lunedì, marzo 12, 2007

Sapienza del passato


Saccheggio a piene mani dal blog dell'amico Mel: un bellissimo passo di C.G.Jung sull'Eros (Ricordi, sogni, riflessioni, 1961-1963) e l'interpretazione di Adelphoe ( I fratelli), commedia di Terenzio.

Jung indaga il mistero dell'amore con l'umiltà di chi è consapevole che l'uomo potrà mai comprendere il tutto: qualunque cosa si possa dire, nessuna parola potrà mai esprimere tutto, trattandosi di un kosmogonos, creatore e padre-madre di ogni coscienza. L'uomo è totalmente alla sua mercé. Può consentire con esso, o ribellarsi; ma sempre ne è preda e prigioniero. Ne dipende e ne è sostenuto. L'amore è la sua luce e le sue tenebre, la cui fine non può riuscire a vedere. Se possiede un granello di saggezza, deporrà le armi e chiamerà l'ignoto con il più ignoto, ignotum per ignotius, cioè con il nome di Dio. Sarà una confessione di imperfezione, di dipendenza, di sottomissione, ma al tempo stesso una testimonianza della sua libertà di scelta tra la verità e l'errore.
Nessuna pretesa di possedere l'amore e addirittura insegnarlo, violandone la divinità che è complexio oppositorum.
Da leggere integralmente per goderne il pathos immergendosi con Jung nel mistero.

La storia di Micione ed Eschino in Terenzio realizza una delle forme dell'amore, offrendo una riflessione sulla famiglia non tradizionale, argomento di scottante attualità. Micione ama Eschino, figlio "adottivo", come un vero papà, a prescindere dalla natura, dai vincoli di sangue, dagli stessi vincoli del mos maiorum.
Lo ama come se fosse proprio, scrive Mel. Mentre attende che Eschino rincasi, Micione si augurerebbe di subire i rimproveri di una moglie gelosa piuttosto che avere le preoccupazioni di un padre.
"Io, perché mio figlio non è tornato, quali cose penso e da quali ansie sono tormentato! Che abbia preso freddo o che sia caduto da qualche parte o che si sia rotto qualcosa! Ma vedi tu! Possibile che un uomo si metta nel cuore o si vada a cercare qualcosa che gli sia più caro di se stesso! Eppure Eschino non è mio figlio, ma di mio fratello".
Questo è amore, sicuramente. Qualsiasi cosa contraria pretendano di insegnarci altri.
Grazie, Mel!

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