giovedì, marzo 15, 2007

Generazione "2g": a E.



Quattro ragazzi del Bangladesh che vivono a Roma da una decina d'anni hanno scritto questa lettera non credendo alla morte accidentale (una caduta dalla finestra) dell'amica Elena (nome di fantasia), 16 anni, anche lei del Bangladesh. E. stava vivendo negli ultimi mesi un disagio e un imbarazzo che nasceva dall'essere giovane, bella, piena di vita, innamorata come succede a quella età, ma era sommersa dai sensi di colpa e in continua lite con i divieti dei genitori di religione e cultura islamica. I suoi amici hanno scritto questo documento semplice e sgrammaticato che è soprattutto una denuncia e una preghiera: loro, ragazzi stranieri di seconda generazione (generazione 2g) che vivono "in un paese straniero" chiedono aiuto prima di tutto ai genitori perchè il cammino dell'integrazione è per loro tanto necessario quanto difficile.

"E. come ha potuto Dio portarti via da noi? Eppure sei la ragazza più buona, dolce e tenera che esista al mondo. Nel tuo cuore pieno di affetto e amore nel tuo viso pieno di sorrisi e di gioia Dio perchè ha scelto una persona così innocente come te? Oppure sei stata tu a chiedere a Dio di portarti via! Se sei stata tu allora perchè l'hai fatto? Non ti bastava l'amore dei tuoi genitori? Non ti bastava il voler bene dei tuoi amici e dei tuoi cari? Non riusciamo ancora a credere che tu non ci sia più tra noi, l'unica cosa che pensiamo tutti è: se è stato giusto morire a sedici anni! Quanto potrai aver realizzato i tuoi sogni a 16 anni? Quanto potrai aver divertito in così poco tempo? Questa è l'età in cui le persone cominciano ad aprire gli occhi e a vedere la vera bellezza di vivere, si scopre cose nuove e nascono nuovi sentimenti e sono sentimenti che ti fanno venir voglia di vivere, ti fanno sognare ad occhi aperti e ti danno forza e coraggio per crescere sempre di più ma... sono anche sentimenti che hai sempre voglia di raccontare a qualcuno e quando non ci riesci ti scoppia dentro e ti senti male e questi sono sentimenti che hai voglia e soprattutto bisogno di condividerli con qualcuno ma qualcuno molto speciale (genitori, parenti, oppure amici). E.,. (noi i tuoi amici) abbiamo avuto la grande fortuna di conoscerti, sei sempre stata brava, dolce, simpatica e sincera con noi. Ci hai reso sempre partecipe della tua vita, ci hai condiviso tutti i i tuoi momenti felici e noi siamo stati sempre vicini nei tuoi momenti tristi. Chissà se hai mai avuto occasioni in cui avevi voglia di condividere i tuoi sentimenti con qualcuno, avevi voglia di parlare della tua vita personale, avevi bisogno dei suoi consigli e tutto questo non riuscivi a farlo perchè la cultura di cui siamo origine e in cui siamo cresciuti, non ti permettevano di farle.

E. sappi che se qualche tuo piacere bisogno oppure sogno non è stato realizzato o se sei mai rimasta delusa della mentalità della nostra cultura noi ( i tuoi amici), ti promettiamo di impegnarci fino in fondo per migliorare la nostra cultura in modo che nessuna altra persona potrà rinunciare i suoi sogni i suoi divertimenti o i suoi diritti da essere umano per colpa di mentalità della nostra cultura. In ricordo della morte della nostra amica E., ci rivolgiamo ai nostri genitori e a tutti i genitori della nostra cultura che vivono in questa società in cui siamo stranieri: Mamma, papà, vi ringraziamo tanto di averci fatto nascere e averci fatto vedere la luce del mondo. Siete voi le persone più care a noi: sia nel bene che nel male. In questa società dove noi siamo stranieri sappiamo che per voi è molto difficile lavorare e mantenere una famiglia e quindi per il lavoro voi non riuscite a stare molto vicini e ad assistere la vostra famiglia. Sappiamo anche che il vostro sacrificio è tutto per un nostro futuro migliore ma... volevo farvi notare che noi stiamo crescendo sempre di più e voi state perdendo il momento più bello della nostra vita , questo è il momento in cui abbiamo bisogno di una guida che ci impara a sedere, camminare, leggere, scrivere, a voler bene, a rispettare gli altri e ad amare. Dovete sapere che anche per noi è difficile crescere in questa società, non riusciamo né a comprendere bene la nostra cultura né ad integrarsi in questa società dove viviamo come stranieri. Avvolte se andiamo nelle cattive strade vogliamo che voi ci comprendiate, vogliate sapere qual è il nostro problema e perchè l'abbiamo fatto, vogliamo che proprio in questi momenti voi siate vicini a noi e ci aiutiate a risolvere i nostri problemi. La maggior parte delle volte voi invece di fare tutto ciò ci sgridate, ci mettete in punizione, non provate neanche a comprendere i nostri problemi e in questi casi noi ci sentiamo molto soli e delusi di voi e perciò arriviamo in un punto in cui per colpa della nostra età non riusciamo a controllarci e arriviamo a fare certe cose che sono veramente sbagliate. Noi siamo giovani e quindi siamo inesperti e perciò sbagliamo in ogni passo che facciamo. La maggior parte di volte noi vi nascondiamo tante cose della nostra vita e quindi voi anche se avete voglia o volontà di aiutarci non riuscite a farlo. Il nostro silenzio deriva forse dal rispetto verso di voi oppure perchè abbiamo paura o per non deludervi oppure forse perchè siamo cresciuti mantenendo una certa distanza tra voi. Mamma, papà, siete voi le persone più importanti e più care a noi la nostra educazione dipende tutto da voi. Cercate di venire in contro a noi quando siamo in difficoltà e noi cercheremo di dare il massimo per rendervi felici".

(14 marzo 2007) (La Repubblica)

1 commento:

Ivan ha detto...

... stasera mi fate pure piangere!