sabato, settembre 02, 2006

Quel che conta



Succede, amici, che ogni tanto dobbiate sorbirvi qualche nostra esplosione d'amore, come l'ultima, quella di Dan a En. Che possiamo fare? Sapete anche voi che l' amore è incontenibile e la storia nella quale ci siamo imbarcati, magari con un po' di timorosa incoscienza all'inizio, giusto 11 mesi fa, è davvero stragrossa anche per noi che pure fingiamo tranquilla indifferenza ai tanti che ci chiedono e sollecitano a raccontare come si può amare e vivere in tre. 3 maschi per giunta.
In realtà non abbiamo una risposta, se non le solite che potrebbero dare una qualsiasi coppia innamorata, che evitiamo per non precipitare nei luoghi comuni che sanno di retorica pur essendo veri.
Leggendo qua e là tra le righe di questo blog, penso sia comunque possibile ricavare non delle teorie, ma il nostro modo di affrontare la vita, quella quotidiana e banale di sempre. Ma anche il nostro modo di porci nei confronti della vita, cercando di andare oltre il presente, con un occhio (beh, tre) attento al futuro.
Ho letto il testo integrale del discorso del vescovo Maggiolini a S.Abbondio lo scorso 31 agosto. Ho deciso di non commentarlo anche se la tentazione di farlo è forte. Mi consola la certezza che nessuno dei presenti, salvo i due o tre cronisti che per dovere erano costretti, lo ha ascoltato. Pochi si prenderanno la briga di leggerlo, nemmeno i suoi preti sarei pronto a scommettere. Le pecorelle del gregge tanto stupide non sono: non si ribellano, piegano la testa ma poi pensano ai fatti propri che sono più importanti delle logorroiche parole di un vescovo che ama sentirsi parlare. E' sempre successo così: Maggiolini non è mai stato ascoltato. Provo ancora un po' di tenerezza per quest'uomo arrivato alla pensione dopo una vita spesa a perseguire progetti ambiziosi e che si è dovuto accontentare di una popolarità in negativo, il suo nome associato sui media solo ed esclusivamente a polemiche. Sterili. Quasi quasi vorrei suggerirgli di non demordere: la porpora può arrivare anche in extremis.E' già successo, anche di recente. Ma a che serve il titolo, l'abito finalmente rosso, quando ci si appresta al bilancio conclusivo di una vita, quello che veramente conta e segna la differenza tra il credente e il non credente? Non sarebbe meglio una rincorsa in extremis di umanità? Quasi quasi gli direi: "Vescovo, si lasci andare almeno adesso che non avrà più incarichi ed impegni stressanti e ... provi l'amore. No, non fraintenda, non quello fatto anche di sesso- non mi permetterei mai!-, capisco la sua scelta, il celibato e la rispetto tatissimo. Ma ci sono altri tipi di amore umano: l' affetto, la comprensione, la condivisione, l'amicizia. Basta uscire un po' da se stessi e guardarsi intorno.". Basta solo seguire i Vangeli che raccontano l'Amore... (s)

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