martedì, marzo 13, 2007

4 chiacchiere con Paolo


Ierisera è venuto a trovarci Paolo, amico che è membro della Direzione provinciale DS , area di sinistra, del direttivo nazionale Gayleft (consulta LGBT) di cui è il portavoce lombardo e, per finire, rappresentante sindacale nel direttivo provinciale FILCAMS-CGIL. In altre pagine del blog abbiamo proposto interviste rilasciate da lui alla stampa a proposito di DICO.Non potevamo non approfittare per chiedergli il suo punto di vista su alcune questioni.

Prima tra tutte DS e Partito democratico, oggetto del dibattito per ora a livello di sezioni in preparazione al Congresso Nazionale.I DS cesseranno di esistere?
-Sembra inevitabile che ciò avverrà, ma una buona percentuale di militanti è contraria all’idea di trovarsi fianco a fianco con exdemocristiani alla Binetti o Mastella. Sarebbe il tradimento degli ideali di una vita. Meglio a questo punto la confluenza dei dissenzienti in Rifondazione, anche se non a cuor leggero.
Lasciamo cadere la questione, perché Paolo tradisce la sofferenza del momento e spostiamo l’attenzione sulla realtà omosessuale che lui, come portavoce lombardo di gayleft, ben conosce.
Le ultime dichiarazioni di Fassino mostrano un’apertura ai diritti degli omosessuali che solo qualche tempo fa non c’era. Ricordiamo le contestazioni suscitate da alcuni suoi interventi in merito. Ha cambiato idea?
-Il cambiamento di Fassino è solo una conseguenza della dura presa di posizione di gayleft e di alcuni esponenti del partito, tra cui il Coordinamento donne.Purtroppo non penso si tratti di un’evoluzione del suo pensiero, ma di una scelta politica: il segretario ha bisogno di tutto l’appoggio possibile per traghettare il partito…Questo significa comunque che Gayleft sa farsi sentire anche perchè presente trasversalmente nelle varie correnti DS .
Dal tuo osservatorio privilegiato ti sei fatto un'idea sui gay e la politica?
- I gay italiani fanno appunto parte del popolo italiano che per la stragrande maggioranza ha nei confronti della politica un atteggiamento sfiduciato, di rassegnazione. Solo su alcuni temi che li vedono coinvolti in prima persona i gay mostrano attenzione e partecipazione diretta, come nel caso dei PACS poi DICO. Ma nemmeno tutti: i più stanno a guardare.
Veniamo alla realtà comasca, la nostra. Qual è l'atteggiamento dei DS lariani sui DICO e più in generale sulla realtà omosessuale?
-Anche qui la realtà è varia e le posizioni sono diverse. Si va dal bigottismo ottuso alla massima attenzione per una realtà che comincia ad essere visibile. Tendenzialmente, nel complesso, c'è apertura. La mia candidatura in Consiglio comunale 5 anni fa, sostenuta pienamente dal Partito, lo conferma.
A proposito di visibilità, da un paio d'anni c'è un certo fermento nella realtà gay lariana. Una nuova voglia di esserci, di aggregarsi che si esprime nella nascita di siti virtuali ad hoc, ma anche in momenti di spensierata gayezza come le pizzate, etc.
- Il comasco è ancora abbastanza nascosto. Il diffondersi di comunità virtuali non necessariamente aiuta il coming out, che è prima di tutto accettazione di sè e della propria realtà. La persona ha bisogno di gruppi reali per avanzare in questo percorso spesso problematico e difficile. Il mondo virtuale rischia di creare fantasticherie, sogni, illusioni smentiti poi dalla realtà. Può essere un mezzo di aggregazione? Sì e no, forse il primo impatto, ma iniziando un cammino di accettazione di sé occorre avere accanto persone formate e adulte. Ogni individuo ha la propria storia che chiede di essere ascolata, condivisa ed accettata. L'uso del mezzo informatico può creare ulteriore solitudine,coltivando illusioni destinate a crollare all’impatto con la realtà. Al lavoro personale su se stesso occorre l'inserimento in una società politica, nel senso etimologico del termine, non certo partitico.E ciò deve avvenire contemporaneamente: io sono me stesso in mezzo agli altri.
Chi avverte questo imperativo gravita su Milano, essendoci nulla sul territorio comasco.

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