senza affaticarsi nella ricerca di soluzioni. Anzi, forse questa è la tentazione generale del nostro tempo: evitare quando possibile i problemi. Non credo sia però il caso delle nostre amiche che, per seguire l'amore, hanno letteralmente mandato all'aria le loro sicurezze economiche (lavoro) e deciso persino di mettere su casa insieme. Fin da subito le abbiamo ammirate per il loro coraggio. Ecco perchè il nostro essere testimoni della fine ci lascia senza parole, disorientati. E sinceramente addolorati. Non è facile gestire qualsiasi tipo di relazione d'amore, quando poi si è in 3 le dinamiche, frenetiche, spesso sfuggono al controllo. Agli inizi della nostra storia, quando ancora dubitavo potesse durare nel tempo, mi consolavo pensando che la potenza dei sentimenti e delle emozioni era talmente straordinaria che avrei vissuto comunque di rendita per un bel po' e soprattutto avrei continuato a considerarmi fortunato per il solo fatto di aver sperimentato, sia pure per un breve arco di tempo, una simile intensità . Spero sia così anche per loro. Mi chiedo quali scenari si apriranno ora per le LesDiMaSi. Anche un rapporto di coppia può ed è straordinario-nessun dubbio-, ma chi ha sperimentato le dinamiche al cubo potrà ri-adattarsi al semplice quadrato? Probabilmente sì, quando c'è l'amore. Lo spero. Forse sono io che proietto la mia paura inconscia...

Care amiche, in ogni caso siamo con voi con la nostra solidarietà, anche se serve a ben poco. Ormai abbiamo imparato a volervi bene: non potete sparire nel nulla!

lunedì, gennaio 25, 2010

Mondanità



Da Palermo Mel segnala un nuovo episodio contro i migranti: il tentativo di sgoberare il Laboratorio Zeta, dove vivono 30 rifugiati del Darfur ,per farne l'ennesima speculazione di dubbi individui.I Palermitani sono riusciti con la loro immediata solidarietà ad imporre la sospensione del provvedimento e l'avvio di una trattativa con le Istituzioni che comincerà oggi. Occorre puntare i riflettori su ciò che sta accadendo, perchè i media liquidano la faccenda come locale, mentre riguarda la preoccupante prassi (e mentalità) che si sta diffondendo nell'intero Paese.
La stracciante vittoria di Vendola alle primarie pugliesi pare già insegnare nulla, come il solto, all'opposizione.Nemmeno la necessità di pensionare il plurifallimentare D'Alema. Che pena!
Ieri per noi domenica di relax. Sabato sera abbiamo rivisto , dopo più di un anno, Giulio ed Eranani coi quali abbiamo inaugurato l'Imperial Restaurant nippo-cinese a due passi da casa. Ormai i due amici appartengono alla sfera vip, ma, tra partecipazioni a Prime e frequentazioni altolocate che trasmettono esclusivamente virus rigorosamente firmati e non volgari raffreddori, mantengono l'umanità e la ricchezza di sentimenti di sempre. Ci siamo ripromessi di trovarci presto per una serata di mondanità, sperando non scelgano qualche locale esclusivo in cui noi ci troveremmo in imbarazzo. En e Dan già sabato sera avrebbero voluto andare in disco, ma essendo ormai fuori dal giro da troppo tempo non hanno saputo scegliere il locale. Non sappiamo nemmeno se la gloriosa "Nuova Idea" sia stata definitivamente chiusa, come si vocifera da più parti, o no!
Ad ogni modo, la voglia repressa di ballare ha trovato una buona compensazione ieri nei soliti esercizi amorosi, interpretati però in versione extreme: s/m, bond, etc etc (non conosco la terminologia, solo la pratica...). Ognitanto ci sta.

domenica, gennaio 24, 2010

Dalla Spagna per Haiti

Una cosa bella è che il blog permette di incontrare persone e storie del villaggio globale. In qualche modo compensa la fuga dal sociale di cui si scriveva ieri.
Il nostro cuginetto (primocito?) Iago, di El blog que Thiago, annuncia la partenza del papà, militare, in missione umanitaria ad Haiti. In una tenerissima lettera (che proponiamo di seguito, sperando che la nostra traduzione sia fedele) indirizzata al genitore, Iago racconta il rapporto d'amore che caratterizza la sua famiglia e che le permette ora, nonostante il dolore della separazione, di vivere con orgoglio la coraggiosa scelta del papà di prestare concretamente aiuto ad una popolazione nella disperazione.
Siamo naturalmente con Iago, condividendone l' ansia e l' attesa e, tramite il padre che ora sappiamo laggiù, con quella parte di mondo che paga da sempre, ora più che mai, il peso della miseria di cui noi non siamo del tutto estranei.

Caro papà. È arrivato il momento che tanto temevo. Quello che la mia mente si rifiutava di ammettere è successo. Ieri ti abbiamo salutato in modo contenuto e perfino quasi allegro per evitare che la paura che, in realtà, sentiamo dentro traboccasse all'esterno. Così come ti aspettavi da noi. Non ho potuto dirti quanto ti amo. O te l'ho detto, ma non tutte le volte che avrei voluto. E che ho bisogno di te al mio fianco e la paura che proverò finché starai lì, tanto lontano, in quel Paese tanto sconvolto. Mi sarebbe piaciuto poterti dare un milione di abbracci in più di quelli che ho potuto darti in quel momento, ma la mia condizione di uomo e la tua di militare ha impedito che potessi trasmetterti davvero quanto apprezzo il tuo gesto e l' orgoglio che provo grazie a te. Non volevo monopolizzarti con la mia angoscia né farti vergognare davanti ai tuoi compagni, e così ho dovuto reprimere la mia voglia di piangere e di afferrarmi alla tua uniforme, per non lasciarti andare.
Oggi, so che pretendere che tu restassi sarebbe stato un egoismo. Che la tua partenza fa parte di una missione tanto meritoria quanto necessaria. So che quei bambini, di cui arrivano terribili notizie, hanno bisogno oggi di un papà più dei tuoi stessi figli. Hanno bisogno di qualcuno che offra loro un po' di affetto e consolazione, e tu porti con te tutto il nostro. Ma voglio che tu sappia che non vivrò fino a che ti vedrò tornare, forse tra tre o quattro mesi, quando ci annuncerai che la missione è finita. Ma non ti preoccupare, saprò mantenermi uomo davanti alla gente, baderò alla mamma e ai miei fratelli( sì, so già che starai ridendo perché sono più grandi di me, ma sai bene che hanno molti grilli per la testa, come tu dici sempre), baderò ai cani e perfino al nostro angelo familiare, tua madre. Ti chiedo solo che, tu compia il tuo dovere, chiaro; ma che stia anche molto attento perchè ti rivogliamo qui, dovendo fare insieme ancora molte cose e poi ho ancora molte cose importanti da raccontarti e qualcuna forse ti sorprenderà.Però adesso non preoccuparti di questo.Non preoccuparti di nulla. Tu lavora lì con la certezza di aiutare,noi qui con la speranza di vederti presto ritornare.
Ora, quando vedo che altri inviano i propri risparmi, o vestiti o medicine o comunque quello che possono , io mi sento di aver collaborato in misura ancora maggiore e che sono stato più generoso , inviando quello che più mi è prezioso in questo mondo, mio padre. Spero che nessuno manipoli la tua missione e nemmeno l'usino per criticare il governo, perché già qualche figlio di prostituta ha paragonato la disorganizzazione di quel Paese allo stile ZP. So, papà, che vi aspetta un compito difficile, perché stanno già lì i ragazzi di Obama che vi guarderanno dall'alto in basso. Ma sono sicuro che tu col tuo carattere e la tua professionalità conquisterai piano piano la gente che parla la tua stessa lingua , che ti impegnerai pensando all'amore che hai lasciato a casa e che spera già nel tuo ritorno.
Ahi, papà, come sento già la tua mancanza! Con chi vedrò le partite di calcio e con chi discuterò ora di politica? E la cosa peggiore è che neanche mi rimane la consolazione di pregare per te, perché sai già che io non credo molto in quelle cose. Infine, papà, nient'altro. Non voglio trattenerti, ti amo molto e voglio che tu lo sappia ovunque vai. Baci.
Tuo figlio, Iago, quell'idiota che non ha pianto quanto basta...

sabato, gennaio 23, 2010

Barattoli



Stiamo diventando tutti,o siamo già, degli antisociali. La parola d'ordine è: "tutela della privacy". La non ingerenza nel privato è diventata condizione della nostra libertà personale, ma è anche causa del crescente disinteressamento reciproco che conduce inevitabilmente all'isolamento, che crea solitudine. E' nella solitudine della famiglia che i problemi , quotidiani ed extra, si ingigantiscono, mentre una sana comunicazione saprebbe forse ridimensionarli, riconducendoli alla loro vera proporzione. Invece no, quello che avviene in casa resta nascosto ed incomunicato.Quando si esce, ognuno indossa la maschera concordata per non lasciar trapelare nulla, nè di buono nè di cattivo, avviene tra le mura domestiche. Le emozioni devono essere represse, separandole dai fatti.


Un tempo non era così: la casa era un via vai di parenti, amici e vicini. Era ben difficile nascondere gioie e drammi, perchè si viveva davanti agli occhi di tutti. Fastidioso, tremendamente imbarazzante, ma almeno si era costretti al confronto, alla comunicazione e perciò al ridimensionamento. Il rischio ora è che la casa diventi una pentola a pressione in cui comprimere tutto, senza però una valvola di sfogo che eviti l'esplosione finale. Senza arrivare alle tragedie che purtroppo le cronache sempre più spesso riportano, sono tante le relazioni familiari che esplodono in sordina: moglie contro marito, figli contro genitori, fratelli contro fratelli. Persino i nuovi nuclei familiari ancora in attesa di riconoscimento, ma già esistenti di fatto, subiscono sulla propria pelle le pesanti conseguenze dell'isolamento sociale della famiglia. Gestire le diverse dinamiche relazionali all'interno di un nucleo, che subisce comunque quotidiane, schizofreniche ed acritiche sfide dall'esterno, può diventare un'impresa al di sopra delle possibilità di chiunque. Che si tratti di famiglia tradizionale o famiglia di fatto.
Mi sa che dobbiamo rivedere il nostro concetto di libertà. Forse... Forse... Forse...
"Ehi, amico, dammi un apriscatole!".

venerdì, gennaio 22, 2010

Buio




Gennaio sembra non finire mai. Così come l'inverno. Eppure il tempo è sempre quello, scorre identico nella bella come nella brutta stagione.L'inverno però ci lascia la sensazione che sia lunghissimo, interminabile. Addirittura eterno, esagerando un po'.Per questo fa paura da sempre. Anche a noi che non osiamo ammetterlo. Al più ci si riconosce meteopatici, di soffrire cambi d'umore a seconda delle condizioni meteo e d'inverno le giornate si assomigliano quasi tutte: dominano freddo e grigiore. Le altre stagioni sono più varie, diversificate.In qualche modo distraggono coi loro continui e spesso improvvisi mutamenti. Tutto ciò che è noiosamente ripetivo ed uguale a se stesso rinvia inconsciamente all'eternità che, per creature finite, è sinonimo di morte. Per questo nell'antichità si festeggiava la fine dell'inverno come ritorno alla vita, magari bruciando la Giubiana, come si usa dalle nostre parti. Ogni anno di questi tempi torno sul tema, nella speranza di avere una Giubiana tutta mia, ma immancabilmente perdo l'occasione. Speriamo quest'anno sia la volta buona. Girovagando di blog in blog non è difficile cogliere una sottile depressione diffusa. Le cause sono tante: la crisi economica c'è ancora e si respira, problemi contingenti,preoccupazioni, incomprensioni, solitudini, amore (quando non c'è, ma anche quando c'è: v. gli ultimi post di TreVoci , ma anche No Topic Blog ). Problemi reali, concreti, che fanno soffrire, ma che probabilmente in questo momento dell'anno si tende ad esasperare. Se posso, consiglierei a tutti di cominciare ad accumulare, giorno per giorno, il materiale da bruciare il 31 prossimo. Materiale infiammabile ovviamente, ma che abbia un significato particolare nella nostra testa e nel cuore, perchè rinvia a ciò che ci fa soffrire. Abbiamo bisogno di un rogo vero di simboli negativi insomma, perchè non solo i bambini si nutrono di simboli! L'inverno, anche questo, passerà: non gli si può permettere di bruciare mesi della nostra vita. Lo bruciamo noi! Intanto, passo dopo passo e giorno dopo giorno, come suggerisce il post di Mel ,ne veniamo fuori.
Senza pretendere troppo subito, ma pensando l'inverno come una passeggiata nella notte, da vivere possibilmente mano nella mano. Basta così poco per sentirsi in pace con la vita: è parola di Nickpl !
P.S. C'è qualcuno in zona che vuole venire a cena stasera? Aspettavamo Pepìto, ma mi ha appena telefonato che è di nuovo raffreddato per via del gran freddo, appunto. Io ho già avviato l'estofado mejicano...

giovedì, gennaio 21, 2010

Alias-emozioni




"Ti scriverei le mie parole intense sulla pelle del corpo
e poi le leggerei una ad una
sussurrandole al tuo orecchio sordo
e poi le leccherei
tutte
mischiandole
per sciogliere il senso delle cose
e colorarti di nuova luce al risveglio"


Ammiro nei poeti la capacità di usare parole quotidiane per comunicare emozioni fortissime, non solo idee e concetti astratti. Ieri sono stato fulminato da una poesia di Alias, tanto da volerla riproporre subito col suo permesso. Mi piace e basta. Qualsiasi commento ne rovinerebbe l' effetto, che dev'essere immediato.

Leggendo i commenti al post precedente mi sono imbarazzato non poco: non vorrei aver dato un'immagine troppo idilliaca della nostra vita. Chi ci segue un poco sa della normalità della nostra quotidianità, così come dei tanti problemi comuni a tutti ,che si aggiungono a quelli, non secondari, originati dalle non sempre facili dinamiche di troppia.
Vivere in una casetta (70 mq terrazzo incluso, quindi la nostra idea di spazio non è propriamente "soggettiva") ha i suoi vantaggi, ma ovviamente anche numerosi svantaggi. Vero è che disponiamo di un altro piccolo appartamento (non comunicante) al piano di sotto che, alla bisogna, diventa spazio di fuga ed eremo, ma i disagi del vivere in comune in un piccolo spazio rimangono. Ecco il motivo per cui dobbiamo deciderci al grande passo. L'occasione è appunto una casetta con giardino tutta per noi. Il guaio è che siamo troppo affezionati a questa piccola troppiana e lasciarla sarà sicuramente una sofferenza. Anche perchè è una mansarda e, si sa, chi sceglie di vivere in una mansarda sceglie uno stile, una filosofia di vita altra rispetto al classico appartamento. Vabbè, mi sto perdendo in questioni inutili.

Troppia o no, casetta o no, la vita richiede spesso equilibrismi che a volte riescono a volte no. Conta l'esercizio, l'affiatamento, ma anche la volontà di ritentare ogni volta si sbaglia con la stessa passione della prima volta. Anzi,con passione sempre crescente, perchè alimentata dall'essere insieme.

mercoledì, gennaio 20, 2010

Dei dialoghi


E' straordinario lo spettacolo che offre la galaverna in queste gelide mattine. Peccato che appunto occorrano le gelate perchè si manifesti. E poi immancabilmente fa la sua comparsa anche la nebbia che trovo a metà strada verso la metropoli. Fitta ma vivibile, perciò ci sta. Anche perchè si viaggia velocemente verso i giorni della merla, che quest'anno temo saranno davvero polari viste le premesse. Ancora un po' di pazienza, poi si comincerà a guardare alla primavera: le giornate si stanno già allungando.

En è partito. Si tratta solo di un paio di giorni, ma io faccio presto ad entrare in uno stato malinconico che poi scarico immancabilmente su lupetta . Ho aspettato oggi a ritirare il 2° orsetto che il Gigans offre (si fa per dire!) agli affezionati clienti.Subito lupetta l'ha adottato e per qualche giorno lo tratterà come un figlio. Un modo (inutile) per distrarla dall'assenza del suo amore morboso: probabilmente serve più a me.

Ierisera si è parlato della casa. O meglio, i novi ne hanno parlato, io ascoltavo approvando e ridendo dentro di me. Mi sembra di capire che ci stiamo orientando nella scelta, ma possiamo prendercela comoda e così pianificare con tutta la calma necessaria i passi da fare.

Lupetto ha ritirato la pagella e naturalmente è stata una grande soddisfazione di famiglia. Ora si guarda con più concretezza alle scelte future, che si fanno sempre più vicine. Un anno vola in un battito d'ali: sembra ieri che ha iniziato il liceo! E' già ben orientato e determinato nella scelta universitaria. Negli ultimi tempi mi intenerisco intensamente quando colgo lui ed En discutere del futuro, delle scelte, ma anche delle questioni più delicate della realtà che affrontano sempre con estrema dolcezza e serenità. L'ho già scritto e lo ripeto: En ha un talento straordinario nello sviscerare con delicatezza e sensibilità i problemi !La casa poi è talmente piccola che è impossibile non partecipare ai frequenti dialoghi che si consumano ovunque (anche in bagno!). Sono sicuramente io quello che parla meno in assoluto, forse perchè preferisco da sempre il ruolo dell'ascoltatore e anche perchè, come un vecchio patriarca, godo veramente nell'osservare Lupetto, Dan ed En procedere appassionatamente nella vita.
Sarà per questo che poi mi sfogo sul blog?

martedì, gennaio 19, 2010

Un 19 Gennaio qualunque


I riflettori sono puntati su Haiti: la situazione è disperata. Forse i Paesi ricchi (anche il nostro) fanno i conti con la propria cattiva coscienza. Si cerca di rattoppare giusto per tacitare, per quel che si può, le colpe di un sistema disumano.

Da un po' non sentiamo notizie di nuovi sbarchi di migranti a Lampedusa, segno che il patto dei due amici, Silvio Berlusconi e Muhammar Gheddafi, funziona: anzichè consentire la partenza dei barconi per l'Italia, la Libia rispedisce verso il Niger centinaia di derelitti rinchiusi nel campo di detenzione della base militare di Al Gatrun. Le conseguenze sono raccontate nel video-documento Morire nel deserto ,che è esplicitamente sconvolgente, uno schiaffo alla nostra coscienza. Di noi Italiani, che troppo superficialmente ci ripariamo dietro il "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore". Ora che i nostri occhi raggiungono ogni angolo del Villaggio Globale il comodo adagio non vale più.
La nostra scoperta (si fa per dire)non cambia lo stato delle cose, purtroppo. La vita continua, con qualche momento di tristezza in più appena ci si ferma a riflettere. Ed il solito peso rappresentato dall'impotenza. Sono davvero troppe le vittime senza nome, sacrificate per il benessere della nostra parte di mondo, perciò il minimo che possiamo fare è dare piena dignità ai migranti già nel nostro Paese. Una specie di doverosa "restituzione morale".
Scrivendo mi sono intristito e non poteva essere altrimenti. Cerco di recuperare un po' di leggerezza annunciando una nuova "emergenza lupetta": En si assenterà per lavoro e la piccola andrà sicuramente in crisi d'astinenza. Stavolta però nessuna particolare terapia di contenimento, perchè sono deciso a svezzarla una volta per tutte. Si tratta solo di un paio di giorni: supererà. Dan invece ha finalmente ripreso la palestra, rimettendo in moto i muscoletti mai comunque del tutto trascurati, dal momento che con questo gelo si sta prodigando oltre ogni misura a distribuire calore e serenità nelle famiglie italiane. Continua, quindi, la solita tranquilla vita di sempre e ci va bene così.

lunedì, gennaio 18, 2010

Testa e cuore



Abbiamo trascorso buona parte del finesettimana rimbeccandoci. Solo nel tardo pomeriggio di ieri Dan ed io ci siamo ritrovati. E riappacificati.


La ragione è dalla sua parte, non ho difficoltà ad ammetterlo. Mi fa male però che ogni volta si accumula tensione per qualsiasi motivo mi si rinfaccino le mie passate imbecillità. Mi sa che devo rassegnarmi: probabilmente al suo posto lo farei anch'io. Mi consolo pensando che è bello essere tanto amati. Anche quando le manifestazioni dell'amore colpiscono l' orgoglio, ricordando la propria fragilità."E dico e faccio solo cose strane, se appena cerco di descrivere, di raccontare quello che mi attraversa va veloce dal cuore alla testa". Amare ed essere amati da una persona tanto più giovane può risultare sconvolgente, perchè costringe a non dare per scontato ed acquisito nulla, in un inarrestabile ritmo: "E dà l'affanno e non s'arresta, inevitabilmete trova una via e quando resta non si ferma e non da sosta". E' giusto sia così, sempre. Le certezze possono essere pericolose in amore, per se stessi e per l'altro (gli altri).Apparentemente abbiamo quindi sciupato il fine settimana che voleva essere di relax e di decisioni, ma a me ha dato una bella scossa e tanti brividi positivi.In tutto questo En ha mantenuto la calma, almeno apparentemente, mediando, quando necessario, tra i due litiganti. E' tornata prepotente la questione del Blog, che ovviamente mi coinvolge dal momento che tocca a me la sua gestione.Vedremo. Iniziamo la settimana con la musica di un gruppo cui sono legato affettivamente. Il video è un po' troppo sdolcinato, ma non ho trovato di meglio. Buona settimana!


sabato, gennaio 16, 2010

Minzo-Crociate

Quando inventò la Fattoria degli animali e la sua“metalingua“, George Orwell non poteva immaginare che meno di un secolo dopo l’Italia avrebbe avuto il suo maiale più uguale degli altri e, grazie alla Rai, per la modica cifra di 30 centesimi al giorno, anche laminzolingua: un idioma ben remunerato che ignora il dizionario, la logica e pure il ridicolo.
“C’è chi considera Craxi un mezzo delinquente”. Perché mezzo? Semmai doppio, essendo stato condannato definitivamente per corruzione (Eni-Sai) e finanziamento illecito (Metropolitana).
“Una democrazia costosa permise al paese di restare per 50 anni nel mondo libero”. Già. Ma restarono nel mondo libero anche democrazie meno costose: per esempio quelle di tutto il resto d’Europa. E anche quella italiana negli anni ‘40-‘50, retta da politici come De Gasperi ed Einaudi, che non rubavano.

“Alla caduta del Muro di Berlino, paradosso italiano, i vincitori che erano dalla parte giusta, invece di ricevere una medaglia furono messi alla sbarra”. Purtroppo i magistrati, quando prendono un ladro, non gli domandano da quale parte del Muro di Berlino stava: lo condannano perché rubare è reato.
“Il finanziamento illecito ai partiti era stato oggetto di amnistia due anni prima: un colpo di spugna che preservò alcuni e dannò altri”. L’amnistia del ‘90 cancellò tutti i finanziamenti illeciti commessi fino all’89, compresi quelli di Craxi. Il quale però continuò a rubare anche dopo.
Fra i “preservati” dall’amnistia, un certo S.B., che aveva commesso una falsa testimonianza nell’88.
“La verità è che, a un problema politico, fu data una soluzione giudiziaria”. La verità è che corruzione e finanziamento illecito non sono un problema politico: sono due reati previsti dal Codice penale dai politici, Craxi incluso, che poi lo violavano.
“Craxi, l’unico che ebbe il coraggio di porre in questi termini la questione, fu spedito alla ghigliottina”.
Ghigliottina a parte, Craxi non fu processato perché poneva la questione, ma perché rubava.
“Per questo Craxi non volle mai vestire i panni dell’imputato”. Nessuno vorrebbe mai vestire i panni dell’imputato: purtroppo lo decidono i giudici, non l’interessato. In ogni caso, per evitarlo, si potrebbe cominciare a non commettere reati.
“E’ di quegli anni il vulnus che alterò i rapporti fra politica e magistratura”.
I rapporti fra politica e magistratura sarebbero sereni, se non ci fossero politici che violano la legge. Il vulnus sono i loro reati, non le indagini che ne derivano.
“Un vulnus che per quasi un ventennio ha fatto cadere governi per inchieste che spesso non han portato da nessuna parte”.
Dal ‘92 si sono succeduti i governi Amato, Ciampi, Berlusconi1, Dini, Prodi1, D’Alema, Amato, Berlusconi2, Prodi2, Berlusconi3. A parte Amato(caduto per i troppi ministri inquisiti, poi condannati o prescritti), nessun altro governo è caduto per cause giudiziarie.
“Grazie agli euromissili Craxi contribuì con Reagan e papa Wojtyla a mettere in crisi l’Urss”.
L’Urss non se n’era mai accorta. Ma Craxi avrebbe potuto metterla in crisi senza rubare.
“Kohl riunificò le Germanie e poi finì anche lui sotto processo”.
Vero: per 1 milione di fondi neri alla Cdu, non un centesimo finito nelle sue tasche. Ma Kohl si lasciò indagare, non fuggì, restituì il maltolto e chiese scusa in lacrime al popolo tedesco.
Ora chi viene sorpreso a borseggiare il vicino sull’autobus può tentare di giustificarsi con la minzolingua: “Veda, caro signore, se le sto sfilando il portafogli non è perché io sia un mezzo delinquente, ma per via della Guerra fredda che mi vide sempre dalla parte giusta rispetto al Muro di Berlino. Purtroppo l’amnistia del ‘90 non copriva i borseggi del 2009, che sono un problema politico e non giudiziario, anche tenendo conto del caso Kohl e degli esempi di Reagan e Wojtyla. Troppi governi sono caduti per inchieste finite nel nulla. Non ho alcuna intenzione di vestire i panni dell’imputato e lei, anziché mettermi alla sbarra o spedirmi alla ghigliottina, dovrebbe darmi una medaglia. Non me la dà? Vabbè, ora mi scusi: devo correre al Tg1 a fare il mio editoriale”.
(CRAXI DRIVER di Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano)

venerdì, gennaio 15, 2010

Pre-relax



Rieccomi dopo qualche giorno di lontananza . La sera ero troppo stanco per i consueti viaggi sul web e solo oggi ho cercato di recuperare gli incontri trascurati con le pagine degli amici bloggers. Le tragedie naturali e quelle colpevoli dei giorni scorsi hanno contribuito ad appesantire l'atmosfera, perchè le vittime sono immancabilmente i più derelitti, i più indifesi.Approfittando che oggi è venerdì, mi piacerebbe staccare un po' e concentrarmi sulle cose piacevoli senza sentirmi in colpa. Abbiamo trascorso una settimana monastica concentrati nel lavoro, dedicandoci così solo piccoli ritagli di giornate già troppo brevi . Ora si aspetta il finesettimana per recuperarci senza troppi limiti di tempo. L'essere in tre comporta anche un'accelerazione del tempo, perchè occorre dividerlo per tre appunto.Si potesse invece moltiplicare! Chissà se in questi giorni arriveremo finalmente ad una decisione sulla casa. Già, perchè siamo ancora in ballo: non abbiamo concluso, anzi non ne stiamo nemmeno parlando. Decidere è sempre difficile, finchè si può si rimanda. Sembra che la mia filosofia abbia contagiato i novi... No, sono sicuro: En aspetta che sia io ad aprire il discorso, mentre Dan forse spera che sia En a darmi la spinta. Eh eh, tutti contiamo su lui, il novio mezzano che riconosciamo più lucido e lungimirante dal punto di vista economico. E' davvero bello essere in tre, perchè le dinamiche sono continue, a volte prevedibili, a volte no. Ad ogni modo domani sera ci dedicheremo agli amici. E a noi stessi naturalmente. Ora sprofondo nella lettura approfittando della sola compagnia di Miss Piggot: voglio essere in forma per stasera.

"O gente, terra disperata"

Haiti
" E i torturati
in grumi neri
inutilmente
urlano."
(D.M.T.)

mercoledì, gennaio 13, 2010

We have a dream

" E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato , che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali."(Martin Luter King)

martedì, gennaio 12, 2010

Teste diverse



Dice ancora che deve nevicare, ma la temperatura è ancora troppo alta. E' ormai una settimana che lo dice. Vedremo stasera. Il soggetto è naturalmente l'Ufficio delle previsioni meteo, ma anche la gente della strada che fiuta "aria di neve" e avverte chiunque arrivi a tiro. Sarà.
Qualche giorno fa il ministro Maroni , intervenendo sulla caccia all'uomo nero a Rosarno, ha lamentato che la rivolta degli immigrati si deve al fatto che "in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, una immigrazione clandestina che da un lato ha alimentato la criminalità e dall'altro ha generato situazioni di forte degrado". Mentre centinaia di schiavi, pagati in nero meno di 20 euro al giorno senza che lo Stato si sia mai degnato di perseguire i loro sfruttatori, sono costretti a ribellarsi, il problema, secondo il ministro, è la troppa tolleranza . Maroni cioè se la prende implicitamente con i suoi avversari politici troppo buoni con gli extra-comunitari. Questione d'abitudine: in Italia le colpe si scaricano sempre sugli altri. Non come negli U.S.A., dove Obama si è assunto la piena responsabilità per le falle nei sistemi di sicurezza che hanno reso possibile il mancato attentato di Natale:"E' stato un fallimento dell'intero sistema", ha detto Obama, "la responsabilità finale è solo mia. Come presidente ho la solenne responsabilità di proteggere la nostra nazione e il nostro popolo. E ho il preciso dovere di imparare da questi errori e a correggerli per renderci piu' sicuri. Quando il sistema fallisce la responsabilità è mia".
Altra mentalità, o meglio altra testa. Intanto c'è voluta la rivolta degli Africani per colpire il clan Bellocco che governa tutta la piana di Gioa Tauro:"La polizia sta sequestrando beni mobili e immobili, attività commerciali, conti correnti, ditte individuali e societarie e autovetture per un valore complessivo di svariati milioni di euro".
Anche in questo caso, come per la neve, ci toccherà aspettare per vedere se si intende fare sul serio. Senza ipocrisie.

lunedì, gennaio 11, 2010

Il miracolo del sesso



Certo che il sesso è bello,no? C'è forse un altro esercizio umano che consente di raggiungere uguale piacere ed insieme toccare i vertici dell'abbandono fino a confondersi totalmente nell'altro diventando da tre (nel nostro caso) una sola persona? Fare sesso è arte, richiede la stessa fantasia ed abilità dell'artista che crea la sua opera impegnando tutto se stesso. Il risultato è sempre qualcosa di nuovo , irripetibile nella sua unicità. Non sto a fare la solita distinzione tra il fare sesso e fare l'amore: un capolavoro nasce dalla conoscenza profonda degli elementi in gioco, altrimenti è solo esercizio , allenamento fine a se stesso, piacevole sicuramente, ma senza uno scopo significante. L'arte di qualsiasi tipo invece mira alla realizzazione del Bello, dell'Unicum. E' un continuo rincorrere la perfezione, il massimo del risultato. Non ci si accontenta : si sperimenta all'infinito, intuendo che c'è sempre un di più. Il sesso è comunicazione, incontro tra persone. Il suo culmine è il raggiungimento dell'Armonia che è accordo, piena e profonda corrispondenza di anime e corpi. Descritto così fa quasi paura, perchè pare qualcosa di difficile, quasi irraggiungibile, comunque lontano dalla nostra portata di uomini normali. Se non fosse che è l'Amore a rendere possibile la magia, o miracolo che dir si voglia. E' l'Amore a guidare la passione che trasforma tutti noi, normali, in artisti .L'orgasmo non è mai uguale, è sempre diverso, sempre nuovo, sempre straordinario anche quando le condizioni non sono del tutto favorevoli.
L' incontro armonico tra le persone impegna in una evoluzione infinita, così come qualsiasi artista raggiunge la maturità nel tempo, senza cedere alla ripetitività di se sesso e nemmeno all'abitudine dei soggetti che più ama.
C'è forse qualcosa di ugualmente intenso e bello nella nostra esperienza? Forse, se un paradiso c'è, l'orgasmo è l'anticipazione dello stato permanente che ci attende. Stra-bello no?

domenica, gennaio 10, 2010

Fantasmi




E' così difficile immaginare una società multietnica in cui le relazioni umane siano regolate dalla Giustizia,che è uguale per tutti?

A Rosarno è esploso ferocemente il malessere che cova da anni in una società abbandonata a se stessa, dove lo Stato non c'è e lascia che a gestire l'intera vita sia la 'ndrangheta.

"Lo Stato non vede i fantasmi e si comporta da fantasma quando non vede ciò che tutti sanno, non sa ciò che tutti vedono: che le migliaia di extracomunitari sono tenuti praticamente in schiavitù rispetto ad un lavoro massacrante nei campi per 15 euro al giorno, quasi sempre nelle mani di personaggi vicinissimi alla ‘ndrangheta"."E’ come, ad esempio, se le arance clementine si raccogliessero da sole, si auto-caricassero sui camion, si lavorassero l’una con l’altra.Improvvisamente – crudo e cinico paradosso – sono proprio i colpi di fucile e le sprangate in testa che fanno, per la prima volta, uscire questi soggetti dalla condizione di fantasmi." . Così il quotidiano locale, Strill.it, tenta di spiegare la situazione ad un giornalista svedese che fatica a comprendere l'improvvisa esplosione della violenza contro gli immigrati.

Quassù, nel lontano Nord, c'è il rischio di considerare i fatti calabresi come l'ennesima manifestazione da Far-west del Sud troppo diverso , dominato com'è dal potere delle varie criminalità organizzate. La tentazione di considerare che tutto ciò avvenga in un'altra realtà è facile.Eppure, aprendo un po' gli occhi, non è difficile accorgersi che anche nell'evoluta Padania esistono fantasmi costretti in schiavitù. Tantissimi. Potremmo accorgercene se solo si confermasse lo sciopero dei migranti ,sull'esempio del francese "La journee sans immigres: 24 h sans nous",il prossimo 1 marzo.

sabato, gennaio 09, 2010

Un passo a 6 gambe


La porta dell'amore si apre e si chiude. Il vento la fa sbattere. Il tempo la invecchia. Però è sempre lì. La puoi dipingere, cambiando il colore. Ti puoi mettere per un attimo a spiare dalla serratura cosa succede fuori. Ti devi anche aspettare però che qualcuno o qualcosa la chiuda per sempre. Ma devi lasciarla aperta.
Ora è tempo di decidere se quella chiave dovrà aprire una porta nuova (v. post precedente) oppure restare ancora per un po' custodita in un cassetto. E' una scelta importante che necessita ancora di essere approfondita con una sana discussione tra noi tre. Non può essere fatta in solitudine e nemmeno lontanamente pensata per uno solo dei tre. Da parte mia coglierei al volo l'occasione e cavalcherei l'entusiasmo. Poi però la ragione mi frena per la recente insicurezza che questa negativa congiuntura economica mi sta creando. Vedo troppe aziende che vanno male, tanta cassa integrazione ed il nostro futuro di dipendenti del credito sempre più aleatorio. Ho un po' paura. Questo però è secondario, ce la possiamo fare: è un affare, un'ottima soluzione per tutti noi. Quello che mi blocca è il dovermi fare carico della scelta di Ser, spingendolo nella decisione. Perchè sarà poi lui che dovrà fare i conti in una casa che lo ha visto crescere tra tante gioie, ma anche, purtroppo, tanto dolore. Ci saremmo noi è vero, ma siamo abbastanza forti per tenere i tristi ricordi lontani dal presente e dal futuro? Certo, quando decido non mi ferma più nessuno e punto determinato alla meta. Però questa volta è un passo che necessita di sei gambe belle forti ed allineate. Non voglio poi affrettare decisioni importanti che riguardano Dan. Deve avere tutto il tempo per maturarle e gestirle nel rispetto della sua famiglia e di se stesso. Nello stesso tempo non voglio perdere l'occasione e quindi ritengo che questo passo vada comunque compiuto. Senza fretta. In un primo tempo potremmo tenerla così. Per poi adattarla e ristrutturarla sulla base dei nostri sogni e delle nostre esigenze. Questo fine settimana sarà quello decisivo. Ci aspetta anche un ottima pasta e ceci a casa di Luci che aiuterà a prendere una saggia decisione, perchè , come si dice, " a pancia piena si ragiona meglio".
Buon fine settimana! (En)

giovedì, gennaio 07, 2010

Che fare?




Sono appena rientrato dal lavoro (anch'io ogni tanto faccio orari impossibili come i miei novi) e speravo di trovare un post da leggere e da godere.Invece niente, uff! Dan ha già ringraziato tutti in ben 2 commenti agli ultimi due post, En ha scritto quello di ieri per cui fino a sabato "è a posto". Mi spiace però lasciar trascorrere la giornata senza due righe, dopo tutte le forti emozioni vissute negli ultimi giorni. Siamo poi in un delicato momento di scelta (crisi, in greco) che riguarda la ricorrente questione della casa. Questa, per quanto ci piaccia tantissimo perchè l'abbiamo "creata a nostra immagine e somiglianza", è troppo piccola, mentre una grossa opportunità si è presentata, ma occorre decidere in fretta. Il problema credo sia quello di ogni coppia o troppia gaya: val la pena affrontare nuovi sacrifici, ora che abbiamo raggiunto un certo benessere e potremmo accontentarci di un appartamento solamente un po' più grande?Il futuro di chi ci sta a cuore, il nostro Lupetto,è già assicurato dal punto di vista immobiliare. Così pure quello di noi tres . C'è però questa occasione, se così si può dire, che gli esperti del settore ci consigliano di cogliere al volo. Indubbiamente hanno ragione, ma significherebbe impegnare ancora un bel pezzo del nostro futuro. Ecco, ci stiamo proprio arrovellando . Anzi, io, come il solito in questi casi, tendo ad affidarmi ciecamente ad En e Dan. Ancora di più stavolta, essendo direttamente coinvolto affettivamente. Mi vergogno ad ammetterlo, ma aspetto siano loro a valutare ciò che è meglio. Penso abbiano già compreso il mio stato d'animo, per cui non si stupiranno nel leggerlo ulteriormente esplicitato qui. So bene di caricarli di una grossa responsabilità, ma sanno già che condividerò pienamente, da subito, la loro decisione. Piuttosto: che senso ha raccontare qui questo nostro problema? Bah, forse per me è stato il classico sfogo . O forse qui sta il senso stesso del blog, che è narrare la quotidianità della troppia. Coi suoi problemi appunto.

mercoledì, gennaio 06, 2010

Come i Re Magi



"Si avvisa che quest'anno Gesù Bambino resterà senza regali: i Magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati". Il clamoroso respingimento è stato segnalato nella Cattedrale di Agrigento.
Doveva accadere, era nel conto. L'assenza non ci ha colto di sorpresa e quindi non ha turbato la festa per il venticinquesimo compleanno di Dan. Solo un po' di nostalgia, forse dovuta anche al fatto che "l'Epifania tutte le feste porta via".
Non è mancato nulla però! E' arrivata persino la Befana. Piccola e bruttissima, eppure capace di ispirare tenerezza. Ci ha pensato Luci a farne dono a Dan. Fabri & Mau, previdenti, hanno rinnovato l'intimo lavorativo di Dan con magliette e calze termiche che lo proteggono dal freddo cui è costretto, qualche volta, nei lavori esterni. E noi tre ,Lupetto, Ser ed io, come i Re Magi avremmo voluto regalare a Dan i tre doni più preziosi che insieme rendono la vita felice e serena: salute, lavoro ed amore. Non abbiamo però così tanto potere. L'unico forse è il potere di amare e ci si può sempre impegnare per farlo al meglio. Quindi siamo ricorsi ad un cellulare di ultima generazione. E' rimasto di stucco Dan. Un desiderio, nemmeno tanto espresso, colto tempo fa in un megastore, si è materializzato. Sarà bello ricevere regali ma la gioia di farli, a volte è immensa: come una pallina di ping pong rimbalza nel cuore di tutti. Una cenetta eccellente ha accompagnato il rito. Ser si è esibito in una ricetta semplicissima e gustosa: coscette di pollo con senape e speack. Poi ,quando gli amici se ne sono andati ci siamo abbandonati sul divano e stremati abbiamo dormito fino al mattino. E' stato un sonno dolce, dove ha dominato la semplice tenerezza del contatto e per una volta il sesso ha saputo aspettare.
E' oggi però il compleanno del nostro mo-befanetto: speriamo gli sia concessa in regalo una tranquilla giornata senza interventi.(En)

martedì, gennaio 05, 2010

Venticinque!




Fervono i preparativi: stasera festeggeremo Dan in anticipo, perchè domani reperibile. Sarà una festa sobria. Niente concorso di popolo, benchè un gruppetto di fans già attenda da qualche ora, sotto casa,il suo ritorno dal lavoro davanti ad una foto relax della scorsa estate. Solo una cena express alla Nigella Lawson in versione mediterranea per pochi intimi, poi, chi vorrà, si unirà per gli auguri.
E' un compleanno importante: 25 anni, un quarto di secolo! Il 5° che festeggiamo insieme. Cresce il ragazzo. Viene su bene. Ed è innamorato, ne abbiamo le prove,eh eh. Del resto anche noi, En ed io, siamo perdutamente innamorati di quell'omino tutto d'un pezzo che sa far perdere la testa ed il cuore. Non gli piace proprio scrivere sul blog (beh, non gli piace scrivere. Punto), perchè è di poche parole. Sobrio in tutto. Quando però parla... ci sciogliamo.
Cosa augurargli in questo giorno specialissimo? Ovviamente tutto il bene possibile. Con o senza di noi (meglio però con!). Da parte nostra gli assicuriamo tutto l'amore di cui siamo capaci. Amore che cresce col passare dei giorni e degli anni.

Auguri, moDan!!!

En & Ser

lunedì, gennaio 04, 2010

4 Gennaio 2010




2010! L'anno nuovo è cominciato in paradiso ,a Tellaro, una bellissima località vicino Lerici. Non potevano mancare gli angeli, che per noi sono gli amici di sempre,Luci, Mau & Fab, (il padrone di casa), coi quali abbiamo già condiviso tanti momenti belli e brutti negli ultimi 20 anni e più.
La sera, anzi la notte dopo il lavoro, ci raggiungevano Temi, chef del ristorante lambito dalla mareggiata nella foto 2, e Marzia, sua assistente, amiche già citate in queste pagine.
Niente esagerazioni, ma tanti momenti di allegria e simpatia a partire dal cenone, preparato a casa da Luci ed En, perchè, partiti dopo il lavoro di dan e mau, siamo arrivati a destinazione appena in tempo per festeggiare la mezzanotte.
Il primo giorno dell'anno gita a Manarola (foto4), la prima delle 5 terre venendo da La Spezia, famosa anche per la "Via dell'amore" (foto3) che la collega a Riomaggiore. Farinata di ceci, focaccia, acciughe e sciacchetrà ci hanno rimesso in forze, dopo il vento meraviglioso che ci ha accompagnato lungo tutta la passeggiata. Perl'occasione Lupetta è stata costretta ad indossare il k-way per ripararsi dalla forte mareggiata (1).
Sono stati pochi giorni ma molto intensi, durante i quali noi, tres ,abbiamo dormito davvero poco, avendo bisogno di festeggiare il nuovo anno nel modo migliore che sappiamo. Forse anche per quello ci siamo abbandonati ai piaceri della tavola. Siamo tornati nel caratteristico borgo di Giuncano per gli sgabei, la costata di chianina e la "tipica" cinta senese, con la scusa di portarci Lupetto.
Il pranzo preparato da Temi per salutare la partenza della compagnia ha concluso magistralmente la vacanza: spaghetti allo scoglio,oratona, triglie e carciofini fritti. Da leccarsi i baffi. Letteralmente.
Niente di eccezionale , ma giorni meravigliosi di affiatamento e di amore hanno segnato questo inizio d'anno. Non ci occorre molto per stare bene ed essere felici: ci basta stare insieme, famiglia al completo, con gli amici più cari che sanno condividere davvero "nella cattiva e nella buona sorte" . E soprattutto sopportare le nostre "fughe" improvvise ed anche gli eventuali disturbi notturni.
Grazie a voi che siete passati di qua coi vostri auguri che naturalmente ricambiamo. Grazie a Paola, alla comasca Katia e a lurkatore storico (bellissima poesia!), nostri nuovi amici.
Un abbraccio a tutti!