martedì, settembre 19, 2006

Quando il dialogo spaventa


"Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". La frase dell’ imperatore bizantino Manuele II Paleologo, risalente forse ad un Dialogo del 1391, pronunciata da Benedetto XVI lo scorso 12 settembre nell’Aula Magna dell’Università di Regensburg, è la causa della rivolta dell’integralismo islamico in tutto il mondo. In realtà la dotta lezione del papa di fronte all’universitas scientiarum introduceva un interessantissimo discorso sul legame essenziale tra la ragione umana e la fede nel Dio che è 'Logos', ragione e parola, mostrando che questo legame non è confinato nel passato, ma apre oggi grandi prospettive al nostro desiderio di conoscere e di vivere una vita piena e libera.
Continua Benedetto XVI: “L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue - egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω” (sun logo), è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte…".
Indubbiamente si è trattato di una lezione di teologia all'altezza del luogo in cui è stata pronunciata, la prestigiosa Università di Ratisbona, in perfetta sintonia con la predicazione del papa tedesco che intende restituire una struttura teologica alla Chiesa, dopo l’evangelizzazione di massa del predecessore Giovanni Paolo II.
Agire contro la ragione è sempre in contraddizione con la natura di Dio o è soltanto convinzione della filosofia greca?
Con il λόγος giovanneo abbiamo “la parola conclusiva sul concetto biblico di Dio, la parola in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede biblica raggiungono la loro meta, trovano la loro sintesi.”, coronamento dell'incontro tra fede e ragione, tra autentico illuminismo e religione già presente fin nel Vecchio Testamento. Entusiasmante e persino con una vena di dolcezza l'allargamento del concetto di ragione"Perché con tutta la gioia di fronte alle possibilità dell'uomo, vediamo anche le minacce che emergono da queste possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle. Ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza.(...)È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori. Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il grande compito dell'università."
Appassionato ed appassionante, il papa , da fine docente qual è, sviluppa il discorso in modo estremamente interessante tanto da suscitare l'attenzione pensante di credenti e non, offrendo un significativo contributo al dialogo tra le culture e le religioni. Forse proprio per questo ha scatenato una delle più violente campagne di disinformazione mediatica degli ultimi tempi.
Le polemiche interne all’occidente e le ire di certo mondo islamico, sono l’ennesimo chiaro esempio di come è possibile strumentalizzare l’informazione, semplicemente estrapolando una frase dall’intero contesto. Proprio nel momento in cui è urgente il dialogo tra le culture e le religioni, riprendono violentissime le minacce, culminate forse anche nell’uccisione di suor Leonella Sgorbati ( v. foto) in Somalia. Sembra un gioco già visto l’attacco verbale (e non solo) per rendere inoffensiva l’unica arma in grado di sconfiggere davvero il terrorismo e la violenza, cioè la Cultura. Ma non se ne sono accorti soltanto i fanatici muslim della pericolosità di un laboratorio culturale: quanti in Occidente si sono levati in questi giorni a soffiare sul fuoco della polemica sono gli stessi che da sempre invocano l’uso delle armi, dimostrando di non aver compreso (e nemmeno letto) il profondissimo discorso di Benedetto.(s)

3 commenti:

El novio ha detto...

Ciao Chiara!Non saprei dirti se Ratzi era o no in buona fede, ammetto ke nn vorrei nemmeno tanta intimità cn lui. Nn apprezzo i suoi gusti nel vestire e le sue esibizioni di anelloni e collane crocifissauree esagerate: preferisco uno stile sobrio, eheh. Scherzi a parte, pur nn condividendo molti suoi interventi e prese di posizione,devo ammettere che il discorso di Ratisbona è veramente appassionante e filosoficamente interessante. Certo, concordo sulla dubbia opportunità di pronunciarlo di qsi tempi e da un "pulpito" tanto importante come l'univ. di Ratisbona. Anch'io sn convinto non si tratti di ingenuità politica, ma sn più propenso a credere non all'intento provocatorio, quanto alla sua determinazione nel proporre un'idea ke ritiene giusta e utile (come sn convinto sia )al dialogo x superare veramente l'empasse in cui siamo precipitati ammazzandoci e terrorizzandoci a vicenda.Ci sn persone, credo sia il suo caso, ke anke a causa dell'età (consapevoli del poco tempo)e delle "certezze"cui si ispirano procedono a testa bassa come carri armati, convinti della missione da portare a termine. Storicamente sappiamo ke ciò in molti casi è risultato positivo all'umanità, nonostante gli effetti immediatamente negativi, ma di breve durata rispetto alle conquiste ottenute sulla lunga distanza. Spero sia così anche per il contributo di Ratzi. Un bacio! ser

El novio ha detto...

PS Dimenticavo un particolare di non poco conto: il cristianesimo (tutte le confessioni insieme, cattolici compresi) sono minoranza ormai da alcuni anni rispetto ai musulmani. Non che sposti molto la posizione del papa, l'essere capo religioso di una "minoranza" , xò in qlke modo è un sostegno alla mia tesi circa la sua determinazione a portare avanti le sue convinzioni "costi ql ke costi". Ad essere pignoli il "martirio" è ambito anche tra i cristiani, sia pure in modo radicalmente diverso rispetto ai "fanatici" dell'islam. Ri-bacio
PPS La mia è una semplice opinione personale.

El novio ha detto...

Mi viene il dubbio che i cristiani, tutti insieme, siano effettivamente maggioranza, certo i cattolici sn molto meno numericamente dei muslim e Ratzi nn può contare sulle altre confessioni cristiane xkè, da prima donna qual è, ha pensato bene di rendersi immediatamente inviso a tutte cn la sua voglia disperata di primeggiare. E nn solo nel look.Gli esempi storici cui mi riferivo sono talmente tanti che è impossibile citarli. Tanti sn stati gli uomini (filosofi, scienziati, politici, teologi,o semplici cittadini analfabeti) che hanno osato sfidare l'autorità o i costumi del proprio tempo avendo come unica "arma" la ragione e, in nn pochi casi ragione e fede insieme. Il più delle volte hanno pagato con la vita la passione per la ricerca della verità senza riuscire a goderne i frutti, arrivati solo successivamente a vantaggio dell'intera umanità. Un doppiobacio!