domenica, dicembre 31, 2006

Goodbye 2006!


Auguri!


E' il momento degli auguri. Si usa. La vita per fortuna non si consuma solo seguendo le telenovelas sempre più noiose, scontate e pavide dei palazzi del potere. Ci sono venute a noia perchè portano a nulla. Almeno per noi, gente comune. Abbiamo capito da tempo che dobbiamo arrangiarci da soli, se vogliamo vivere serenamente.

Costretti a sgomitare per conquistarci uno spazio di vita dignitoso, c'è il rischio che i più forti finiscano, come sta già accadendo, per far naufragare definitivamente, pur non volendo, i più deboli.

Ma chi penserà a loro, ai marginali, ai non protagonisti, ai dimenticati dalla storia?Non gli amministratori, non i politici, non certo i principi della Chiesa.

Se c'è qualcuno che ha bisogno di veri auguri per l'anno che viene, questi è proprio l'umanità più derelitta, carne da macello di ogni guerra, merce di scambio sul mercato del potere.Ma è con forte imbarazzo che osiamo l'augurio: le parole in questo caso suonano sempre troppo false.

A voi, amici, un umanissimo 2007 e, se riuscite, che sia il più felice possibile!

sabato, dicembre 30, 2006

ADESSO SI!

Eccomi qui, è da un po' che non mi faccio vivo, ma finalmente ne ho bisogno. Dicembre sta terminando e con il mese anche il 2006. Per alcuni è tempo di bilanci, qualche riflessione e soprattutto qualche aspettativa per l'anno che sta per iniziare.
Per me il 2006 è stato un anno travolgente:l'amore che sto vivendo, i quarant'anni, un percorso personale iniziato lo scorso gennaio. Questa potrebbe essere la traccia del mio anno.
Ho sentito il bisogno di migliorarmi e questo ha comportato la perdita di alcune sicurezze e corazze protettive che in quarant'anni mi ero costruito. In quest'anno ho avuto momenti di pura fragilità e più volte mi sono smarrito. In alcune occasioni anche la preziosa presenza dei miei amori e dell'affetto più caro che ho non erano sufficienti, tanto da mettere in crisi tutto.
Mi sono sentito finalmente solo con me stesso. Dico finalmente, perchè era ciò di cui avevo bisogno, ma non lo sapevo. Da qui, dal ritrovarmi solo, ho iniziato a costruire, a mettere ordine. Con piccoli passi, come un neonato che crescendo abbandona gli istinti e la sicurezza materna per raggiungere un po' alla volta la maturità e l'autonomia. E' stata dura.
Ecco la ragione del titolo del post (ADESSO SI!). Semplicemente perchè, finalmente, sto completamente bene. Perchè ora assaporo e godo pienamente il nostro vissuto di troppia. Sento questa dimensione pienamente mia e posso amare come un pazzo i miei amori. Un sentimento profondo, mai provato prima, dove anche la sofferenza ha una ragione d'amore, l'abbandono rigenera, la passione aumenta sempre di più e fa da cornice a quella consapevolezza di crescere uniti e di guardare lontano, molto lontano. Il tutto mi permette di vivere il presente con quella libertà che solo l'amore, per assurdo, sa regalare.
Ci aspetta una fine d'anno esplosiva. Da condividere, in troppia, con i nostri amici e da vivere tutta d'un fiato, per poi ripensarla e conservare nella mente e nel cuore quei momenti unici che ci saranno e dei quali, come sempre, vi faremo partecipi. Buon anno amici!
(En)

Saddam assassinato



Impiccato all'alba, secondo copione, l'ex dittatore iracheno. Hanno tirato un sospiro di sollievo i potenti dell'occidente che anche questa volta, come sempre, escono ufficialmente "puliti" dalla farsa processuale. Poco importa se il crudele rais ha conquistato e mantenuto il potere con la loro complicità interessata. Ora Saddam Hussein non parlerà più. E' la storia che si ripete ottusamente a causa dei pochi che tirano le fila del mondo.


Ne esce sconfitta l'umanità perchè, comunque sia, nessuno può togliere la vita ad un altro uomo per quanti e crudeli crimini abbia commesso.
Questo assassinio non serve nemmeno a riportare la pace in Iraq.
Per una volta concordiamo con Pannella:''L'assassinio di un dittatore non e' un contributo alla democrazia e alla pace, ma e' un atto barbaro di incivilta', una scelta ottusa. La pena di morte e' un vero e proprio tumore da estirpare''.

venerdì, dicembre 29, 2006

Buon compleanno, Sara!

Dolce e preziosa, amica Saretta! Tra le meraviglie di questo 2006 ci sei tu: l'averti incontrata e conosciuta è stata davvero una fortuna insperata. Tu, discreta e silenziosa, sempre pronta a farti in quattro per tutti, senza risparmiarti, senza aspettarti nulla in cambio.

Riscalda il cuore la tua presenza in mezzo a noi. Grazie, Sara, ti auguriamo tutto l'amore possibile!

Un bacione dalla troppia

A te, Alba chiara

Respiri piano per non far rumore/ ti addormenti di sera e ti risvegli col sole/ sei chiara come l'alba/ sei fresca come l'aria/ diventi rossa se qualcuno ti guarda/ e sei fantastica quando sei assorta/ nei tuoi problemi nei tuoi pensieri/ ti vesti svogliatamente/ non metti mai niente che possa attirare attenzione/ un particolare/ solo per farti guardare ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,

Respiri piano per non far rumore/ ti addormenti di sera/ e ti risvegli col sole/ sei chiara come l'alba/ sei fresca come l'aria/ Diventi rossa se qualcuno ti guarda/ e sei fantastica quando sei assorta/ nei tuoi problemi/ nei tuoi pensieri/ E con la faccia pulita cammini per strada/ mangiando una mela ,,,,,,,,,,,,,,,,/
E con la faccia pulita cammini per strada/ mangiando una mela/ coi libri di scuola/ ti piace studiare/ non te ne devi vergognare
E quando guardo con quegli occhi grandi/ forse un po' troppo sinceri sinceri/ si vede quello che pensi/ quello che sogni /
E qualche volta fai pensieri strani.../ con una mano una mano ti sfiori/ Tu sola dentro una stanza/ e tutto il mondo fuori!!!/e tutto il mondo fuori!!!
(Vasco Rossi)
Foto troppiana2006

giovedì, dicembre 28, 2006

Ci impegniamo noi e non gli altri


Ci impegniamo noi e non gli altri
unicamente noi e non gli altri,
ne’ chi sta in alto ne’ chi sta in basso,
ne’ chi crede ne’ chi non crede.
Ci impegniamo
senza pretendere che altri s’impegnino,
con noi o per suo conto,
come noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non s’impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,
senza disimpegnarci perche’ altri non s’impegna.
Ci impegniamo
perche’ non potremmo non impegnarci.
C’e’ qualcuno o qualche cosa in noi,
un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia, piu’ forte di noi stessi.
Ci impegniamo
per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni,
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.
Si vive una sola volta
e non vogliamo essere “giocati”,
in nome di nessun piccolo interesse.
Non ci interessa la carriera,
non ci interessa il denaro,
non ci interessa la donna o l’uomo
se presentati come sesso soltanto,
non ci interessa il successo ne’ di noi ne’ delle nostre idee,
non ci interessa passare alla storia.
Ci interessa di perderci
per qualche cosa o per qualcuno
che rimarra’ anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l’amore.
Ci impegniamo
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare
anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non e’ amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all’amore,
poiche’ dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c’e', insieme a una grande sete d’amore,
il volto e il cuore dell’amore.
Ci impegniamo
perche’ noi crediamo all’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente.

Nella foto Enzo Baldoni con Mohamed

mercoledì, dicembre 27, 2006


Ieri abbiamo festeggiato Simonetta, la nostra amica bavarese, rientrata in Italia per un veloce Natale con i suoi. A condividere il momento c'erano i nostri amici di sempre per la prima tradizionale (beh, le tradizioni hanno pure un inizio, no?) "cena troppiana degli avanzi", legittima conclusione della prima tappa di questi giorni di festa. Pomeriggio e serata sereni, tra giochi semi d'azzardo e allegria consumata tutta in compagnia.

Basta questo a fare di noi dei gaudenti? Messo in guardia, mi sono concentrato per ascoltare se" proprio dal fondo di questa umanità gaudente e disperata si levasse un’invocazione straziante di aiuto"... Non ho sentito nulla. Solo simpatiche battute, voglia di stare insieme, di vivere la festa in allegria. Mi sa che nei palazzi, dove vivono gli uomini soliti a tuonare generalizzazioni, non arrivi la vita di tutti i giorni dei normali cittadini. Perchè si ostinano a non scendere in strada senza auto e scorte? Perchè non vengono a trovarci nelle nostre case, anzichè frequentare i soliti salotti che così comuni non sono? Almeno ascoltino i loro preti che sguinzagliano a spiarci nelle nostre camere da letto. Li sentano sulla nostra vita di tutti i giorni, le nostre difficoltà, i nostri problemi. Se avanza tempo, allora sì: chiedano anche i particolari dei nostri momenti di gioia assoluta consumati nel sesso, ma solo per goderne con noi, se riescono. Se poi è davvero necessario ammonire i gaudenti, facciano nomi e cognomi, così da colpire sicuri. Qualche nome potrei suggerirlo anch'io, senza sentirmi delatore, perchè i veri gaudenti hanno una gran faccia di tolla ed esibiscono senza pudore i loro privilegi ottenuti quasi sempre con grande disinvoltura morale. Anche a Como ne conosco diversi. Nemmeno da loro si leva "un'invocazione straziante di aiuto". Casomai sono i derelitti, gli affamati, di qui e dell'altro mondo (il Sud), a chiedere aiuto, una pensione decente, un lavoro, una vita dignitosa e giusta. Ma quelli nessuno li ascolta, nemmeno se urlano con tutto il fiato che possono, perchè gli uomini dei palazzi sono troppo concentrati a cogliere il minimo segnale di richiesta d'aiuto che potrebbe arrivare dagli amici che stanno in altri palazzi e ville a Cortina, piuttosto che in Sardegna o altrove.

Per quanto ci riguarda si è festeggiato senza lasciarci turbare dai moniti romani. Sappiamo già che la realtà dell'amicizia che viviamo è vera nella misura in cui è aperta a nuove condivisioni e conoscenze. Per questo la nostra porta resta spalancata.
Nella foto il palazzo vescovile di Como: anche da qui spesso "si tuona".

lunedì, dicembre 25, 2006

A SUD

Catamayo, 24 dicembre 2006

"Di notte i cani abbaiano perchè vedono gli spiriti maligni che si aggirano per le strade. Abbaiando li spaventano e li scacciano" . Me lo dice guardandomi dritta negli occhi, e abbassando la voce. Quando don Manuel, il suocero della mia collega, ha in corpo un po' di aguardiente, inizia a parlare degli spiriti. Mi racconta di quella volta che , da piccolo, era riuscito a scacciarne uno colpendolo sulla testa con il calcio di una pistola. "L' ho fatto scappare, ma avevo i capelli tutti dritti sulla testa". Fantasia e realtà intrecciano i confini. A Don Manuel , quattro anni fa, e' morto un figlio di una malattia rarissima ( due casi censiti i tutto l'Ecuador), e lui e' convinto che l'abbiano avvelenato, o , peggio, che gli abbiano fatto un malocchio. Mi ritrovo sprofondata in una realta' fatta di magia a superstizione. Penso ai racconti di Manuel Scorsa e dei suoi personaggi magici. La magia degli scrittori sudamericani mi sembrava un modo per questa gente di frenare l'avanzata violenta irrispettosa del modello occidentale. Ora che in Sud America ci vivo, questo aspetto così forte e radicato mi fa quasi rabbia. Quando una persona sta male va dai curanderos o , alle volte, dai maghi. Se i primi possiedono conoscenze su erbe medicinali e possono sicuramente aiutare la gente, i secondi sono abili approfittatori della superstizione e dell'ignoranza . Quanta sofferenza si potrebbe risparmiare con una semplice visita dal medico ( e qui la sanità pubblica e' gratis), e con un po' di buon senso. Poi mi ritornano alla mente le immagini del processo alla Marchi, alla figlia e al mago brasiliano.... tutto il mondo e' paese. La mia parte razionale e quella più magica entrano in conflitto. Cosa può essere meglio, una visita dal medico e la medicina chimica, o rispettare le tradizioni e le conoscenze acquisite in secoli di storia? Potrei stare a combattere tutta una vita senza venirne a capo. Anche Terzani, una volta scoperto il cancro, e' andato a New York a farsi curare. Così cerco di pensare ad un equilibrio che permetta di conciliare le due cose senza pregiudicarne nessuna. L'esercizio richiede del tempo,ma ho ancora qualche mese per allenarmi. Guardando il calendario mi accorgo che la mia esperienza di volontaria a Catamayo ha già fatto il giro di boa, e che l'aereo che mi porterà (forse) a Buenos Aires si fa ogni giorno un po' più vicino. Non so se essere contenta per il lavoro svolto fino ad ora, e per il fatto che rivedrò alcuni amici che scenderanno dalla Svizzera, o se rattristarmi per il poco tempo che mi rimane e il tanto lavoro da fare. Forse e' solo l'avvicinarsi del Natale che fa riaffiorare le mie insicurezze e un filo di nostalgia.Poi penso all'intensa esperienza che sto vivendo qui, alla fortuna che ho di poter stare in questo paese, e l'ombra di tristezza se ne va. Buon Natale a tutte e a tutti. A presto.
Isa

domenica, dicembre 24, 2006

Buon Natale!


Cercando un senso al Natale 2006, pensiamo il migliore sia ancora quello antico di sempre che anche la tradizione cristiana ha fatto proprio, valido quindi per credenti e no.

In mezzo a tanto buio speriamo di scorgere, pur lontana, una luce sufficiente a ritrovare il sentiero del buon senso: ciò basta a fare festa.

L'augurio è che tutti si diventi più umani!

La Troppia

sabato, dicembre 23, 2006

Quel movimento di viscere

Splanknistheis è un participio passato greco, lo si trova subito all’inizio del vangelo di Marco(1,40-45) nel racconto di una delle prime guarigioni operate da Gesù. Letteralmente vuol dire “smosso nelle viscere”, ma si preferisce tradurlo con “mosso a compassione”. Appena il nazareno vede il lebbroso, il più reietto e maledetto tra i paria della società del suo tempo, prova un’emozione talmente forte da muovergli appunto le interiora, evento comune a noi umani. A noi uomini che amiamo e perciò sappiamo vivere autentici slanci di commozione che sono spesso partecipazione empatica. Il verbo è ricorrente nei vangeli, segno che il Dio cristiano sapeva amare davvero. E quando si ama, se si può, si agisce, ci si fa anche in quattro pur di essere vicini all’oggetto del proprio amore. Non ci sono regole che tengano: nemmeno la scomunica riservata agli impuri. Infatti Gesù compie il miracolo. Nulla di strano, lui poteva: fin da piccoli ci hanno abituato alla sua onnipotenza. Non ricordo invece che mi abbiano fatto notare anche il seguito che non è meno importante: il Maestro non ritiene sufficiente la guarigione fisica, gli sta a cuore anche la completa reintegrazione sociale dell’exmalato e insiste perché si rechi subito dall’autorità competente per riottenere l’identità perduta.

Penso a Piergiorgio Welby e ai tanti come lui che persino dopo la morte sono stati trattati con freddezza disumana. Non sicuramente dal Gesù dei Vangeli, che anzi avrà subito l’ennesimo terremoto viscerale per l'ulteriore gratuita sofferenza imposta proprio dai Suoi.

venerdì, dicembre 22, 2006

Regali dai politici? No grazie


Anche Bossi, dopo Fini e Berlusconi, apre al riconoscimento dei diritti individuali.“Diritti che vanno riconosciuti a tutti i cittadini, compresi, ovviamente, anche gli omosessuali” così dichiara il Bossi sull'ultimo numero di Panorama. “Penso sia giusto riconoscere il diritto ad assistere il proprio compagno in ospedale, a subentrare automaticamente nel contratto di affitto in caso di morte ”. E ancora: "Io penso che si debbano riconoscere i diritti degli omosessuali, che sono persone anche loro, cittadini alla pari degli altri, però da lì a creare la famiglia omosessuale, come vuole fare il governo Prodi è pericoloso, perché così si scardina la famiglia tradizionale, si stravolgono i valori sui quali si fonda la nostra società”.

Beh, ora i leghisti, dopo anni di insulti volgari ed ignoranti, ci tratteranno da cittadini come gli altri , basta culattoni che è un'offesa. E se lo dice il boss..."Niente pregiudizi o discriminazioni da parte del Senatùr- continua Panorama- neppure per gli insegnanti omosessuali, contrariamente a quanto disse alcuni anni fa, prima della svolta liberal di An, Gianfranco Fini: «Un insegnante non lo si giudica dal fatto se sia omosessuale o meno, ma dalla sua voglia di far crescere i ragazzi, di impartire loro sani principi»".

Fini intanto invita Domenico Dolce nel suo "salotto buono", la Fondazione "Fare futuro"...

Tutti regali di Natale? Di chiaro vedo solo l'allineamento della destra sulla posizione di Ruini del 27 settembre 2005, quando dichiarava:" per quelle unioni che abbiano desiderio o bisogno di dare una protezione giuridica ai rapporti reciproci esiste anzitutto la strada del diritto comune, assai ampia e adattabile alle diverse situazioni".

Un cambiamento così "radicale"(?) è giustificato solo dalla scoperta da parte dei politici che la maggioranza degli Italiani è più avanti di loro: continuare a chiudere del tutto sarebbe estremamente controproducente in termini di voto. L'unica via d'uscita è quindi sposare la tesi del fine politico Presidente della Cei, nonchè autorevole rappresentante del Vaticano. Col suo pesante appoggio magari si manda a casa l'inconcludente Esecutivo prima del tempo, avranno pensato Bossi eFini.
La novità positiva sul piano politico è che grazie a Titti De Simone (RC) il governo ha recepito un odg della Camera, dopo che quello approvato al Senato era decaduto a causa del voto di fiducia sulla Finanziaria: entro la fine di gennaio si discuterà di unioni civili.

Oh Da-niele

Sedici mesi fa il vero problema per En e Ser non era tanto il passare dalla coppia alla troppia, che già di per sè non era cosa da poco, bensì...
(da leggere canticchiando sull'aria di "Oh Diana")

Ser-Certo non ne ho visti mai
belli e sexy meglio di lui,
ma a me sembra che lui è un po'
troppo giovane per te.
Ti capisco e come no?
se però soffrir non vuoi,
Ohhh fuggi via da lui... Daniele!
Già io ti vedo passeggiar
fra la gente insieme con lui,
mentre c'è chi pensa già
che di Daniele il padre sei
ed ogni volta dover dire
che tuo figlio lui non è.
Ohhh fuggi via da lui....Daniele!
En-Baldanzoso, bruno affettuoso, morbidoso, poi goloso,
divertente, cotto al dente!
E tu? e tu?
Ser-E tu che non ti accorgi che
lui sta cuocendoti a fuoco lento,
anche se poi chi ama di più
fra voi due è ancora lui.
Finchè un giorno ti risveglierai
come un pugile un po' suonato
dal gran vuoto che ti ha lasciato...
Fuggi via da lui....Daniele!
En-Baldanzoso, bruno affettuoso, morbidoso,
poi ...poi goloso, divertente, cotto al dente!
E tu? e tu?
En-Tu (il) quale non ti accorgi che
non sta cuocendo soltanto me:
e' già a quel punto ormai anche con te...
Forse ammetterlo tu non puoi
e sono certo che nei panni miei,
pur di stare vicino a lui,
te ne freghi degli anni tuoi
perchè lui è ...lo sai....Daniele!
Ser-Già io mi vedo in un caffè fra la gente insieme con lui,
mentre il barman già pensa che
che un bel giorno poi finirà ...
Insieme - ...come pugili un po' suonati,
quasi morti e innamorati...
Resta qui con noi...Daniele!
Qui con noi...Daniele!Qui con noi... Daniele!

giovedì, dicembre 21, 2006


Piergiorgio Welby
1945-2006
«Morire dev’essere come addormentarsi dopo l’amore, stanchi, tranquilli e con quel senso di stupore che pervade ogni cosa»
(dal suo blog )

mercoledì, dicembre 20, 2006

Da Como a Caracas

Caro Sleepwalker,
ci stupisce che tu, da così lontano, continui a leggere queste pagine. Sul blog spesso ci perdiamo nelle piccolezze che in Italia tengono banco: sprechiamo mesi, anni a discutere su particolari che altri Paesi hanno superato più agilmente con il semplice buon senso e un po' di umanità. Forse i nostri politici ci vogliono distrarre dai veri problemi che come uomini del nostro tempo dovremmo affrontare: la povertà subumana resa ancora più esasperata da una certa globalizzazione,i flussi migratori,l'ambiente, le mafie, la giustizia internazionale, le guerre, la corruzione, il terrorismo,etc etc. Sembra assurdo, a pensarci bene, sprecare tanto tempo e tante energie per discutere di Pacs nel 2007! Così come è strano sentir ribadire continuamente, da una parte e dall'altra(Vaticano), la laicità dello Stato italiano quando poi i fatti rivelano esattamente il contrario. Noi qui per forza di cose dobbiamo rassegnarci a discutere della nostra realtà, anche se consapevoli che sarebbe meglio occuparci d'altro.

Immaginiamo però che anche in Venezuela, come nel resto del mondo, la politica ufficiale spesso segua una strada diversa da quella della maggioranza del popolo.


Ci chiedi di noi, della nostra storia... Qua e là, in vita di troppia, raccontiamo il nostro vissuto. Non c'è molto da aggiungere al già scritto. Siamo consapevoli che la nostra esperienza esce un po' dall'ordinario, perciò di questi tempi meglio essere un po' discreti e restare tranquilli per non offrire nuova carne al fuoco dei roghi pacsiani. Eppure l'idea della troppia in sè non è nuova, anzi è antichissima tanto da avere come sorta di archetipi addirittura divinità di alcune religioni. Ehm, non vogliamo apparire blasfemi, ma la trimurti (triplice forma dell'unica realtà divina) nell'induismo è una specie di triade come altre divinità indoeuropee. E non solo indoeuropee... Ma stiamo esagerando: la nostra realtà è molto più semplice, anche se, a ben guardare, ci proponiamo (e viviamo) una sorta di profonda comunione d'amore in tre, con tutti i limiti della nostra natura umana ovviamente. All'inizio c'era una coppia che ha condiviso 20 anni di amore, quasi sempre appassionato e travolgente, alcune volte più stanco e problematico, ma mai rassegnato e routinario. Alti e bassi capitano a tutte le coppie che hanno fatto la scelta responsabile di amarsi. Nel bene e nel male. Sono stati anni di crescita, di coscientizzazione come usate dire voi in Latinoamerica. Poi è arrivato Dan e il triplice innamoramento. Prima di decidere di abbandonarci all'amore, naturalmente c'è stato il tempo delle riflessioni, delle paure, dei problemi. Alla fine però ci siamo risolti e da un anno e tre mesi stiamo vivendo una realtà intensa e meravigliosa, non esente naturalmente da conflitti e difficoltà, generati dal nostro essere tre persone diverse.

Tu, piuttosto, raccontaci di te, della tua vita, dei tuoi amici, della tua gente, del tuo Paese. Scrivici all'indirizzo segnalato a lato e posteremo quello che vorrai, perchè questo blog vuol essere uno spazio di arricchimento per noi e per i visitatori. Conoscere storie e realtà diverse è il modo migliore per riscoprire la comune umanità e sicuramente, da quello che possiamo dedurre dal tuo profilo e dal tuo blog, tu hai molto da raccontare e condividere con noi .
Un abbraccio!
enserdan



martedì, dicembre 19, 2006

Questo nostro spazio compie sei mesi.
Vogliamo ringraziare di cuore tutti gli amici che partecipano attivamente ma anche solo chi vi accede ogni tanto per curiosare un po'. Ci piacerebbe vedere molti più commenti che poi sono stimoli reciproci per confrontarci e per mantenere quella libertà che qui nessuno ci può negare:quella del pensiero.
L'artefice di tutto è Moser, Dan ed io ne siamo stra-orgogliosi.
E' semplicemente fantastico!Grazie Ser!

lunedì, dicembre 18, 2006

Una voce che chiamava nel deserto della DC


Alcuni giorni fa, il 15 dicembre, è stato il decimo anniversario della morte di Giuseppe Dossetti, giurista, resistente, politico, padre costituente, monaco. Un grande nel vero senso della parola. Concepiva la Costituzione,lui costituente, non solo come un insieme di leggi e norme, ma come un patto di fruttuosa e civile convivenza spalancato sul futuro. Democristiano, ebbe il coraggio di abbandonare la vita politica in seguito allo scontro con De Gasperi cui rimproverava di aver favorito una politica di "basso profilo"a scapito di una politica con grandi slanci ideali, attenta alla realtà della gente. Dopo un breve periodo come consigliere comunale della sua città, Bologna, divenne prete.Collaborò con il card.Lercaro al Conc.Vaticano II, scrivendone il Regolamento che impedì l'approvazione dei documenti già preparati dalla Curia romana, consentendo così una reale discussione tra i vescovi di tutto il mondo sulla necessità del rinnovamento della Chiesa. Non si limitò alle sue competenze di giurista in quella occasione, ma espresse per tutta la durata dell'assise la sua ansia e la sua aspirazione per una Chiesa che fosse "povera" per essere realmente "Chiesa dei poveri".
Resosi conto che l'atteso rinnovamento della Chiesa dopo il Concilio aveva subito una battuta d'arresto, fece la scelta radicale del monachesimo per dedicarsi dal di dentro alla riforma dell'Istituzione:"Siamo in un periodo di frantumazione del pensiero, di un pensiero che si fa sempre più debole... ogni tentativo di ricostruire una sintesi culturale o una organicità sociale che difenda la Fede sarà sempre più un tentativo illusorio... Forse già in questi giorni si preparano nuovi presidi, nuove illusioni storiche, nuove aggregazioni che cerchino di ricompattare i cristiani. Ma i cristiani si ricompattano solo sulla parola di Dio e sull'Evangelo!... La Chiesa stessa, se non si fa più spirituale, non riuscirà ad adempiere la sua missione e a collegare veramente i figli del Vangelo!".
Negli ultimi anni tornò alla vita pubblica dopo la comparsa sulla scena politica di Berlusconi: l'anziano monaco, giurista e costituente, uomo di fede, studioso profondo, aveva intuito i pericoli nati dall'avanzare di una nuova classe politica improvvisata e rampante e divenne strenue difensore della Costituzione ,continuamente attaccata e vilipesa dalla destra.
Personaggio straordinario, Giuseppe Dossetti, da non dimenticare anche se (o proprio perchè) Ruini e colleghi con la sua morte hanno tirato un sospiro di sollievo.
Ecco le sue parole Su spiritualità e politica. E i suoi libri.

A Sud


Questa settimana abbiamo finalmente iniziato a lavorare con i bambini, e ho scoperto che la mia esperienza di maestra serve a ben poco. Devo reimparare a fare il mio lavoro.I bambini sono bambini in tutto il mondo, ma a dipendenza dal contesto socio-culturale nel quale crescono, cambia il loro modo di confrontarsi e di relazionare con i compagni e con l'ambiente scuola. I bambini che frequentano la scuola che abbiamo appena aperto sono cresciuti per strada o dentro al mercato e non sono abituati ad avere una persona adulta come compagna di giochi. Le dinamiche relazionali che mettono in atto sono lo specchio della loro vita. Prima di procedere con gli aspetti piu' educativi del progetto, dobbiamo costruire una relazione di fiducia con loro. Il tempo che mi rimane e' poco , meno di tre mesi, e temo che dovro' lasciarli proprio quando comincero' a conoscerli meglio. Venerdi' mattina uno dei bambini e' arrivato accompagnato dal papa'. Sebbene fosse mattina presto era gia' completamente ubriaco. E' stata un'impresa riuscire ad accompagnarlo all'uscita, nulla comunque a confronto di quello ha dovuto fare l'altro figlio piu' grande per riaccompagnarlo a casa. Io ho dovuto ascoltarlo e parlargli solo per una decina di minuti, ma i suoi figli e sua moglie devono costantemente vivergli accanto. Alcuni altri bambini non sono stati registrati all'anagrafe, perche' la madre aspetta che il padre li riconosca e gli dia il cognome, altri non vengono vaccinati perche' la famiglia crede che sia un male, altri sono abituati a girare senza vestiti e a fare i loro bisogni dove capita. A volte penso che non riusciro' mai ad adattarmi, e che l'impresa nella quale mi sono avventurata sia piu' grande di me. Inoltre il disequilibrio tra quanto sto dando e quanto sto ricevendo e' sempre piu' evidente. So che rientrero' a casa piu' ricca, ma non so quanto di quello che sto facendo sara' loro veramente utile. In questi giorni gli spunti di riflessione non sono mancati. Quello che vorrei raccontarvi oggi non e' molto allegro, ma riguarda un aspetto della vita di qui che spesso passa sotto silenzio, o peggio, come normalita'Un pomeriggio uscendo di casa, ho visto passare un corteo di persone che portava a spalle una bara. Camminavano molto velocemente, percorrendo la strada che conduce alla chiesa, forse perche' il sole era molto forte, forse perche' la cassa non era molto pesante, visto che conteneva il corpo di una giovane donna uccisa dal marito. La violenza domestica, come in molte altri parti del mondo, e' un fenomeno diffusissimo qui in Ecuador. A farne le spese di solito sono le donne e i bambini. La maggior parte delle volte non viene sporta una denuncia, perche' la paura e' troppo forte, o perche' con un marito o un padre in carcere il guadagno sarebbe ancora minore , e il rischio di patire la fame piu' concreto. Il percorsoper il riconoscimento dei diritti di donne e bambini e' ancora molto lungo. Il governo si impegna a promulgare leggi che pero' nella realta' non hanno unriscontro. Mancano i finanziamenti per progetti di recupero delle vittime, e per una efficace sensibilizzazione della popolazione piu' povera. Che il nuovo corso politico possa finalmente portare a una svolta? Lo spero tantissimo. A presto.
Isa

domenica, dicembre 17, 2006

Oltretevere batte Italia 2-0



Riassumendo:
La finanziaria è passata al Senato, ma è stata ritirata l’estensione ai conviventi delle agevolazioni accordate in materia di successione alle persone sposate.
E' decaduto l’ordine del giorno che impegnava il governo a presentare il disegno di legge sulle coppie di fatto entro il 31 gennaio 2007, dal momento che è stata posta la fiducia sul maxiemendamento.
L’“Osservatorio per il contrasto della violenza nei confronti delle donne e per ragioni di orientamento sessuale” diventa più genericamente l’“Osservatorio nazionale contro la violenza sessuale e di genere”(qui).
Fini si dichiara favorevole a una legge sulla coppia di fatto purchè si eviti il riconoscimento pubblico dell’esistenza della stessa coppia, è sufficiente "rimuovere eventuali discriminazioni che negano i diritti individuali e personali dei cittadini che danno vita ad una unione di fatto".
Berlusconi dice di essere per la libertà di coscienza dopo la chiusura urlata dal palco lo scorso 2 dicembre, rimarcando la tensione con l'Udc.
Fassino, mentre dichiara di essere favorevole ad una legge sulle coppie di fatto che garantisca diritti uguali per tutti, sia per le coppie omosessuali sia per le eterosessuali, sente però il bisogno di aggiungere subito, quasi a rassicurare, di essere contrario all'adozione per le coppie omosessuali.
La Chiesa cattolica ottiene l'esenzione ICI ed il nulla totale sui PACS.
(Nella foto la gioia di Camillo Ruini)

venerdì, dicembre 15, 2006

Un regalo autentico


E' nato il blog dei clochard della stazione centrale di Milano: http://stazionemilano.splinder.com/ .

Un'amica posta frammenti dei loro pensieri: non solo poesie o storie di vita vissuta, ma anche progetti per il futuro e sogni che rivelano un mondo ricco di umanità ed autenticità.

"SIAMO QUELLI CHE CADONO MOLTO SPESSO E IL PIU' DELLE VOLTE SI RIALZANO, CERCHEREMO DI ESSERE MIGLIORI E SE VOI CI AIUTERETE, FORSE NOI CE LA FAREMO...", così si presentano a noi.

A noi che ci riempiamo quotidianamente di chiacchiere per sopravvivere in un mondo fatto di chiacchiere...

Ora abbiamo un riferimento vero in più cui guardare per recuperare quella umanità che politici, amministratori, pastori e protagonisti in genere, giorno dopo giorno, spengono con le loro vuote parole dentro di noi. Questo è un vero regalo di Natale!

mercoledì, dicembre 13, 2006

PENSIERO

Il mio pensiero aveva
lasciato l'assurdità

ed ora viaggiava nella dimensione
della mia realtà
Le stazioni della metropolitana

dove io mi ero immerso quella mattina
si avvicendavano in modo surreale
tutti i loro volti trasudavano una realtà
fatta di quotidiano sterile
Il mio pensiero sganciato nell'assurdo
ora poteva penetrare come un fulmine a cielo sereno
immagazzinava tutti i fotogrammi
il mio pensiero bombardato da queste immagini
si sdraiava sulla collina che mi fece da madre un giorno
La quercia amica
di un'infanzia che non c'è più
mi spronava a salire sulla prima nube delicata
ricordo del sole del mattino
e se l'assurdo mi riprenderà sicuramente

io sarò amico del mattino...
(Victor,
http://stazionemilano.splinder.com/)

La Lombardia di Formigoni

Pubblicato da unaltralombardia il Libro Bianco sulla fine del ruolo trainante della Lombardia. Vale la pena leggerlo qui, giusto per sapere come stanno andando veramente le cose nella nostra Regione guidata dal governatore Formigoni insieme alla Compagnia delle Opere. Il documento è stato presentato ieri al convegno pubblico “Il modello Formigoni e il futuro della Lombardia”al Circolo della stampa di Milano. Buona lettura!

martedì, dicembre 12, 2006

A Sud


Ogni volta che si porta qualcosa di nuovo in un paese si provoca un piccolo terremoto nei costumi e nelle tradizioni locali. Ogni nuovo gesto provoca trasformazioni non previste,e a volte nemmeno positive. Giovedi' e' toccato alla mia collega e a me provocare una piccola scossa; abbiamo comperato per la scuola un piccolo aspirapolvere. La mia coscienza ha cominiato a tormentarmi. Se da un lato sono sicura che un miglioramento delle condizioni di lavoro per le donne sia una conquista, dall'altra non posso fare a meno di pensare che l'introduzione di questo elettrodomestico portera' ad un inevitabile aumento del consumo energetico, con relativo aumento di costi e prezzi, e a un'inevitabile ricaduta a livello ambientalePoi sabato mattina abbiamo deciso di provarlo a casa della mia collega. Eravamo nella mia stanza, abbiamo aperto la scatola e ho iniziato a montarlo ( per me una routine). Nella stanza e' calato uno strano silenzio. Ho alzato lo sguardo e ho visto tre paia di occhi ( la mia collega ha due figlie piccole)che mi guardavano come se fossi stata il mago della pioggia. Credo che nessuno mi abbia mai guardata cosi'. Ho provato un brivido e un'emozione forte. Ho riabbassato lo sguardo perche' avevo gli occhi lucidi. Quando lo abbiamo acceso, e' espolsa la gioia. Le bambine hanno cominciato a ridere e correre per tutta la casa. Non avrei mai pensato di potermi deivertire e commuovere cosi' tanto pulendo la casa.Domani inoltre sara' il grande giorno. Inizieremo finalmente a lavorare con i bambini. Dal ministero e' arrivata la tanto attesa autorizzazione. Non vedo l'ora di poterli conoscere e condividere con loro i tre mesi di lavoro che mi restano. Settimana prossima vi potro' sicuramente raccontare di piu'. Per ora e' tutto. A presto, un abbracio forte.

Isa

lunedì, dicembre 11, 2006

E' morto il tiranno

Ricordando le oltre 100.000 vittime di Pinochet


La notizia:"Si comunica la dolorosa morte dell’ex presidente della repubblica ed ex comandante in capo dell’esercito, capitano generale Augusto Pinochet Ugarte. Alle 13.30 (le 17.30 italiane di ieri) il paziente ha sofferto un inatteso e grave scompenso che ha obbligato il suo trasferimento in condizioni critiche nel reparto di rianimazione. Sono state applicate tutte le misure mediche possibili per rianimarlo - conclude il bollettino - ma non si è ottenuta una risposta clinica positiva, e la morte è intervenuta alle 14.15".
Pinochet è morto in libertà, impunito dalla giustizia umana nonostante gli atroci crimini commessi durante la sua sanguinaria dittatura, dall’11 settembre del 1973 (quando con un golpe rovesciò il governo democratico di Salvador Allende) sino al 1990.
Il popolo cileno che per anni ha patito da solo l'arrogante crudeltà del dittatore, amico dei potenti della terra, ora forse può tornare ad affrontare il futuro anche se "il dittatore è morto amministrando il suo bottino di guerra con la complicità di una giustizia cilena sospettosamente lenta."( Luis Sepulveda).

domenica, dicembre 10, 2006

Domanda lecita

Si può sapere qual è la famiglia tradizionale che tanto sta a cuore a chi veramente sembra avere il potere in questo Paese? Quella di Prodi con la moglie Flavia e i figli Giorgio e Antonio o quella di Berlusconi con la exmoglie CarlaElvira e i figli Maria Elvira (che si fa chiamare Marina) e Piersilvio e con l'altra moglie Veronica Lario, al secolo Miriam Bartolini, con i figli Barbara, Eleonora e Luigi? Quest'ultima famiglia è forse quella più accreditata, visto che nella cappella di Villa S.Martino si celebrano Messe publicizzate. Certo non può essere considerata, suppongo, famiglia tradizionale quella di Emilio Colombo, senatore a vita, anche se per "salvarla"lo stesso si è autoaccusato di essere cocainomane (per fini terapeutici). Ci sono altre strane famiglie, clandestine, di cui si sa ma non si dice, che pare vedano coinvolti persino presidenti di Regione, preti e ...vescovi. Sono pettegolezzi? Può essere. Forse non si tratta di unioni d'amore, ma solo di sesso e allora non possono certo essere considerate tradizionali, casomai maniacali, aberranti ,come le torbide storie che vedono coinvolti adulti e bambine/i...
Ma noi, italiani, cosa pensiamo veramente? Ci sta bene davvero quello che i politici pensano per noi? La loro ipocrisia che copre ipocrisie più profonde e vergognose?

Fino a quando pecore?


sabato, dicembre 09, 2006




Passo dopo passo qualcosa sta cambiando nel Paese e se anche i nostri pavidi politici a Roma si barcamenano intimoriti dall'isteria oltreteverina, qua e là, a livello locale, si manifestano prese di posizione più vicine alla volontà popolare che ormai riconosce alle coppie di fatto, amiche o vicine di pianerottolo, il diritto all'esistenza e perciò il conseguente riconoscimento civile e giuridico. Prima o poi anche il Parlamento avvertirà l'esigenza di porsi sulla stessa lunghezza d'onda della maggioranza, pena il ripudio popolare. Non si può fermare l'evoluzione, si può rallentare, frenando e puntando i piedi come la gerarchia cattolica ha sempre fatto nella sua secolare storia, ma poi, a suole consumate, anche lei dovrà rassegnarsi alla realtà. E a un po' di potere in meno. Credo che questo scotti veramente alla gerarchia, la perdita del potere sulle coscienze che è stata la sua forza e la sua ricchezza fino allinizio del fenomeno della secolarizzazione che ha coinvolto i Paesi occidentali a partire dalla fine degli anni '50 del secolo scorso. Mentre lancia anatemi e invettive, probabilmente la diplomazia vaticana sta già pensando al caro prezzo che farà pagare allo Stato italiano per aver ceduto sulle famiglie tradizionali. E non sarà un risarcimento morale chè non mitiga la perdita di potere: sarà qualcosa di più concreto, nella logica del do ut des , quello sì sempre classico e tradizionale.


Intanto andiamo avanti con questo teatrino finchè laggiù, nelle due capitali romane, non raggiungeranno un accordo soddisfacente, pegno della mancata laicità dello Stato italiano.

venerdì, dicembre 08, 2006

Orsenigo come Padova?


La sindaca di Orsenigo, Licia Viganò (DS), è decisa: prima della scadenza del mandato realizzerà nel comune lariano il registro delle unioni civili insieme al riconoscimento anagrafico proprio come a Padova. «L'istituzione di questo registro - dichiara la Viganò - non è altro che un modo per ufficializzare in Comune la convivenza, che tra l'altro spesso dal punto di vista anagrafico già risulta attraverso le residenze dei componenti. Oltre allo stato di famiglia che già sancisce l'unione di due persone legate da vincoli affettivi, daremo una ulteriore sottolineatura alle situazioni che già esistono».

La sindaca è componente di spicco di quel Coordinamento Donne dei Democratici di Sinistra che al congresso provinciale del partito quindici giorni fa, propose, e fece approvare a maggioranza, un documento nel quale il registro per le convivenze era punto cardine.«Presenterò la proposta di istituire i registri per le coppie di fatto alla mia maggioranza in consiglio comunale. D'altronde esprimo una posizione che non è altro che la logica traduzione in pratica dei contenuti che, attraverso il documento del Coordinamento Donne dei Ds, presentammo alla platea congressuale a fine novembre. Non c'è dunque nulla di strano nella mia decisione».

Il primo cittadino di Orsenigo sottolinea ripetutamente il forte valore simbolico del registro per le coppie di fatto. «È questo l'aspetto che sta alla base della mia convinzione - afferma la Viganò - Il valore simbolico di una scelta di questo genere è alto ed è un segnale verso il riconoscimento delle convivenze di fatto, fenomeno sociale in aumento».

Nel comune in questione, poco meno di 2.500 abitanti, lo stesso primo cittadino afferma che «i dati parlano di un 5% di coppie conviventi, anche se è molto difficile avere dati precisi perché spesso accade che mentre un componente ha la residenza in paese, il secondo la mantiene altrove pur abitando stabilmente sotto lo stesso tetto».Altro aspetto assai delicato circa l'istituzione del registro per le coppie di fatto riguarda le eventuali tipologie riconosciute dal Municipio. Ma la Viganò chiarisce subito che, nel momento in cui il registro venisse ufficialmente istituito, non vi saranno distinzioni di sesso, età o provenienza.«È evidente che la maggior parte delle coppie che ha scelto la convivenza e non il matrimonio è eterosessuale - sottolinea il primo cittadino di Orsenigo - ma l'orientamento sessuale non sarà di certo una discriminante per l'accesso al registro. Anzi, ritengo che debbano essere comprese tutte le coppie che, in virtù di un chiaro legame affettivo e di una scelta di condivisione della vita, decidano di formalizzare la loro posizione. Anche due donne anziane che dovessero trovarsi a vivere insieme, per fare un esempio».

In prospettiva, la Viganò ritiene che la creazione di un registro comunale per le coppie di fatto possa essere un primo passo verso provvedimenti legislativi e giuridici ancora più incisivi.«Persino l'Istat - afferma la sindaca di Orsenigo - ha messo nero su bianco che le convivenze aumentano e rappresentano una categoria sociale da classificare. I giovani che scelgono la convivenza, poi, sono sempre di più. Il 31 ottobre scorso ho sposato una coppia che vive insieme da 25 anni e che ha scelto questo passo per i riflessi sulla vita pratica. Mi sono persino trovata in imbarazzo, durante la cerimonia, a leggere loro i passi del Codice civile dove si ricordano i doveri di come crescere una prole, visto che i due sposi ne sapevano già molto dopo tanti anni vissuti insieme».«Per questo - conclude l'esponente dei Ds - urge che il legislatore affronti questa realtà e garantisca finalmente diritti e tutele anche alle coppie di fatto».
( Grazie a Paolo (DS) per la notizia. Nella foto Licia Viganò)

giovedì, dicembre 07, 2006

Attenti al lupo!


"No Prodi, no frodi, no froci" è uno dei tanti slogan della democratica manifestazione della destra di sabato scorso a Roma. Gli altri erano decisamente peggio, volgari e davvero pesanti. Del resto c'erano tante bandiere nere, croci celtiche, braccia tese, saluti romani, bandiere della X-Mas di Borghese. E persino l'ordine perentorio impartito alle truppe che “Soltanto gli organizzatori sono autorizzati a rispondere alle domande dei giornalisti”. In effetti sarebbe risultato difficile ad un forzaitaliota qualunque, o a un leghista padano e persino ad un camerata repubblichino illustrare le famose 67 tasse di Prodi senza rendersi conto dell'ennesimo inganno berlusconiano e provarne vergogna. I "froci" di gaylib prendono le distanze da Berlusconi, che li ha delusi e amareggiati per aver tassativamente escluso una famiglia diversa da quella formata da un uomo e una donna, coi suoi "figliuoli da allevare".

Sull'altra sponda, quella di sinistra, la Senatrice Paola Binetti della Margherita, attacca i suoi alleati e ripete fino alla noia che "il centrosinistra non farà mai i Pacs, a meno che non riesca a farli senza il voto dei cattolici ".

Il Consiglio Comunale di Padova però rompe gli indugi di Roma e approva il
riconoscimento anagrafico delle famiglie omosessuali. Grazie alla mozione di Alessandro Zan (Ds-Arcigay) rilascerà un attestato di famiglia sulla base dei legami affettivi.

Subito si levano grida (isteriche) da oltreTevere che denuncia l'ipocrisia (da che pulpito!) dei politici che parlano di PACS e di unioni di fatto, ma in realtà mirano all'accreditamento culturale delle cosiddette coppie di fatto. Anzi, "non si tratta di discorsi seri, perché non si basano sulla schiettezza", dal momento che a tessere le trame, subdolamente e segretamente, ci sono gli omosessuali, per cui "dietro l'angolo c'è in realtà l'introduzione progressiva, culturale e giuridica, della famiglia alternativa, specialmente omosessuale".

Non occorre un grande sforzo ermeneutico per comprendere il messaggio in codice ai politici. C'è solo da sperare si tratti di un ultimatum: finalmente si conosceranno le reali intenzioni dei nostri governanti.

martedì, dicembre 05, 2006

Accendete la radio!!!


Stasera su Radio Lora München, 92.4 o via cavo 96.75 MHZ, oppure via internet http://www.lora924.de/ , alle 21.00 va in onda "L'ora italiana".


Simonetta Soliani e Thilo Ruf parleranno dell'Emergenza -Napoli, ricordando le origini della camorra e del suo sviluppo nel tempo fino agli ultimi eventi di cronaca.

Seguiranno la presentazione della Vernissage Gegen Gewalt e un breve scorcio sulle tradizioni natalizie italiane e tedesche insieme a Alessandra Sorbello-Staub.

Per finire gli "Incontri di letteratura spontanea", interessante per chi ha nel cassetto piccole poesie o addirittura qualche romanzo, e gli appuntamenti culturali di Sonia Ercolani.

Mi raccomando sintonizzatevi e ......passate parola!

lunedì, dicembre 04, 2006



Eccoci a dicembre, arrivare a Natale è ormai un attimo. L'atmosfera domestica è un po' tesa per via dell'impegnativo appuntamento che vedrà En protagonista di un importante intervento di fronte ad una platea gremita di capi e megacapi: non è la prima volta, ma in queste occasioni entra in fibrillazione con largo anticipo ed il suo umore, comprensibilmente, ne risente. Dan ha procurato, con l'intenzione di distrarlo, un karaoke che pare fantastico, subito collaudato ieri da entrambi con buona pace dei vicini, sempre troppo pazienti ed educati. Mi sembra di aver notato, nell'intera giornata, una più assidua frequentazione del piano lavanderie, ma non saprei se per i tanti bucati prenatalizi o per sfuggire agli assordanti gorgheggi dei due artisti. Certo è che il sotterraneo era l'unico piano non raggiunto dalle loro sonorità non sempre melodiche. Siamo alla vigilia delle feste e un po' di vita nel palazzo alla fine rallegra e scalda i cuori come si dice.
La settimana è trascorsa comunque serena, con gli amici dell'Arcobalario sempre più presi dal nuovo sito (in costruzione) e dalla voglia di fare gruppo in questa, grazie a loro, meno gelida città di confine. Un po' alla volta, senza forzature o inutili scontri, la nostra piccola e pacifica rivoluzione ancora semiclandestina darà segni concreti di incisività o almeno di esistenza.
Intanto ci lasciamo coinvolgere dal generale clima di attesa, tipico del Natale. Il secondo in troppia.



A Sud


Oggi e' domenica, per me e' giorno di mercato. Camminando tra i banchi dove e' esposta la merce mi guardo attorno e osservo la moltitudine di gente che vende e compra. E' uno spazio di incontro e di scambio per la gente della citta'. Qui ci vengono tutti, benestanti e mendicanti. All'inizio facevo fatica a non pensare alle norme igeniche che ogni negozio o spaccio deve rispettare da noi. Poi ho fatto l'abitudine alle mosche, agli odori, ai bambini sudici che giocano per terra, ai cani che si aggirano alla ricerca di qualcosa da mangiare. Tutto sembra caotico, ma allo stesso tempo sembra seguire un ordine che si mantiene intatto da secoli. Si discute , si baratta, si tira sul prezzo. Accanto al mercato c'e' un piccolo "bennet" (chiamiamolo cosi'), di una catena di distribuzione all'ingrosso. Ci sono congelatori, prodotti in scatola ( quasi tutti Nestle'), i pavimenti sono limpidi, la gente parla sottovoce. Per me, che arrivo dalla linda Svizzera, dovrebbe sembare il paradiso, invece... .Gli impiegati sono pochi e il prezzo e' quello che sta scritto sulla confezione. Il rapporto tra merci e venditori e' molto diverso. Al mercato molta gente vende poco, qui pochi impiegati vendono tanto e di tutto.Mentre mi gusto un'orchata non posso fare a meno di pensare a quanta gente vive e sopravvive vendendo e comprando al mercato. Nessuno dei venditori e' ricco, ma questa piccola attivita' permette di mantenere moltissime famiglie, anche con attivita' collaterali. Fuori dal mercato ci sono taxisti e "tricicleros", che accompagnano a casa persone e merci acquistate, c'e' un "comedor" dove mangiano i venditori e i clienti delle bancarelle. Si spende poco e ci si sazia. Tutte queste attivita' permettono di mandare avanti l'economia del paese. Mi ricordo il racconto di un uomo incontrato a Bangkok. Mi diceva che dopo il crollo dei mercati asiatici sono stati i piccoli commerci, i venditori per le strade, le bancarelle improvvisate che hanno permesso ai thailandesi di non affogare nella poverta', di sopravvivere e di mandare avanti il paese.Qui e' lo stesso. Petrolio, cacao, gamberetti, fiori, sono tutti per l'esportazione.La fortuna e la sfortuna di queste merci ( e del paese che le produce) dipende dalle fluttauzioni del mercato. La gente , nella vita di tutti i giorni, invece vive dei piccoli commerci. Spero che i grandi magazzini non possano espandersi come da noi. Non per permettere ai turisti di vedere come si vive e si sopravvive in un paese povero, ma per dare una chance anche ai piu' poveri. Un abbraccio, a presto.

Isa

sabato, dicembre 02, 2006

Amore, finché vuoi,Finché resisti tu…
Rimani dove sei…Non te ne andare più!
Io ti difenderò.A nutrirti, sarò io!
Tu sopravviverai,Disperato amore mio!
Ce la farai.
Tu esisterai con me.
Ostinato amore mio!
(R.Z.)

venerdì, dicembre 01, 2006

1 Dicembre 2006

... Piero Matteo Alessandro Maria Ezio Giulio Michele Nicola Federico Francesco Alessandro Marino Pasquale Gaia Nicola Sandro Gianni Gianluca Luigi Paola Alberto Pamela Lorenzo Gabriele Carlo Felicia Cosimo Mara Giorgio Edda Mario Elisa Nino Tarcisio Tatiana Bruno Tiziana Lello Andrea Ermanno Leonardo Paolo Laura Adelmo Antonella Antonio Davide Patrizia Rachele Benedetto Angelo Marcello Gabriella Giordano Salvatore Fabio Giuliano Fulvia Aurora Licia Samuele Dario Roberto Emanuele ...

giovedì, novembre 30, 2006

Per essere popolo


C'è nella nostra voglia di stare insieme, di vivere momenti di allegra spensieratezza e simpatico divertimento, il bisogno di normalità, di essere completamente noi stessi senza finzioni, senza quelle forzature che il quieto vivere ci suggerisce di adottare quando siamo in mezzo agli altri. Un bisogno di fare gruppo, di sentirci parte di un popolo che nasce dalla lunga, a volte drammatica solitudine nella quale abbiamo maturato l'accettazione di noi stessi, diversi per comune definizione sociale anche all'interno della stessa famiglia. L'esperienza individuale della sofferenza, a volte coraggiosamente affrontata, altre passivamente subita, ha permesso a ciascuno di noi di riconoscere, al di là delle tante differenze che caratterizzano gli esseri umani, la scoperta del limite (di ogni tipo) come elemento accomunante, unificante dell'intero genere. Possiamo anche essere differenti per origine, cultura, etnia, ceto, religione, identità sessuale, etc., ma alla fine, quel che veramente conta è che siamo tutti uguali di fronte al dolore e alla sofferenza. Nessun privilegio di censo e casta pone qualcuno al di sopra degli altri, anche se la storia e la stessa realtà sembrerebbero dimostrare il contrario. Forti di questa acquisita certezza, le divisioni, le intolleranze e le esclusioni suonano come artificiali tentativi di riscatto destinati all'inevitabile fallimento, mentre appare urgente e necessario vivere relazioni capaci di andare oltre l'apparenza, fin dentro il cuore della persona.

Non ci sono ancora leggi che tutelino la nostra realtà come nel resto dell'Europa, ma già oggi anche nella provinciale Italia registriamo un lento ma progressivo cambiamento nel sentire comune. E' un buon segnale.

L'AIDS/HIV, entrato prepotentemente nella vita mondiale e nel dibattito sociale ormai 27 anni fa come elemento frenante e addirittura salutato da qualche parte come il giusto castigo divino, accomuna oggi Nord/Sud, Est/Ovest, etero e omo, uomini e donne, ricchi e poveri, bianchi e neri. La causa scatenante è un virus, anzi un retrovirus, che nulla aggiunge o toglie alla dignità dell'essere umano, al contrario impegna tutti, secondo responsabilità diverse, nella lotta comune contro la pandemia, specie là dove è più virulenta perchè alimentata dalle diseguaglianze sociali.

Il 1 dicembre è anche il giorno della memoria di quanti, meno fortunati di noi, sono incappati nel virus quando ancora non esisteva alcuna terapia di contenimento. Prima ancora della lenta agonia fisica, hanno sperimentato l'atroce sofferenza della condanna sociale alla solitudine disperata. Non possiamo dimenticarli: il loro ricordo pesa sulla coscienza di questa società che non ha voluto (e forse non vuole ancora) riconoscere nel malato, uomo imperfetto, l'immagine più vera di se stessa.

Non avrebbe senso ricordare i morti se non ci fosse contemporaneamente un'attenzione speciale, fatta di concreta solidarietà, per chi ancora oggi vive nella solitudine il dramma dell'Hiv: finchè permarrà il bisogno di nascondersi e di autoescludersi, perchè malati, non potremo considerarci pienamente popolo...

mercoledì, novembre 29, 2006

Non se ne parla quasi più, sembra non sia più necessario fare prevenzione, ma la pandemia dell’infezione da Hiv/Aids continua ad aumentare e a diffondersi: i dati UNAIDS/OMS del 2006 stimano che 39,5 milioni di persone vivono con l’Hiv/AIDS. Nel 2006 vi sono state 4,3 milioni di nuove infezioni, di queste 2,8 milioni (65%) sono avvenute nell’Africa subsahariana ma un importante incremento di nuovi casi (più del 50% dal 2004) si sta verificando anche nell’Europa orientale e in Asia centrale. Nel 2006 sono state 2,9 milioni le persone morte a causa del virus. In nord America e nell’ Europa occidentale e centrale il numero totale delle persone sieropositive continua ad aumentare (anche, in parte, per gli effetti della terapia antiretrovirale che riduce notevolmente il passaggio da sieropositività ad Aids), con un numero relativamente stabile di nuove infezioni per anno nell’America del Nord e con un aumento di nuove infezioni per quello che riguarda l’Europa Occidentale.


L’istituzione più importante a livello internazionale nella lotta all'Aids, l’UNAIDS (Joint United Nations Programme on Hiv/Aids), dal 2004 ha adottato lo stesso slogan per celebrare questa data: STOP AIDS. KEEP THE PROMISE che durerà fino alla fine del 2010, anno in cui si dovrebbe “misurare” quanto è stato raggiunto in riferimento alla “Dichiarazione per l’Accesso Universale ai trattamenti nella risposta mondiale per la lotta contro l’Hiv/AIDS”. Benché lo slogan sarà lo stesso da qui al 2010, ogni anno vi sarà una nuova parola chiave che indicherà il focus dell’anno. Per il 2007 la parola chiave è “ACCOUNTABILITY- RESPONSABILITA'”,indirizzato a tutti coloro che ancora non si stanno prendendo le loro responsabilità e che sono stati quindi individuati come i maggiori ostacoli alla lotta contro il virus. Si tratta ad esempio di quei governi che non applicano strategie efficaci contro la diffusione del virus per la tutela della cittadinanza, delle multinazionali farmaceutiche che non rendono accessibili i trattamenti e stanno conducendo una vera e propria guerra contro chi produce farmaci generici, dei leader religiosi che a fronte di una pandemia e di milioni di morti consigliano astinenza e fedeltà come unico strumento di prevenzione. Quest’anno anche UNAIDS ha puntato il dito verso questi soggetti “forti” ed infatti il tema di questa giornata mondiale, quest’ anno mette in primo piano la “RESPONSABILITÀ” (Accountability), intendendo la responsabilità di chi può fare la differenza nella risposta contro la pandemia, non quella del singolo individuo ( per saperne di più).

Appello del cuore


Hanno abbandonato questo povero Pitbullino maschio, bianco,
di circa 1 anno, dopo averlo ridotto così...E' veramente di buon carattere.
Vediamo, tra tutti, se riusciamo a trovare una famiglia affettuosa
anche per lui.....
Fabiana
N.B.Chi può raccogliere l'appello ci contatti per le successive indicazioni telefoniche.

martedì, novembre 28, 2006

Manifestazioni


Arriva il grande freddo. E' previsto nei prossimi giorni. Il 3 dicembre per essere precisi, domenica quindi. Preferirei anticipasse di un giorno, giusto per provare l'incondizionata fedeltà del popolo anticomunista al leader maximo tanto provato di questi tempi: sabato 2 c'è la manifestazione contro la finanziaria e il Governo di centrosinistra. In contemporanea, a Vicenza, una manifestazione contro la guerra e le basi militari USA in Italia, proprio mentre si completerà il ritiro , discutibile in questo momento, delle nostre truppe dall'Iraq ormai sull'orlo della guerra civile. Si sono avverate le peggiori previsioni di chi, dotato del solo buon senso e di un minimo di conoscenza storico-culturale, metteva in guardia i guerrafondai berlusconiani dal lasciarsi coinvolgere nelle follie interessate dell' amico George. Bella situazione davvero!

Ma vi ricordate qualche anno fa? Eravamo tutti messi a tacere non con la forza della ragione, ma con volgari insulti, tipico di chi non ha ragioni. L'unica voce non zittita era quella del vecchio papa che ostinatamente riproponeva l'uso della ragione e del dialogo contro l'intervento armato. Ma era teneramente compatito, come qualsiasi vecchio che si fissa testardamente su un'idea del tutto priva di senso, giusto perchè per troppi anni legato al ruolo di vicario del predicatore di Nazareth, tanto da immedesimarsi alla fine nel Verbo evangelico. Nemmeno i suoi vescovi poi lo prendevano troppo sul serio, almeno quelli italiani così fisicamente vicini a lui, troppo impegnati allora come oggi a tuonare contro le coppie irregolari e contro la diversità di trattamento delle scuole private, mai però credibilmente contro la guerra. Salvo casi isolati, i soliti. La salvezza sta nel corretto esercizio della sessualità all'interno dei modelli predefiniti dalla saggia tradizione morale: che c'entra l'uso dell'inganno per giustificare l'aggressione armata al popolo iracheno? Il fine giustifica i mezzi, altro che storie! Guai a riprendere l'allora Premier, anche se pubblico concubino (sic!), lui sì che aveva/ha a cuore le sorti della chiesa(istituzione)!

E visto che nessuno oggi ammette le proprie colpe a destra, dove le responsabilità sono più grosse (la sinistra come il solito è stata troppo tiepida ed accondiscentente e quindi pure colpevole) ,non mi resta che sperare nel gelo romano per spegnere le esaltazioni prevedibili di un intero popolo che, da quello che mostra, sembra aver rinunciato all'autonomia individuale in fatto di pensiero.

Ora va in scena la protesta contro la finanziaria, che importa l'Iraq?

lunedì, novembre 27, 2006

Ultimissime dall'Ecuador


Rafael Correa, candidato della sinistra, pare aver vinto in misura schiacciante le elezioni presidenziali ecuadoregne (notizia), di cui ci scriveva Isa proprio nell'ultimissimo post. Grandi problemi aspettano il neopresidente che eredita un Paese in ginocchio completamente da risanare attraverso profonde riforme sociali ed economiche.

Il Sudamerica ci sta sorprendendo per le ultime scelte elettorali che vedono nella sinistra la possibile svolta necessaria a risolvere le gravi questioni economiche in cui versa l'intera area.

Le prime parole di Correa sono state di speranza: “Dopo moltissimi anni di politiche sociali ed economiche tese all’esclusione che hanno provocato e costretto il nostro popolo all’emigrazione, abbiamo vinto! Non sono riusciti a rubarci la speranza”. Non si lascia turbare dal fatto che dovrà governare senza l'appoggio della maggioranza del Congresso:“Rispetteremo al massimo le decisioni del congresso, faremo in modo che legiferi per il bene comune, però nel caso in cui troveremo davanti a noi un’opposizione scorretta e tesa esclusivamente ad ostacolare le leggi di cui avremo bisogno, non esiteremo a consultare il popolo”.

Isa, ti sentiamo ancora più vicina.


E ora va in scena il dramma


Non se ne può più! Ora anche la recita a Montecatini e a Milano.Solo il popolo dei forzaitalioti (che lo si voglia o no fa rima con idioti) può credere alla sceneggiata del malore. Avete notato l'omino soccorritore entrare in scena alla battuta giusta? D'altra parte sono tanti i guai del leader dell'opposizione che, se anche il Governo, come già fatto ripetutamente in passato, se ne sta zitto per motivi suoi (ma quali sono? perchè non li dicono anche a noi?), la gente comune 'sta storia delle schede bianche, probabilmente manipolate, fatica a digerirla e vuole sapere. E allora al cavaliere, viziato da cinque anni di governo dei suoi propri interessi divenuti nazionali, non resta che emozionare, drammatizzando, nella speranza di placare la morbosa curiosità. Aveva già tentato lo scopo urlando al Paese che FI da subito aveva preteso il controllo delle schede, poi qualcuno ha fatto notare che FI aveva solo annunciato e dichiarato tale onesta intenzione, ma mai l'ha praticata nei fatti. La pratica del facciatollismo anzichè diminuire, aumenta con la gravità dei sospetti e persino con la constatazione dei fatti, come ampiamente dimostrato in passato.

E' troppo pretendere comunque di andare fino in fondo nell'inchiesta, almeno fin dove si può? Non è perdita di tempo se solo si potranno individuare le responsabilità politiche!

La questione morale di cui molti si riempiono la bocca non è solo problema di chi è disonesto e compie scelte contrarie al bene comune, ma investe anche chi sceglie il silenzio di fronte ad eventi dubbi e sospetti.

E poi, per favore, un minimo di pudore: finchè Dell'Utri (già condannato per mafia a 9 anni in Primo grado) non supera l'intero iter processuale con una eventuale sentenza di assoluzione definitiva lasciatelo al buio e spegnete i riflettori sopra di lui!

A Sud


Ciao a tutti,

rieccomi a voi. Vorrei avere piu' tempo per poter scriverevi piu' spesso, ma tempo libero e computer funzionanti non sempre si possono coniugare. I lavori al centro sono quasi finiti. Mi prende un senso di felicita' e orgoglio quando al mattino entro a scuola e vedo quello che siamo riuscite a fare in due mesi.Speriamo di poter accogliere i bambini in dicembre, ma incrocio le dite perche' abbiamo dovuto spostare la data di apertura gia' due volte. Oggi qui e' giorno di elezioni politiche, si vota per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati all'insegna della demagogia e del populismo. I due candidati hanno cercato di superarsi a vicenda , promettendo cose che non potranno mai mantenere. Si sono gettati addoso fango a vicenda e nessuno dei due ha presentato un programma politico chiaro e convincente. Qui la gente piu' povera vota con la pancia e non con la testa. Infatti e' difficile ragionare quando si ha fame.L'esito e' alquanto incerto, ma ascoltare la gente che discute e' molto interessante. Chi votera' per Correa, paragonato a Ugo Chavez, dice che finalmente si potra' uscire dalla corruzione e che il paese potra' davvero cominciare a camminare con le sue gambe. Scopo di questo eventuale presidente e' quello di rendere il paese piu' forte economicamente per renderlo piu' indipendente dall'estero; in particolare dagli Stati Uniti. Nei prossimi quattro anni vuole anche reintrodurre la moneta nazionale, ora sostituita dal dollaro. Coloro che voteranno per Noboa, l'uomo piu' ricco del paese, sostengono invece che chi sa amministrare cosi' bene le sue aziende sapra' fare altrettanto con lo stato. Questa mi sembra di averla gia' sentita qualche anno fa dalle nostre parti.... Il fratello della collega che mi ospita dice che votera' per Noboa, perche', anche se rispetta i poveri, sostiene che quando questi vanno al potere rubano piu' degli altri. Queste elezioni, mi hanno dato modo di poter parlare di piu' con la gente,e di scoprire, con un po' di preoccupazione, che anche qui il razzismo e' fortemente radicato. I mestizos, discendenti degli spagnoli, sembra che si considerino superiori agli indigeni e alle persone di colore. Infatti questi ultimi occupano i gradini piu' bassi della scala sociale ecuadoregna. Lavorano nei campi e come operai, pagati a giornata. I *bianchi* invece occupano di solito i posti piu' importanti e meglio retribuiti . Forse un po' ingenuamente pensavo che nella difficolta' le persone ventaggiate riuscissero a unire le forze, ma devo ricredermi e prendere atto che qui il cammino per l'emancipazione delle minoranze e' ancora lungo.Come straniera e' piu' facile riuescire a mantenere una distanza e osservare la societa' di questo paese.Mi sento pero' molto coinvolta quando lavoro con le donne sole di qui. Condividere la stessa zappa, lo stesso sasso all'ombra e tenere in braccio i loro figli, mi rende felice, ma allo stesso tempo mi provoca una dolorosa frattura, e mi spinge a chiedermi che senso ha avuto la mia vita fino ad oggi. La ricerca della mia identita' e il mio outing, mi sembrano delle inezie paragonate alle prove che la gente qui deve quotidinamente superare. Forse e' vero che abbiamo bisogno di vedere e vivere la poverta' per riuscire a dare un senso alla nostra vita. Vita che a casa mi e' sempre sembrata perfetta. So che i miei sentimenti di questi giorni sono comuni a molte persone che hanno intrapreso il mio stesso viaggio. Ma sono comunque difficili da digerire, e il sentimento di inadeguatezza rimarra' ancora a lungo. Sono quasi arrivata a meta' del mio percorso come volontaria, e questi mesi sono stati per me fonte di crescita e di felicita', ma anche di sofferenza e di difficolta' di adattamento. A volte mi pongo la domanda se riusciro' a riconoscermi nei visi e negli sguardi degli amici che sono rimasti a casa.A presto.

Isa

domenica, novembre 26, 2006

Si mangia al buio




A Mosca hanno aperto un ristorante in cui si mangia al buio (notizia), dicono per non essere distratti e poter così gustare solo ed esclusivamente il sapore del cibo. Naturalmente è per palati esigenti, intenditori. La cucina, l'alta cucina, non quella casalinga e quotidiana, sta diventando un elemento di distinzione elitaria: il piatto deve avere determinate caratteristiche, si devono distinguere i singoli ingredienti perfettamente amalgamati nel tutto, caldo e freddo, morbido e croccante, agro e dolce insieme e naturalmente bello esteticamente . Ci sono grandi chef che nella creazione delle loro pietanze si ispirano addirittura a capolavori dell'arte figurativa. Si tratta di una vera filosofia che sta conquistando anche il cuoco della mensa aziendale. Sicuramente anche la culinaria risponde alle istanze del nostro tempo che si concentrano sul bello in tutte le sue forme. Rimango comunque un po' stupito dall'importanza crescente, a volte esagerata, che le si attribuisce, considerando incidentalmente che nel mondo, ma anche tra noi, sono moltissimi gli umani che non possono alimentarsi a sufficienza e tantomeno scegliere cosa mangiare. Al massimo la scelta è tra gli scarti del mercato.


Un appunto al ristorante moscovita che immagino farà presto tendenza va fatto: tanta concentrazione sul gusto da richiedere l'oscuramento totale come si concilia con l'aspetto socializzante del pasto? Ci si abituerà a conversare senza guardare negli occhi gli interlocutori? Vabbeh, questo ormai lo facciamo già!